Passo di Coca m.2645
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La meta avrebbe dovuto essere il Pizzo Coca........ e invece noi arriviamo al Passo Coca, che non c'entra niente, o quasi, con la salita in questione.
Colpa della nostra leggerezza!
Potevamo guardare la cartina, oppure chiedere al gestore del Rifugio, o ancora.... raccogliere informazioni più precise.
E così giovedì mattina partiamo dal Rifugio Coca, convinti che il Pizzo Coca sia quella maestosa montagna che si staglia di fronte a noi volgendo le spalle al Rifugio.
Siamo i primi a muoverci.... e anche questa non è stata una decisione saggia, perchè se avessimo avuto qualcuno davanti ci avrebbe fatto strada.
Fatto sta che, arrivati al Lago di Coca, anzichè prendere il sentiero per la Bocchetta dei Camosci, imbocchiamo quello per il Passo Coca ed è circa a metà strada che ci viene qualche dubbio....
Dove sono tutti gli altri?
Possibile che non ci sia nessuno dietro di noi?
Ma continuiamo, ahimè, imperterriti nella nostra ascensione, sperando, una volta in cima, di aver avuto ragione.
Arrivati al valico un cartello ci informa che siamo giunti al Passo Coca e che da lì si può solo arrivare al sottostante bivacco Corti.
Grrrr!!! Non possiamo fare a meno di prendercela con noi stessi per la superficialità con cui abbiamo affrontato questa cosa.
Rassegnati ritorniamo sui nostri passi e neppure la vista degli stambecchi che pascolano sul pendio, così vicino a noi, ci aiuta a stemperare la nostra frustrazione.
Giunti nei pressi del lago di Coca cerchiamo di nuovo le indicazioni per il Pizzo Coca e troviamo il sentiero giusto, anche se poco evidente.
Mauro mi propone di salire, ma io mi rifiuto, un po' perchè sono stanca e un po' perchè penso alla lunga discesa che ci aspetta e alle mie ginocchia sofferenti.
Lui però ci prova e arriva fino alla Bocchetta dei Camosci, dove inizia il tratto più impegnativo, che si sviluppa su paretine e canalini verticali, con passaggi di 2°.
Ma ormai è tardi e decide di tornare indietro, raggiungendomi al Rifugio dove iniziamo la lunga e ripida discesa verso Valbondione.
Colpa della nostra leggerezza!
Potevamo guardare la cartina, oppure chiedere al gestore del Rifugio, o ancora.... raccogliere informazioni più precise.
E così giovedì mattina partiamo dal Rifugio Coca, convinti che il Pizzo Coca sia quella maestosa montagna che si staglia di fronte a noi volgendo le spalle al Rifugio.
Siamo i primi a muoverci.... e anche questa non è stata una decisione saggia, perchè se avessimo avuto qualcuno davanti ci avrebbe fatto strada.
Fatto sta che, arrivati al Lago di Coca, anzichè prendere il sentiero per la Bocchetta dei Camosci, imbocchiamo quello per il Passo Coca ed è circa a metà strada che ci viene qualche dubbio....
Dove sono tutti gli altri?
Possibile che non ci sia nessuno dietro di noi?
Ma continuiamo, ahimè, imperterriti nella nostra ascensione, sperando, una volta in cima, di aver avuto ragione.
Arrivati al valico un cartello ci informa che siamo giunti al Passo Coca e che da lì si può solo arrivare al sottostante bivacco Corti.
Grrrr!!! Non possiamo fare a meno di prendercela con noi stessi per la superficialità con cui abbiamo affrontato questa cosa.
Rassegnati ritorniamo sui nostri passi e neppure la vista degli stambecchi che pascolano sul pendio, così vicino a noi, ci aiuta a stemperare la nostra frustrazione.
Giunti nei pressi del lago di Coca cerchiamo di nuovo le indicazioni per il Pizzo Coca e troviamo il sentiero giusto, anche se poco evidente.
Mauro mi propone di salire, ma io mi rifiuto, un po' perchè sono stanca e un po' perchè penso alla lunga discesa che ci aspetta e alle mie ginocchia sofferenti.
Lui però ci prova e arriva fino alla Bocchetta dei Camosci, dove inizia il tratto più impegnativo, che si sviluppa su paretine e canalini verticali, con passaggi di 2°.
Ma ormai è tardi e decide di tornare indietro, raggiungendomi al Rifugio dove iniziamo la lunga e ripida discesa verso Valbondione.
Tourengänger:
patripoli

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