Pizzetto (1879 m) - Valle Anzasca
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Super classica delle ciaspolate ossolane, la salita al Pizzetto dalla località Fontane non ha deluso le attese.
Il Pizzetto è la prima elevazione degna di nota sulla cresta spartiacque tra la Valle Anzasca e la Valle Olocchia e dalla sua cima si gode di un'ottimo panorama, in particolare sul vicino gruppo del Rosa.
Dalla località Fontane, frazione di Bannio Anzino, percorro un tornante sulla strada asfaltata e quindi devio a destra, seguendo il cartello che indica la mia meta.
Si sale su una comoda mulattiera nel bosco di faggi e castagni; la neve in questo primo tratto è quasi assente, ma la recente spolverata copre le grosse lastre di ghiaccio sottostanti, rendendo la salita abbastanza insidiosa.
Superate le belle baite di Balmo, raggiungo il pianoro di Provaccio (0 h 45), dove ci sono diversi resti piuttosto malconci di vecchi impianti di risalita.
La neve ora aumenta considerevolmente così posso calzare le ciaspole. Si svolta a sinistra seguendo le indicazioni e si inizia a risalire il pendio, un tempo pista da sci.
Nonostante la nevicata di pochi giorni fa, trovo già un'evidente traccia che sale, infatti poco dopo scoprirò di essere preceduto da altri escursionisti; comunque anche non trovando la traccia è facile orientarsi, basta seguire i piloni del vecchio skilift, fino a raggiungerne la fine.
Raggiunto l'arrivo dello skilift si entra per un breve tratto nella fitta abetaia, dove la neve sparisce, per sbucare quindi alla bellissima radura dell'Alpe Loro (1 h 15).
La neve aumenta ogni passo di più e alcuni centimetri di polvere fresca rendono la salita una vera goduria e l'ambiente sempre più affascinante.
Da qui in poi la salita è tutto un alternarsi di brevi tratti nel bosco e ampie radure, caratterizzate da belle baite molto ben curate. Ad un certo punto supero gli escursionisti che mi precedono e proseguo, seguendo ora la traccia di uno scialpinista,.
Superato il dosso panoramico dove sorge Villa Samonini (1 h 55) la traccia però svolta a sinistra e inizia a risalire per direttissima il ripido pendio, mentre il sentiero giusto prosegue dritto, tenendosi a destra rispetto al crinale.
Provo a seguire la traccia per qualche metro, ma ben presto mi accorgo che il pendio non è fattibile con le ciaspole, a causa di alcuni traversi un pò insidiosi, quindi torno sui miei passi e riprendo il sentiero normale.
La direzione è facile da individuare grazie ai frequenti segnavia sugli alberi, ma la traccia è completamente da battere. Nonostante questo tratto sia quasi pianeggiante mi costa quindi tantissima fatica, a causa dei continui sprofondamenti nella neve.
Raggiungo quindi una selletta sul crinale, a circa 1800 m di quota, dove ci si riaffaccia sulla Valle Olocchia, e, seguendo le indicazioni, svolto a sinistra per risalire la breve cresta occidentale del Pizzetto.
Dopo pochi metri facili e ben innevati la cresta si assottiglia e il pendio sottostante si fa più ripido. Procedendo con estrema cautela tra discontinue chiazze di neve, qualche roccetta e ripidi prati raggiungo comunque la vetta del Pizzetto (2 h 55).
Mi godo il panorama per qualche minuto, poi ripercorro il breve tratto insidioso fino a raggiungere delle comode rocce su cui stanno pranzando i simpatici escursionisti superati in precedenza.
Mi aggrego a loro sia per il pranzo che per la discesa, che percorriamo seguendo lo stesso percorso dell'andata (5 h 15).
Il Pizzetto è la prima elevazione degna di nota sulla cresta spartiacque tra la Valle Anzasca e la Valle Olocchia e dalla sua cima si gode di un'ottimo panorama, in particolare sul vicino gruppo del Rosa.
Dalla località Fontane, frazione di Bannio Anzino, percorro un tornante sulla strada asfaltata e quindi devio a destra, seguendo il cartello che indica la mia meta.
Si sale su una comoda mulattiera nel bosco di faggi e castagni; la neve in questo primo tratto è quasi assente, ma la recente spolverata copre le grosse lastre di ghiaccio sottostanti, rendendo la salita abbastanza insidiosa.
Superate le belle baite di Balmo, raggiungo il pianoro di Provaccio (0 h 45), dove ci sono diversi resti piuttosto malconci di vecchi impianti di risalita.
La neve ora aumenta considerevolmente così posso calzare le ciaspole. Si svolta a sinistra seguendo le indicazioni e si inizia a risalire il pendio, un tempo pista da sci.
Nonostante la nevicata di pochi giorni fa, trovo già un'evidente traccia che sale, infatti poco dopo scoprirò di essere preceduto da altri escursionisti; comunque anche non trovando la traccia è facile orientarsi, basta seguire i piloni del vecchio skilift, fino a raggiungerne la fine.
Raggiunto l'arrivo dello skilift si entra per un breve tratto nella fitta abetaia, dove la neve sparisce, per sbucare quindi alla bellissima radura dell'Alpe Loro (1 h 15).
La neve aumenta ogni passo di più e alcuni centimetri di polvere fresca rendono la salita una vera goduria e l'ambiente sempre più affascinante.
Da qui in poi la salita è tutto un alternarsi di brevi tratti nel bosco e ampie radure, caratterizzate da belle baite molto ben curate. Ad un certo punto supero gli escursionisti che mi precedono e proseguo, seguendo ora la traccia di uno scialpinista,.
Superato il dosso panoramico dove sorge Villa Samonini (1 h 55) la traccia però svolta a sinistra e inizia a risalire per direttissima il ripido pendio, mentre il sentiero giusto prosegue dritto, tenendosi a destra rispetto al crinale.
Provo a seguire la traccia per qualche metro, ma ben presto mi accorgo che il pendio non è fattibile con le ciaspole, a causa di alcuni traversi un pò insidiosi, quindi torno sui miei passi e riprendo il sentiero normale.
La direzione è facile da individuare grazie ai frequenti segnavia sugli alberi, ma la traccia è completamente da battere. Nonostante questo tratto sia quasi pianeggiante mi costa quindi tantissima fatica, a causa dei continui sprofondamenti nella neve.
Raggiungo quindi una selletta sul crinale, a circa 1800 m di quota, dove ci si riaffaccia sulla Valle Olocchia, e, seguendo le indicazioni, svolto a sinistra per risalire la breve cresta occidentale del Pizzetto.
Dopo pochi metri facili e ben innevati la cresta si assottiglia e il pendio sottostante si fa più ripido. Procedendo con estrema cautela tra discontinue chiazze di neve, qualche roccetta e ripidi prati raggiungo comunque la vetta del Pizzetto (2 h 55).
Mi godo il panorama per qualche minuto, poi ripercorro il breve tratto insidioso fino a raggiungere delle comode rocce su cui stanno pranzando i simpatici escursionisti superati in precedenza.
Mi aggrego a loro sia per il pranzo che per la discesa, che percorriamo seguendo lo stesso percorso dell'andata (5 h 15).
Tourengänger:
peter86

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Kommentare (4)