rifugio Prabello m.1201 (CO)- Poncione di Cabbio m.1263


Publiziert von Alberto , 21. April 2010 um 13:53.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:18 April 2010
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Monte Generoso   CH-TI   I 
Zeitbedarf: 1:45
Aufstieg: 610 m
Abstieg: 610 m
Strecke:Cabbio m.645 -Arla m.1017 -rifugio Prabello m.1201 RITORNO: Poncione di Cabbio m.1263 -passo di Bonello m.1108 -si segue la strada sterrata (e in parte asfaltata) che scende per la val Luasca -Cabbio m.645
Zufahrt zum Ausgangspunkt: Milano -Chiasso -val di Muggio -Morbio sup. -Caneggio -Bruzella -Cabbio [p ]

Con Adriano andiamo a prendere Cristina,poi ci portiamo al punto di partenza della gita cai Como: piove e al ritrovo siamo in 4 gatti. Però,piano piano ecco che il flusso di persone comincia a far formare un certo affollamento fino a contare ben 25 presenti,di cui:  Adriano,Donatella,Paolo,Roberto,Claudio,Giancarlo,Claudio,Cristina,Anna,Mauro,Marzio,già li conosco,mentre gli altri,sono di nuova conoscenza! Ora,bisogna decidere il da farsi: il pizzo d'Eus non è possibile con questa pioggia,nuvole basse (e la neve che sicuramente si trova dai 1600 m. in su),quindi se fem? La nostra guida,(se mi avesse chiesto quale proposta potevo suggerire...sarei stato un pozzo di alternative senza fondo he he he) Graziano,suggerisce giustamente,un'escursione senza troppe complicazioni,ma sopratutto con un rifugio aperto: rifugio Prabello,ai piedi del Sasso Gordona. Nessuno rinuncia (allora non sono solo io il pazzoide che affronta situazioni meteorologicamente sfavorevoli,mi fa piacere di essere in grande compagnia he he he!),così si parte alla volta del paese di Cabbio. Giunti al grande parcheggio (già occupato in gran parte dagli abitanti del paese),riusciamo a trovare qualche posto,tranne Graziano che ha dovuto mettere l'auto un poco più a basso (qualche metro in più,è tutta salute). Noi partiamo,senza aspettare la guida,alcuni il percorso già lo conoscono,io è la prima volta che lo faccio,ma anche se rimango solo,la mia modesta esperienza,sicuramente alla meta mi ci farà arrivare: infatti,com'è di consuetudine,il bradipo viene distanziato a breve,qualcuno poi lo raggiungo e lo supero: solo perché si alleggerivano da abiti pesanti,nonostante la pioggia battente. Con il passo costante,ombrellino alla mano (comodo per evitare di bagnare la macchina fotografica) cammino sulla mulattiera in sasso (molto scivoloso) e poi sul sentiero,meno erto della mulattiera. Ascolto il riavvicinarsi di alcuni gitanti che ho superato,non chiedo se vogliono passare,pare che gradiscano il mio andare piano piano,poi mi supera e poco dopo li raggiungo nuovamente: sono fermi ad un bivio,non sanno dove andare. Io vedo il cartello (segnaletica per montanbike) e ne seguo l'indicazione e loro dietro. Poi,ad un successivo bivio,lascio passare il gruppetto che poco dopo svanisce nelle nuvole e io,solo soletto apprezzo il silenzio e la pace del bosco,di tanto in tanto interrotto dai cinguettii,piacevole musica che accompagna il mio passo. Giunto nei pressi di un altro bivio,con tanto di segnaletica,seguo per il rifugio Prabello poi,poco dopo sono raggiunto da un altro componente del gruppo ed insieme tra una chiaccherata e l'altra,percorriamo questo lungo sentiero,in falso piano che ci conduce all'alpe Prabello: il rifugio è invisibile per via delle nuvole basse. Ci avviciniamo e fuori non si vede nessuno: poi si vede una persiana aperta e una lieve luce (la certezza che è aperto il rifugio) e appoggiati gli ombrelli entriamo. All'interno il vociare di...ma sono in 4 gatti e gli altri? Allora,pare che il folto gruppo che era davanti a me,poi si è uilteriormente diviso,tant'è vero,che vi giunge il restante gruppo che ci domanda dove sono gli altri e tra le presunte risposte,eccoli che spuntano. Ci si cambia,il piccolo locale con camino è caldo,torte caserecce attendono che qualcuno le assaggi,ma...pare che non si possono toccare e qui,sorge un problemino...alquanto scorcertante...Il rifugista,non pensava che ci fosse questo affollamento,già,ci spiega che lui sta aspettando un folto gruppo de “milanes”,una 50na e quindi quel piccolo locale era adibito per accogliere quel gruppo: ci fa una proposta,andare nell'altro locale ed essere autonomi,accendendo la stufa. Ho che bello!!! C'è del lavoro per me. Dice che ci darà della legna,bene,visto che è presto,sono appena le 10,30 per passare un poco di tempo,un pochetto di lavoro,non guasta. Gli chiedo dove tiene la legna,mi accompagna e...azz@@@@@@ mi mostra che aveva solo quei 4 piccoli e infelici tronchetti di legna,forse gli bastavano per tirare le 12.00 dello stesso giorno,ma nooooooooo,un rifugio deve essere provvisto di legna a iose (viva le capanne svizzere). Ostregheta,qui cominciano le rogne e bisogna risolverle. Mi