Alpe Grum e Rifugio Val di Togno


Publiziert von cai56 , 1. Dezember 2022 um 08:04. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:27 November 2022
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Zeitbedarf: 7:00
Aufstieg: 1424 m
Abstieg: 1406 m
Strecke:Circolare 17,95 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Milano a Sondrio lungo le statali 36 e 38; alla rotonda all'ingresso della città svoltare a sinistra in direzione Valmalenco. Proseguire fino ad oltrepassare la frazione Mossini, dove subito a destra si trova la deviazione per Arquino. Piccolo parcheggio al centro dell'abitato.

La gita inizia con spunti di interesse etnografico e, come si vedrà, se ne troveranno molti più di quelli ricercati: ed in effetti, sfortunatamente, la pur poca neve ha nascosto la maggior parte degli elementi che andavamo cercando dall'inizio. Ci troviamo nella parte bassa della Valmalenco, quella che non presenta i classici richiami turistici, all'angolo con la ancor meno frequentata Val di Togno: non ci sono escursioni di richiamo (le eventuali salite da questo lato al Pizzo Scalino ed al Pizzo Painale sarebbero due odissee) ed il tratto di confluenza delle due valli è obiettivamente dal punto di vista paesaggistico poco attraente. Ma questa era l'area anticamente più abitata, con piccoli villaggi sparsi fra terrazzamenti di dimensioni quasi ciclopiche e con i resti della più antica via di risalita della Valmalenco; poi ci sono tutte le vicende umane e tecnologiche che hanno coinvolto il versante di Spriana in seguito al riattivarsi - alla metà degli anni '960 e nel 1987 - della frana plurisecolare che incombe su questo fianco della montagna. Sono coinvolti, con tanti piccoli esempi che si incontrano durante la salita, quattro millenni di storia, che per ora non sono stati manomessi dagli stravolgenti (e milionari) piani di valorizzazione di cui la Valmalenco - e non solo -  attualmente sta subendo le conseguenze.


Si attraversa il ponte sul torrente Antognasco e, al bivio subito successivo, si prende a destra in direzione Capararo: pochi metri e si svolta sulla stretta scaletta a destra (Salita per l'Antognasco), che con un sentiero lastricato "a passi perduti" conduce fino alla Strada Vecchia della Valmalenco. Accanto ad un antico ponte ad arco si sale verso sinistra a raggiungere la pista forestale per la Val di Togno; dopo breve tratto si prosegue a sinistra nei pressi dei ruderi di una cascina porticata e si continua fino alla contrada Calchera dove si trova la deviazione per Erta. Qui si inizia a salire lungo una mulattiera ripidissima, spesso scalinata, che funziona anche come accesso di servizio agli enormi terrazzamenti che gradinano il versante per almeno trecento metri di dislivello: i terreni, che faticosamente erano stati addomesticati a superficie piana, un tempo erano coltivati a patate, segale, fagioli e grano saraceno, ora, del tutto abbandonati, ospitano castagni da legname e poche altre latifoglie spontanee. Raggiunto l'agglomerato di Erta, si può notare come ormai quasi ogni tetto sia crollato, condannando definitivamente la relativa abitazione: le fasi di degrado permettono comunque di evidenziare (materiali, oggetti, suppellettili, documenti) l'estinzione delle progressive generazioni di abitanti. La salita, qui decisamente degradata in qualità, si conclude nei pressi dei ruderi di Cucchi, dove le epoche passate si sovrappongono: gli scheletri di numerose case seicentesche, peraltro fagocitate da sterpi spinosi, si accostano ai residui quasi illeggibili di piste aperte decenni orsono per l'installazione di mirini di controllo strumentale dei movimenti della frana. Tutte queste contrade negli anni '960, al risvegliarsi della "frana di Spriana", vennero coercitivamente evacuate: una popolazione di anziani fu quasi totalmente (almeno due persone, che io ricordi, resistettero) costretta ad abbandonare le proprie abitazioni. Non successe nulla di irreparabile (qualche smottamento, qualche fessurazione del terreno...), ma nelle stanze lasciate aperte si vedono ancora panni stesi, letti usati, cucine con le suppellettili rimasti come congelati. In questa zona occorre trascurare i pochissimi (e dimenticati) segnali CAI che qua e là nella salita si sono incontrati, per svoltare decisamente a sinistra lungo la sagoma della pista tecnica: quando una traccia di sentiero più battuta sale a destra, la si segue per raggiungere una baita con ancora qualche traccia di frequentazione; qui si incontrano numerose piastrine bianco/rosse che transitano in senso nord-sud senza alcuna indicazione: le seguiamo verso sinistra sapendo - da passate frequentazioni - che si dovrebbe incrociare la pista Scilironi-Bedoglio. Così è e la ritroviamo praticamente abbandonata. Si prosegue in salita per qualche tornante, si lascia a sinistra il nucleo più meridionale di Bedoglio e si arriva al termine della pista a Piazzo; qui, prima delle baite, si trova un reperto tecnologico interessante: attraverso un cancello vandalizzato è possibile entrare in una galleria dove troviamo ancora posizionato un estensimetro e depositate numerose casse di campioni di roccia e carotaggi precisamente catalogati. Continuando lungo il sentiero che sostituisce la pista, in graduale salita si arriva ad una stretta dorsale boscosa : si lascia a destra la direzione per il Rifugio Val di Togno e si sale lungo il crinale veramente molto ripido; terminata la fascia di bosco più fitta, dopo aver aggirato il sottilissimo sbocco di un paio di canaloni, si raggiunge una sezione di blocchi accatastati della cresta: destreggiandosi fra i massi o appoggiando momentaneamente sui lati, si arriva ai pascoli della Costa e della vicina Alpe Prato. Ci troviamo in una posizione stupenda con un panorama unico sulla Valtellina e le Orobie: uno degli alpeggi in più bella posizione di tutta la Valmalenco. Il sentiero sale ancora per pochi metri e, nei pressi di alcuni ruderi, incrocia la traccia che sale dal Rifugio Val di Togno alla Croce del Monte Foppa (https://www.inalto.org/it/relazioni/escursionismo/monte_foppa): la si abbandona subito per seguire le indicazioni per le incisioni rupestri dell'Alpe Grum (o Grom). La traccia, soprattutto nei lunghi tratti al di fuori dal bosco (inizialmente si attraversa una fitta foresta di abeti e larici) non è sempre ben visibile e lo scavalcamento di vari alberi al suolo talvolta svia parecchio; la traversata in salita si conclude presso i ruderi dell'alpe circondati da massi, sotto i quali sembra che trovassero i loro ripari i primi abitanti del sito 3/4000 anni orsono. La lieve copertura di neve ghiacciata lascia libere all'osservazione solo alcune coppelle ed una vaschetta scavata nella roccia con i suoi canali di alimentazione, ma dovrebbero esserci alcune figure antropomorfe ed un bel sole stilizzato.
Si torna quindi fino all'Alpe Prato dove si imbocca il sentiero segnalato per il Rifugio Val di Togno: ottimo percorso scavato a tornanti nel bosco, ripido ma agevole; da ultimo traversa  fino alle baite dell'Alpe Costa per poi scendere alla rinnovata costruzione del rifugio. Da qui si torna ad Arquino seguendo la lunga ma comoda strada carrozzabile sterrata.

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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