Mittaghorn, anticima (2542 m)
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Gita del SAT di Mendrisio al Mittaghorn. Si parte da Mendrisio alle 6.35, mezz’ora prima del solito. La gita oggi è più lunga (1000 m di dislivello) e impegnativa (decidiamo di classificarla WT4) del solito, meglio partire prima. Alla partenza si aggregano due amici del SAT, scialpinisti, che non pensavamo ci fossero ! Sempre interessante quando c’è gente mista !
Alla fine siamo in 8, un numero ottimale per una escursione così. Passiamo dalla Val Mesolcina dove la brina ricopre alberi e campi. Ci aspettiamo di trovare ancora più freddo oltre la galleria del San Bernardino. Le previsioni davano -12° in zona Splügen, e invece di là fa perfino meno freddo, il termometro dell’auto ondeggia attorno allo 0°.
Parcheggiamo, facciamo una decina di metri con le ciaspole in mano – e nel frattempo anche il controllo ARVA –, quindi le calziamo e partiamo. C’è una strada sulla sinistra, ma noi prendiamo subito un sentiero che si inerpica sul pendio, tutto esposto a N. Vinz, il capogita, sta davanti a fare il ritmo e la traccia adatta agli scialpinisti. Poco dopo entriamo nel bosco. Lì la neve lascia il posto ad una striscia di ghiaccio vivo, alternato da tratti su aghi di pino. Le mie ciaspole ramponate a 360° tengono perfettamente sul ghiaccio, e fortunatamente non hanno modo di rovinarsi nel misto. Grazie al cielo il tratto nel bosco è breve, e riusciamo a calpestare la neve. Superiamo tre ragazzi che vanno anche loro al Mittaghorn.
Arrivati a quota 2066 finalmente vediamo il sole ! Ci fermiamo, togliamo uno strato e sgranocchiamo qualcosa. Dopo una decina di minuti ripartiamo e, dopo poco, arriviamo dove ci devono essere i Surettasee. Un’altra breve pausa alla Seehütte, che nessuno ha mai visto aperta. Nel frattempo pensiamo al percorso da seguire per raggiungere la cima. Nonostante ci sia (incomprensibilmente) pericolo debole (1), il canale che dovremmo seguire per il Mittaghorn non ci dà fiducia, e così decidiamo di svoltare a destra prima. Si fanno le solite tracce a zigzag, con io che mi diverto a tirare dritto.
Poco prima di mezzogiorno, in accordo con il nome della cima, arriviamo in vetta. Baci, abbracci e complimenti ! L’ometto è su uno sperone, in cui si sta in non più di due o tre. Da una parte una parete strapiombante, dall’altra un pianoro in cui ci possiamo comodamente fermare a mangiare, tutto attorno montagne e valli. Il monte più caratteristico ovviamente il Tambo, coperto ad inizio mattina da un sottile e sfuggente velo di nubi.
Nella discesa scegliamo un itinerario diverso dall’andata, spingendoci verso S a riprendere la strada dello Spluga. Passando dai Surettasee incontriamo un gruppo molto numeroso del CAI Varese intento a fare esercitazione di soccorso in valanga. I nostri ARVA ovviamente li disturbano un po’ !!
La neve è polvere anche se, dai laghi in giù, gli sciatori sono parecchi e la rovinano un po’. Io alterno pezzi di scivolamento con tecnica telemark (divertimento !) con altri fatti trotterellando e chiacchierando con Liana, la storica e inossidabile alpinista del gruppo !
Scesi a Splügen, sosta in un bar a Nufenen lontani dalla folla di sciatori.
Ottima giornata. Il tempo si è un po’ rannuvolato nel pomeriggio, ma ci ha lasciato godere appieno fino a dopo pranzo. Si discute già della prossima meta, la cima di Vigon…
EPILOGO
Tornato a Milano, mi scarico curioso le tracce GPS e noto con stupore che.. abbiamo sbagliato cima !! Il Mittaghorn (2561 m) era poco più avanti. Ahah ! Lo vedevamo di fronte a noi, ma pensavamo che fosse il punto di triangolazione P2506.2. Bastava scendere e fare un pezzo su una comodissima cresta.
Niente di male.. L'importante è aver fatto una bella escursione, con un gran panorama e un'ottima compagnia - tutte cose che ci sono state !
La prossima volta, facendo tesoro dell’esperienza, userò il mio GPS caricandoci i waypoints.

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