Rifugio Garzonera Q1973 da Nante (ciaspole)


Publiziert von giorgio59m (Girovagando) , 24. März 2010 um 12:29.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:20 März 2010
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT2 - Schneeschuhwanderung
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Poncione di Vespero   CH-TI 
Aufstieg: 600 m
Strecke:Nante Q1419 - Segna Q1464 - Cassinascia Q1613 - Pian Taiöi Q1668 - Capanna / rifugio Garzonera Q1973

Sabato 20 Marzo 2010, teniamo sotto controllo le previsioni meteo del weekend, ma non promettono niente di buono, è stata una buona settimana, ma una perturbazione porterà nuvole e pioggia.

Siamo solo in tre, orfani di Roberto, alle 8:45 di mattina a Nante, un piccolo paesino sopra Airolo, sul lato sud-ovest della Val Leventina, per capirci di fronte alla strada che sale al passo del S.Gottardo (ovviamente chiuso in questa stagione).

Destinazione il rifugio Garzonera, una bella racchettata.

Dopo aver parcheggiato negli appositi spazi all’inizio del paese, vicino alla chiesetta, ci prepariamo.

La giornata non è per niente bella, ma la voglia di camminare era tanta, si esce comunque anche a costo di prendersi un pò di pioggia nel pomeriggio.

Non piove, e non fa freddo, +3°, ci incamminiamo dentro il paesino, seguendo le indicazioni per Giof.

La neve non manca di certo, in alcuni tratti al lato della strada ha un’ altezza impressionante.

Fuori dal paese, nei pressi di una stalla, finisce la stretta strada ed inizia un sentiero, spesso battuto dalle motoslitte.

Noi abbiamo proseguito ancora senza ciaspole, trovando la neve abbastanza battuta.

Ora inizia un lungo tratto di 3,4Km circa che con un falso piano ci porta prima a Segna (baite ed indicazioni), poco dopo passiamo vicino ad un bacino artificiale per l’ acqua (verso valle), e si prosegue fino ad arrivare ad un bivio con tre possibili strade: verso sinistra scende verso Giof, verso destra a salire oppure ancora diritto, in direzione della valletta che ospita il torrente Calcascia.

Prima di proseguire una nota molto importante: siamo a marzo e le temperature iniziano a salire, quindi la tenuta della neve diventa certamente un fattore importante da considerare, soprattutto sui ripidi pendii.

In questa stagione già normalmente a rischio slavine, bisogna essere particolarmente prudenti e conoscere i percorsi. Questa zona, inoltre, è per i suoi pendii nota per lo scarico neve.

Quindi attenzione massima.

Ho letto e riletto molte volte le indicazioni di Alberto ed Ale84, che indicano con precisione il percorso invernale, lontano dai rischi.

Ci ritroviamo dopo 1:05 ad un acquedotto a Q1500, un cubo di cemento facilmente riconoscibile, a calzare le ciaspole, ed iniziamo a risalire lungo il bosco il pendio alle spalle dell’ acquedotto stesso, lasciando sempre la valle con il torrente alla nostra sinistra.
Se le mie indicazioni (prese da quelle di Alberto) non sono chiare, cercate e leggetevi bene i loro report !

Non ci sono indicazioni visibili, il sentiero estivo sale sul versante opposto, ma fortunatamente ci sono le tracce di altri ciaspolatori saliti prima di noi.

Il pendio è ripido, alle 10:45 dopo una bella faticaccia arriviamo in piano a Cassina di Prato Q1640, una baita sommersa dalla neve ed un pianoro con tanta-tanta neve.

Scendiamo verso sinistra (non raggiungiamo la baita), passando sopra il ponte che attraversa il torrente. Il ponte si fatica a vedere per la neve, ma sul lato opposto si iniziano a vedere i segnali del sentiero che sale a Pian Taioi (da Giof).

Raggiungiamo Pian Taioi alle 11:00, Q1670, c’e’ un alpeggio con metri di neve sopra i tetti ed all’esterno, tutto immacolato, ed in un silenzio ed una pace senza confini.

Un cartello segnaletico ci indica la direzione, ci sono sempre le tracce di chi ci ha preceduto in giorni precedenti.

Inizia una lunga salita, non con grande pendenza (penso ci sia una carrareccia sotto la neve), che sale su un lungo traverso e diversi tornanti.

Poco sopra Pian Taioi dobbiamo attraversare tre slavine, non ci sono pericoli, ma la neve mossa è ghiacciata, quindi facciamo attenzione. Paolo passa per primo, poi Gimmy ed io.

Lungo un tornante osserviamo verso il basso, siamo sopra Cassina di Prato e lontano Airolo. Purtroppo le nuvole non ci permettono di vedere oltre, ma siamo comunque molto contenti, ci aspettavamo un po’ di pioggia che alla fine abbiamo evitato.

Alle 12:25 siamo in vista dell’ alpeggio vicino alla Capanna, chi non c’e’ stato o non ha visto delle foto della bella capanna, potrebbe scambiare l’ alpeggio per il rifugio, ma un cartello toglie ogni dubbio “Garzonera 5min”.