dice che ci sono dei rametti piccoli per l'accensione,mi faccio condurre sul luogo e...sono fuori sotto la pioggia: ma alloraaaaa! Poi aggiunge: se volete,c'è della legna che ho tagliato,lì nel bosco,sono tronchi lunghi 1 metro,(si,e...come ce l'infilo nella stufa? Li comprimo con le mie mani? Ma gente,dove siamo capitati? Non va bene,proprio non va bene!) Ok! Allora gli dico che per iniziare prenderemo i tronchetti che si trovavano ad ardere nel camino,poi...vedremo: egli acconsente,per forza, che mi deve dire,noo?. La stufa,era abbastanza ricolma di cenere,la pulizia non era di casa,pazienza.Quindi,dall'unico zaino,dove la speranza è l'ultima a morire (il mio),ecco che appare la torcia a fuoco,ne taglio alcuni pezzi (con meraviglia dei partecipanti,in particolare coloro che non mi conoscono) e accendo un pezzo per scaldare la canna fumaria che sembrava un circuito automobilistico,con una serie di curve e contro curve (e questo è un problema per il tiraggio,che subito si è fatto notare). Cominciamo a rimettere i pezzi gia ardenti (presi con i miei guanti da lavoro,ignifughi) e...fumo a quantità incredibili: mai successo una cosa del genere. Poi,accendo un altro pezzo di torcia,insieme aggiungo la diavolina che ho sempre con me e...dopo varie sofferenze,ecco che la stufa parte inesorabilmente,facendo il proprio dovere: anche con l'aiuto dei fuochisti in seconda,Adriano e Claudio. Un'amica mi dice: ma voi siete così insistenti? Gli rispondo che è una cosa di principio e la lotta durerà fino a quando la stufa si sarebbe accesa come è di suo dovere! Vi posso assicurare,che coloro che hanno notato questa caparbietà,che fa parte del DNA di alcuni del gruppo,sara motivo di rassicurazione e di altre partecipazioni alle future gite. Bene,la stufa comincia a scaldare l'ambiente,quindi,apriamo per fare uscire il fumo e cambiare un poco d'aria: al momento,in questa grande stanza siamo in 4 che lavorano per dare conforto a coloro che sono ritornati nell'altra stanza,calda e senza fumo,ma per poco ancora. Poi,piano piano,ritornano tutti e dopo un poco,ci raggiungono anche coloro che nel frattempo si sono fatto il giro intorno al Sasso Gordona,trovando calore e aria fresca (comunque,meglio dentro con il fumo iniziale che fuori al freddo e alla pioggia). Arrivate le 12,ci viene servita la polente con formaggio fuso (però alcuni pezzi non si erano totalmente fusi,ed erano un piacevole gusto assaporarne la loro consistenza),poi,con l'aiuto di altri 2 amici,il gestore ci serve i pizzoccheri. I bis non mancavano,io ero vicino e sempre vigile sulla stufa,che oramai era in pieno regime: nel frattempo,sopra di essa si faceva asciugare la legna umida,poi la si metteva a bruciare e cosi per tutto il tempo di permanenza. Poco dopo,il gestore ci porta i 4 tipi di torta: alla marmellata (buona),alle mele (idem),al cioccolato (be,questa il cioccolato lo ha visto con il binocolo,però,se vuole la ricetta...vera,sono disponibile he he he) e un'altra che non ho avuto modo si vederla...mha! Ed ecco che verso le 13,15,spuntano i “milanes” che fa accomodare nell'altra precedente stanza con il camino: oramai quasi fredda,poi,50ta in quel buco,ma daiiiiiii,loro dovevano stare al posto nostro e viceversa,c'era gente che mangiava sugli scalini e al freddo. E coloro che erano nella saletta,stavano stertti stretti,noi,belli larghi,era un piacere. In fondo infondo,nonostante l'iniziale poco ospitalità,è andato tutto bene,in particolare anche il tempo,il quale ci ha concesso una discesa ad anello,senza prendere una goccia d'acqua. Tornati alle auto,il sole cominciava a fare capolino (fetente) e poi decidiamo per una sosta al Grotto per una bevuta in compagnia: struttura piiiiiiiicola,meno male che 2 bionde se ne sono andate così la maggior parte è potuta sedere all'interno,entrati vi erano altri 2 posti occupati da 2 mori (se fossero andati via loro...potevano restare le bionde!). Comunque,i restanti,dato che oramai il sole primeggiava,si sedettero all'esterno,al caldo e al piccolo panorama circostante: tutto sommato,cari amici,è andata bene: qualcuno mi ha chiesto perché non ho proposto una capanna,ho risposto che nessuno me lo ha chiesto e quindi,io non mi intrometto. Nel caso,per la prossima volta...alla vostra domanda,vi risponderò con una capanna!  Poi,mentre usciamo dal paese,Cristina in auto,si volta e ci domanda: perché stiamo uscendo dal paese e io leggo Cabbio?  la cosa ci angoscia e gli spieghiamo la ragione della visione speculare.  Ella rimane perplessa,come se stiamo dicendo una cosa da marziani,a qul punto gli dico:  ma al rifugio Prabello,hai forse dimenticato qualche neurone?!  con ovvia risata degli amici che erano in auto. Cri,sei forte!  Ciaoooooooooo!


Tourengänger: Alberto
Communities: Hikr in italiano


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