Grimsla
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Venerdì sera al CAI studiamo la situazione meteo per domenica: non un granchè, però dopo aver consultato decine di siti meteo su internet ci convinciamo che in Val d'Avers potrebbe esserci una finestra di "bel tempo". Scelgo il Grimsla, cima decisamente misconosciuta (il nome c'è solo sulla carta 1:25000) ma che sembra adatta: salita veloce, pendii non eccessivamente ripidi.
Andiamo! Al massimo opteremo per il piano B (terme ad Andeer) o per il piano C (piatto di Capuns a Crot).
Ritrovo alle 6,30 a Gaggiolo, siamo in undici. Alle 9 abbiamo gli sci ai piedi, dire bel tempo è decisamente esagerato però non piove, non nevica e le nuvole non sono molto spesse, a tratti c'è anche qualche sprazzo di sole.
Saliamo diretti alle baite di Unterplatta, sparse lungo il pendio, come in tutti gli abitati Walser, la neve non è decisamente abbondante, in alcuni tratti spunta l'erba e lo spessore medio è intorno ai 20 cm. Ci guardiamo intorno: Grosshorn e Chli Hureli, sull'altro versante della valle, sono messi molto peggio: lì il vento ha proprio portato via tutto!
La neve è piuttosto cartonata e dura, tutti montiamo i coltelli, tutti tranne il buon Gianni che li ha prestati a Samuele che li ha dimenticati (17 anni, prima scialpinistica...è scusabile) e Marco che dotato di nuovi attacchi Silvretta "Pure" non è riuscito a capire come accidenti si montino, nè io nè Gianni del resto, per quanti esperimenti si sia fatti, siamo riusciti a capirlo.
A tratti sentiamo qualche "woum" di assestamento, la pendenza però non è tale da impensierirci.
Saliamo ancora mantenendoci comunque ad Est della grande stalla di Oberplatta, puntiamo ad un baitello, quasi un rudere, posto a 2410 metri circa, continuiamo ancora verso Nord Ovest, tenendoci ad Est dell'elevazione quotata 2532 metri, rimontiamo l'ultimo pendio e siamo in cima: larga, piatta e tremendamente ventosa, fa un freddo cane! Assunta e Samuele arrivano dopo qualche minuto, degli altri tre nessuna traccia. Sento Barbara via radio: lei e Gianni sono alla base del pendio finale, Marco ha rinunciato alla salita non essendo riuscito a risolvere il problema di montaggio dei coltelli.
Foto di vetta, preparazione degli sci e giù. Incontriamo Gianni e Barbara poco sotto la cima, li aspetteremo in un luogo meno ventilato.
Quando ci raggiungono ripartiamo, la neve è decisamente dura ma tutto sommato molto più sciabile di quanto mi aspettassi, qualche sastrugio un po' ghiacciato crea qualche problema ma la visibilità è buona e si riescono, non sempre, ad evitare. Qualche volo però lo facciamo tutti, scendiamo con calma e alle 13,30 siamo tutti e tutti interi alle auto.
Solito "banchetto" e oggi ci concediamo anche una bella birra sulla strada del ritorno fermandoci al ristorante Rheinwald di Nufenen.
Con più neve e con un tempo migliore potrebbe essere una gran bella sciata: di quelle per iniziare o per quando bisogna tornare presto a casa: i pendii sono belli, larghi e continui. Dalla vetta si dovrebbe godere anche un bel panorama (oggi no: la cima era fra le nuvole).
Visto il tempo sulle Alpi di questa domenica ci consideriamo comunque soddisfatti. Dimenticavo: la finestra è finita pochi minuti dopo il nostro arrivo alle auto. Sulla strada del ritorno nevicava abbondantemente.
Andiamo! Al massimo opteremo per il piano B (terme ad Andeer) o per il piano C (piatto di Capuns a Crot).
Ritrovo alle 6,30 a Gaggiolo, siamo in undici. Alle 9 abbiamo gli sci ai piedi, dire bel tempo è decisamente esagerato però non piove, non nevica e le nuvole non sono molto spesse, a tratti c'è anche qualche sprazzo di sole.
Saliamo diretti alle baite di Unterplatta, sparse lungo il pendio, come in tutti gli abitati Walser, la neve non è decisamente abbondante, in alcuni tratti spunta l'erba e lo spessore medio è intorno ai 20 cm. Ci guardiamo intorno: Grosshorn e Chli Hureli, sull'altro versante della valle, sono messi molto peggio: lì il vento ha proprio portato via tutto!
La neve è piuttosto cartonata e dura, tutti montiamo i coltelli, tutti tranne il buon Gianni che li ha prestati a Samuele che li ha dimenticati (17 anni, prima scialpinistica...è scusabile) e Marco che dotato di nuovi attacchi Silvretta "Pure" non è riuscito a capire come accidenti si montino, nè io nè Gianni del resto, per quanti esperimenti si sia fatti, siamo riusciti a capirlo.
A tratti sentiamo qualche "woum" di assestamento, la pendenza però non è tale da impensierirci.
Saliamo ancora mantenendoci comunque ad Est della grande stalla di Oberplatta, puntiamo ad un baitello, quasi un rudere, posto a 2410 metri circa, continuiamo ancora verso Nord Ovest, tenendoci ad Est dell'elevazione quotata 2532 metri, rimontiamo l'ultimo pendio e siamo in cima: larga, piatta e tremendamente ventosa, fa un freddo cane! Assunta e Samuele arrivano dopo qualche minuto, degli altri tre nessuna traccia. Sento Barbara via radio: lei e Gianni sono alla base del pendio finale, Marco ha rinunciato alla salita non essendo riuscito a risolvere il problema di montaggio dei coltelli.
Foto di vetta, preparazione degli sci e giù. Incontriamo Gianni e Barbara poco sotto la cima, li aspetteremo in un luogo meno ventilato.
Quando ci raggiungono ripartiamo, la neve è decisamente dura ma tutto sommato molto più sciabile di quanto mi aspettassi, qualche sastrugio un po' ghiacciato crea qualche problema ma la visibilità è buona e si riescono, non sempre, ad evitare. Qualche volo però lo facciamo tutti, scendiamo con calma e alle 13,30 siamo tutti e tutti interi alle auto.
Solito "banchetto" e oggi ci concediamo anche una bella birra sulla strada del ritorno fermandoci al ristorante Rheinwald di Nufenen.
Con più neve e con un tempo migliore potrebbe essere una gran bella sciata: di quelle per iniziare o per quando bisogna tornare presto a casa: i pendii sono belli, larghi e continui. Dalla vetta si dovrebbe godere anche un bel panorama (oggi no: la cima era fra le nuvole).
Visto il tempo sulle Alpi di questa domenica ci consideriamo comunque soddisfatti. Dimenticavo: la finestra è finita pochi minuti dopo il nostro arrivo alle auto. Sulla strada del ritorno nevicava abbondantemente.
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