Proseguiamo oltre e “scolliniamo” in una conca dove oltre alla bandiera elvetica sopra un cucuzzolo, troviamo in basso la Capanna Garzonera, un palo con indicazioni escursionistiche ed il pannello solare, e più in basso la casetta del custode.

12:30 esattamente i 5 min indicati sul cartello, 3h di cammino dalla partenza, 3:30 di tempo effettivo (eh ... il mio fiato).

Non c’e’ anima viva (con un meteo così …. Chi si avventura qui?), raggiungiamo la  Garzonera.

Gimmy ci aspetta fuori dalla capanna, è aperta e ci accomodiamo all’ interno per consumare il nostro semplice pasto.

La capanna oltre ad essere molto bella all’esterno (anche se molto nascosta e sepolta nella neve) è molto accogliente all’ interno: ci sono cucina e grandi tavoli, una grande stufa in centro e le brande per dormire su un lato.

Ora capisco bene come mai Alberto (Alberto) quest' inverno c'e' stato così tante volte!

E’ bello pensare di essere qui, al riparo, in tranquillità.

In capanna si può consumare quanto disponibile, dormire e lasciare il compenso dovuto nella cassa.

Mangiamo in quasi silenzio, ci sono 2°, freddino all’ interno. Non ha senso accendere la stufa visto che ci fermiamo poco, sarebbe un inutile spreco di legna.

Panini, cioccolato, frutta, caffè e grappetta come al solito, ad un certo punto il freddo alle mani ci costringe a mangiare con i guanti, poco male.

Dopo una mezzora di “libagioni” usciamo all’ aperto, dopo aver rimesso a posto. Si sta quasi meglio fuori, anche se ci sono 0°.

Foto di rito,  rimettiamo le ciaspole (parcheggiate rigorosamente all’ esterno) e riprendiamo la discesa, sone le 13:40.

Il passaggio sopra le slavine è rapido e preciso, decisamente meglio che nella mattinata, raggiungiamo Pian Taioi (14:25). Qui intuisco che Paolo non potrà trattenersi dalla vista di così tanta neve sui tetti, e lo precedo nel grande piano bianco immacolato di fronte all’ alpeggio per fotografarlo.

Raggiungiamo Cassina di Prato ed iniziamo la ripida discesa nel bosco verso l’ acquedotto.

E’ divertente, ci scappa qualche scivolata a terra e qualche bella risata.

Tagliamo qualche tratto nel bosco, quasi da grandi conoscitori della zona (prima volta …), in neve fresca e alta, che bello, ma che fatica !

Alle 15:03 siamo all’ acquedotto, che si fa si tolgono le ciaspole come all’ andata? GUAI !

Paolo non ne vuole sapere, e prosegue verso Segna e quindi Nante.

Alle 15:55 siamo all’ auto, ci cambiamo, beviamo l’ ottimo the di Paolo prima di riprendere l’auto che in poco meno di un’ora e mezza ci riporterà a Como.

Dovrei dire, peccato per il meteo, il panorama doveva essere ancora migliore, ma c’e’ andata bene e siamo più che soddisfatti.

Tanto abbiamo deciso che questo lato della Leventina, ancora a noi sconosciuto, merita di essere esplorato questa primavera-estate.

 
 
Piccolo riassunto:

Percorso: Nante - Segna – Acquedotto – Cassina di Prato – Pian Taioi – Capanna Garzonera
Andata: 7,5 Km  3:00 di cammino e 30m di soste varie
Ritorno: 7 Km     2:15 di cammino con 5m di soste varie

Totale:      14,5Km 
Dislivello : 562m (assoluto)
 
Altre foto, cartine, e molto altro sul nostro sito
www.girovagando.net             escursione #57

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Kommentare (2)


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Alberto hat gesagt:
Gesendet am 30. März 2010 um 15:41
Ciao Girgio,ho visto le tue foto: credo che l'attraversamento delle valanghe vi abbia reso un po tesi. Attenzione,anche se ha già scaricato,può sempre ripetersi un'altra scarica: bisogna cercare di imparare (anche da soli) il percorso sicuro,so che è difficile,ma per la sicurezza è uno sforzo che vale la vita.Mi raccomando. Nella prossima relazione (sono stato su il 28 e il 29 marzo) cercherò di spiegare al meglio questo percorso. Ciao

Gesendet am 31. März 2010 um 16:23
Caro Alberto, l' attraversamento di una slavina anche se ha scaricato ... rende sempre nervosi, ma soprattutto alza le antenne e ti rende MOLTO attento. Sono d'accordo su quello che dici, e grazie alle tue relazioni abbiamo aggirato altri tratti critici sul percorso.
Fino a Pian Taioi le tue (e quelle di Ale84) erano chiare, poi abbiamo seguito tracce pre-esistenti, che comunque ci hanno portato sopra i tre tratti che avevano scaricato.
Non se ne vedevano altre.
Credo che non si impara mai abbastanza, e che per la nostra sicurezza non c'è limite alla prudenza.
Grazie del commento, e delle preziose segnalazioni !
ciao :-)


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