Via della Scatta in valle del Dosso
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"Era percorsa dai contrabbandieri"...per uno cresciuto a storie del nonno sul contrabbando questa frase è già sufficiente per rendere affascinante questo percorso.
Se si aggiungono poi la bellezza dei luoghi e le difficoltà dell'itinerario mi risulta davvero impossibile non correre con la fantasia a quegli uomini tutti di un pezzo che con la loro bricolla percorrevano questa via, magari al crepuscolo o nelle tenebre, per portare fino in Svizzera il loro magro bottino.
L'accesso alla cresta - nel senso in cui l'ho svolta io - avviene dal Passo dell'Orso che si raggiunge dopo aver percorso tutta la valle del Dosso a partire dalle cascine di Caiasco.
Il percorso di cresta è meraviglioso con le viste sul Lago Darengo sottostante e le cime dell'Alto Lario occidentale intorno a noi seppure ad una distanza sufficiente da farci percepire persi in spazi amplissimi.
Le difficoltà non sono di per se mai elevate con passaggi massimi intorni al II grado e molto discontinui: tuttavia l'esposizione a tratti importante, i ripidi traversi erbosi, la mancanza di una traccia che indica quando tenere il filo di cresta e quando scostarsi da quest'ultimo e, nel mio caso, la solitudine rendono questa lunga cavalcata davvero adrenalinica.
Una decina di metri di corda, qualche cordino e un paio di moschettoni possono rivelarsi molto utili per autoassicurarsi in qualche discesa o per fare un minimo di sicura improvvisata quando, ad inizio stagione nei canaletti più ombrosi, si trova ancora qualche lingua di neve.
Si va, si va e si va, ma la cima del Duria (che chiude la cresta) si avvicina davvero lentamente.
Superate tutte le sommità che si elevano dalla cresta si giunge infine, dopo l'ultima discesa, alla bocchetta di Criballo.
Da qui si lascia - o meglio, io lascio - la cresta della Scatta per infilarmi nel canalone ancora innevato che conduce alla bocchetta della Zoccascia che separa il monte Duria (alla nostra sinistra) dal Motto Rotondo (alla nostra destra).
Arrivati faticosamente - sia nel mio caso con la neve, ma anche senza questa piccola grana - alla bocchetta si risale rapidamente fino al Motto Rotondo.
Da qui il panorama è magnifico e rivedere tutta la cresta appena percorsa non ha prezzo.
Dalla cima si riprende la cresta che con una lunga discesa in labile traccia - talvolta ripidissima - porta fino ai monti di Piaghedo. Dal borghetto si stacca verso ovest un sentierello che, in breve tempo, ci riporta direttamente a Caiasco.
Se si aggiungono poi la bellezza dei luoghi e le difficoltà dell'itinerario mi risulta davvero impossibile non correre con la fantasia a quegli uomini tutti di un pezzo che con la loro bricolla percorrevano questa via, magari al crepuscolo o nelle tenebre, per portare fino in Svizzera il loro magro bottino.
L'accesso alla cresta - nel senso in cui l'ho svolta io - avviene dal Passo dell'Orso che si raggiunge dopo aver percorso tutta la valle del Dosso a partire dalle cascine di Caiasco.
Il percorso di cresta è meraviglioso con le viste sul Lago Darengo sottostante e le cime dell'Alto Lario occidentale intorno a noi seppure ad una distanza sufficiente da farci percepire persi in spazi amplissimi.
Le difficoltà non sono di per se mai elevate con passaggi massimi intorni al II grado e molto discontinui: tuttavia l'esposizione a tratti importante, i ripidi traversi erbosi, la mancanza di una traccia che indica quando tenere il filo di cresta e quando scostarsi da quest'ultimo e, nel mio caso, la solitudine rendono questa lunga cavalcata davvero adrenalinica.
Una decina di metri di corda, qualche cordino e un paio di moschettoni possono rivelarsi molto utili per autoassicurarsi in qualche discesa o per fare un minimo di sicura improvvisata quando, ad inizio stagione nei canaletti più ombrosi, si trova ancora qualche lingua di neve.
Si va, si va e si va, ma la cima del Duria (che chiude la cresta) si avvicina davvero lentamente.
Superate tutte le sommità che si elevano dalla cresta si giunge infine, dopo l'ultima discesa, alla bocchetta di Criballo.
Da qui si lascia - o meglio, io lascio - la cresta della Scatta per infilarmi nel canalone ancora innevato che conduce alla bocchetta della Zoccascia che separa il monte Duria (alla nostra sinistra) dal Motto Rotondo (alla nostra destra).
Arrivati faticosamente - sia nel mio caso con la neve, ma anche senza questa piccola grana - alla bocchetta si risale rapidamente fino al Motto Rotondo.
Da qui il panorama è magnifico e rivedere tutta la cresta appena percorsa non ha prezzo.
Dalla cima si riprende la cresta che con una lunga discesa in labile traccia - talvolta ripidissima - porta fino ai monti di Piaghedo. Dal borghetto si stacca verso ovest un sentierello che, in breve tempo, ci riporta direttamente a Caiasco.
Tourengänger:
Marco_92

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