Ru Courtod e Tete de Comagne


Publiziert von cai56 , 17. Mai 2023 um 18:58. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Aostatal
Tour Datum:11 Mai 2023
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 6:00
Aufstieg: 856 m
Abstieg: 843 m
Strecke:Circolare 21,34 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Raggiunta la Val d'Aosta, a Verres si imbocca la strada regionale della Val d'Ayas proseguendo fino a Challand St. Anselme. Al centro del capoluogo Quincod si svolta a sinistra salendo fino al Col Tzecore, dove si trova una vasta area di parcheggio.

Anche oggi andiamo a verificare gli eventuali mutamenti rispetto ai miei ricordi cinquantenari. Abituato all'andamento del tutto casuale dell'agricoltura e dell'allevamento in altre zone del nord Italia (in altre parole, se piove c'è l'erba, se è arido ci si arrangia...), so che rimasi stupito dall'intraprendenza dei locali che già da molti secoli avevano organizzato una rete per l'irrigazione dei semplici prati (a queste quote non sono possibili altre vere coltivazioni), per di più ben organizzata con precise regole per l'uso turnario. La mia memoria in effetti si riporta agli ultimissimi anni dell'uso delle strutture originali del Ru Courtod, con un incipiente interramento e numerose falle dell'alveo; allora il percorso non era del tutto praticabile, specialmente dove il canale scorreva artificialmente "appeso" su staffe alle pareti rocciose o appoggiato a pilastri di muri a secco. A partire dagli anni '970, visto che la necessità d'acqua dei prati a monte di Saint Vincent non era certo venuta a diminuire, si organizzò il rifacimento dell'intera linea del canale, questa volta intubato ed interrato nella pavimentazione di una strada bianca che va a collegare il Col de Joux con le lontane sorgenti, situate allo sbocco del Vallone delle Cime Bianche, comprendente anche 14 gallerie. Questo percorso è stato reso fruibile agli escursionisti, restaurando anche dove possibile tratti originali delle strutture: se la realizzazione dell'opera risale al quarantennio compreso fra il 1393 e il 1433, i "reperti archeologici" sono riferibili "solo" al 1950 circa. Noi abbiamo percorso la strada per qualche chilometro fino all'esaurimento della possibilità di visita ai tratti di vecchio Ru, poi, per il ritorno, abbiamo scelto qualcosa di più "alpino" salendo al poggio panoramico della Tete de Comagne, nota anche per una rara fioritura di tulipani (che purtroppo quest'anno non si è ancora manifestata).


Dal Col Tzecore si imbocca un sentiero erboso sul versante di Saint Vincent aggirando un vistoso cantiere che dall'estate 2022 si adopera per spianare un tratto dei prati che formano il passo; si sbuca sulla strada regionale poco prima delle case di Longeon e Sommarese (comune di Emarese), dove ben presto si trovano le indicazioni per il Col de Joux. Si percorre quindi in blanda salita una strada bianca che circonda la base della Tete de Comagne attraversando fitti boschi di conifere, dove alcuni affacci panoramici permettono di osservare la linea retta della Valle Centrale fino al culmine del Monte Bianco e soprattutto il vicino Parco del Mont Avic. Oltrepassati un piccolo monumento dedicato al defunto papa G.P.II ed il bivio con una pista tagliafuoco che retroverte, si arriva a discendere una delle modeste piste da sci del Col de Joux che convergono al laghetto artificiale di Palud; seguendo la carrozzabile in salita si raggiunge in breve il vero e proprio passo - in sostanza un parcheggio a bordo strada fra gli abeti - dove si trova sulla sinistra un ripido tratturo che porta in quota al tracciato del moderno - e qui scopro che è interrato - Ru Courtod. Si procede lungamente sulla strada bianca tra frequenti accumuli di tronchi pronti per il trasporto a valle, e non posso fare a meno di notare che qui (come anche in Svizzera), contrariamente alla Valtellina dove i boscaioli fanno una strage del territorio, obiettivamente non si riesce quasi a capire dove gli alberi siano stati prelevati... Il percorso è un po' monotono e gli spunti di vivacità vengono forniti dalle gallerie (è raccomandato l'uso di lampada frontale e incredibilmente di casco), ma soprattutto dai tratti di canale rimasti così come erano al momento dell'abbandono circa cinquant'anni fa. Si tratta di un fosso di nemmeno un metro di larghezza costruito in pietre e cemento, oppure di un'incastellatura in traliccio di tavole di legno applicati a pareti di roccia strapiombante e appoggiati su cenge scavate o disposte a ponte fra pilastri in pietrame a secco. Dopo la dodicesima galleria (solo in due, che superano i 100 metri di lunghezza, si rivela indispensabile una lampada) decidiamo di tornare al Col de Joux, ma facendo una piccola deviazione - non indicata - al Trou de Rompailly, antica miniera d'oro di epoca salassa: la digressione in effetti è fondamentalmente inutile, visto che l'accesso è costituito da una stretta e verticale fessura nella roccia apparentemente non praticabile senza specifica attrezzatura. Dal Col de Joux, a sinistra del termine del parcheggio, si trovano le indicazioni per la Tete de Comagne, l'escursione più frequentata dai turisti in transito al passo, anche se l'accesso più semplice (o meglio meno faticoso) è quello dal Col Tzecore che noi useremo per la discesa. Nel bosco serpeggia una traccia vagamente carreggiabile (indicazioni per tragitto invernale con racchette da neve) che tende ad avvicinarsi ad una bancata rocciosa, dove diventa sentiero. Si sale nel bosco sul versante di Brusson, risalendo poi principalmente un impervio canalone umido e roccioso che infine sbuca su di una spalla di pendenza più addomesticata e totalmente rivestita di rododendri; si lascia a destra una deviazione che aggira la vetta per scendere direttamente a Sommarese e percorrendo il vasto crestone (a sinistra una parete rocciosa pressochè verticale e a destra un pendio di pascoli) si raggiunge dapprima un'anticima con cippo di confine comunale e poco lontano la croce di vetta. I famosi tulipani sono ahimè del tutto assenti, ma ci consoliamo con splendide fioriture di primule ed orchidee; ed il panorama ripete, in angolazione più ampia, quello già ammirato da Longeon e Sommarese. La discesa, come già detto, è ben più agevole, con uno splendido e largo sentiero che compie un lunghissimo slalom nella foresta di larici e abeti secolari fino a sbucare nei terreni di una cascina che si trova ai margini delle praterie del Col Tzecore.

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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