Tanta acqua in Val Calanca
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Val Calanca : da Rossa al Bosch de Calvaresc
13 giugno 2010
In Val Calanca ci ero stato una sola volta, ma la strada che volevo allora percorrere ( da Arvigo a Stabveder ) era franata e così rinunciai. Dopo avere consultato il Brenna, decido per oggi di provare a salire il Piz di Calvaresc, un 2500, partendo da Rossa.
Il mattino il tempo non è, come da previsione, dei migliori, ma almeno da me la notte non ha piovuto e c’è un pallido sole. Dopo il Monte Ceneri però la strada è bagnata; la Moesa e soprattutto la Calancasca ribollono di schiuma, segno evidente di temporali notturni violenti, ed anche lo stato della strada, invasa da legna e sassi, lo conferma. Le cascatelle che scendono dalle vallette laterali poi non si contano
Con qualche perplessità arrivo a Rossa, dove oltretutto scende qualche goccia. Mi avvio sul sentiero ben segnato ed evidente che porta alla Capanna Buffalora, dal quale dovrei ad un certo punto deviare. Nonostante il temporale notturno si suda di maledetto, è caldiccio ed umido, quindi pantaloni corti e canottiera dopo cinque minuti dal via. Dopo un primo breve tratto il sentiero entra nella valle d’Ör, risalendo molto ripido il fianco idrografico dx. del rio. Dopo un’ora circa inizia il problema che temevo di trovare, cioè il guado dei torrentelli laterali ingrossati dalla pioggia. Per un primo guado impiego dieci minuti buoni per trovare il punto giusto; proseguo e dopo un’altra oretta ecco il rio principale, diviso in vari rami. A fatica supero i primi due; al terzo ( e credo ultimo) passo mezz’ora circa a cercare sia a monte che a valle del sentiero; a parte il dover mettere il piede in acqua almeno fino alla caviglia, temo per uno scivolone con possibili storte; sono solo, non vi è ricezione del cellulare ed oltretutto ogni tanto pioviggina, e se dovesse aumentare non potrei più riguadare il rio. Decido allora di abbandonare. Sono alla fine del Bosco di Calvaresc, penso che poco dopo il guado sarei arrivato all’Alp de Sot. Rientro con calma, mente il tempo migliora.
Un altro insegnamento della montagna del quale tenere conto per un’altra volta : non affrontare sentieri come questo, con numerose valli laterali, se la notte ha piovuto molto
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