La strada del Varadega


Publiziert von cai56 , 21. Oktober 2022 um 21:09. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:14 Oktober 2022
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Klettern Schwierigkeit: I (UIAA-Skala)
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 7:00
Aufstieg: 1426 m
Abstieg: 1422 m
Strecke:Parzialmente circolare 18,39 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Milano a Grosio lungo le statali 36 e 38; dal centro del paese si va ad imboccare la strada per il Passo del Mortirolo e la si risale per parecchi tornanti. Si parcheggia comodamente all'inizio di una pista forestale (transito interdetto ai non autorizzati) che si distacca dalla provinciale in corrispondenza di un cartello in legno con i nomi delle contrade da qui raggiungibili: Pila, Lot e Pur.

Tutta l'area dell'Aprica (che, per come la conosciamo noi, nasce dal nulla intorno agli anni '950/60 a scopo puramente turistico) fu comunque nei secoli punto di passaggio mercantile (ed all'occorrenza militare) fra la Valtellina (Grigioni) e Valcamonica (Repubblica di Venezia), almeno alla pari col vicino e non meno comodo Mortirolo. All'inizio del '900, in occasione della I° Guerra Mondiale, si capisce come una posizione del genere, sia geografica che orografica, venne ad assumere nel quadro delle strategie, specialmente nel 1918, al disfacimento del fronte austrungarico. Intermedia fra le Orobie abbastanza inospitali (e comunque prudentemente difese dalle opere della cosiddetta Linea Cadorna) e la prima e seconda linea dello Stelvio-Adamello, quest'area relativamente pianeggiante compresa fra Mortirolo, Guspessa e Monte Pagano venne utilizzata fin dall'inizio della guerra come piazza d'armi per il 67° Reggimento di Fanteria della Brigata Palermo, tenuto pronto per poter intervenire sia sul versante di Sondrio che su quello di Brescia. La posizione di queste cime (Varadega ed alcuni satelliti) permetteva un ampio controllo compreso fra i confini della Val Grosina (una Svizzera dal comportamento neutrale ma militarmente debole) a Bormio (seconda linea) e alla zona del Gavia (prima linea), per cui le cime e le creste vennero attrezzate con fortificazioni, gallerie, feritoie, camminamenti e strutture abitative e logistiche che vennero approntate specialmente a partenza dall'Aprica, ma anche da una spettacolare mulattiera da Grosio: questa via è l'oggetto della nostra escursione. Naturalmente tutto il versante ha oggi subito grandi modifiche con la costruzione di numerosissime strade e piste forestali fra i maggenghi (spesso comunque rimaneggiamenti di tracciati militari, come la stessa provinciale del Mortirolo) ed il relativo abbandono di altri percorsi meno "utili", e la "Strada del Mortirolo" è proprio uno di questi; finchè venne individuata (e ripulita) a scopo turistico creando un famoso ed impegnativo tracciato per MTB: la "Tornantissima". La scarsa frequentazione a causa del notevole impegno necessario, nel complesso ha consentito che il degrado del passaggio sia rimasto contenuto, a parte l'insensata creazione di scorciatoie "adrenaliniche" attraverso lo stupefacente ed inconsueto sottobosco di muschi della parte bassa della mulattiera. Ma poteva andare peggio... 


La gita potrebbe tranquillamente iniziare da Grosio (vedi le numerose descrizioni in rete della Tornantissima), ma l'interesse ambientale e storico attraverso una zona fortemente antropizzata si rivela nullo e quindi risulta conveniente risalire per circa 8 km la provinciale del Mortirolo andando a raggiungere il maggengo più alto nei pressi della mulattiera. Dall'imbocco della pista forestale per Pila, Lot e Pur si segue la strada principale quasi completamente asfaltata attraverso gli amplissimi prati di Lot (Pila e Pur sono deviazioni sul lato destro) fino a raggiungere, dopo notevoli impennate ed alcuni tornanti, le due costruzioni affiancate del Baitun: poco oltre inizia (cartelli ciclistici) la mulattiera militare. La mulattiera ha le tipiche caratteristiche della viabilità militare: lunghi traversi di pendenza agevole e costante ed una sequenza di molte decine di tornanti tutti acciottolati e lastricati al margine, con muri a secco di livellamento negli avvallamenti e regolari slarghi per l'incrocio nel passaggio dei carichi. Risale un estesissimo bosco che cambia caratteristiche in base alle quote successive: dalla fitta abetaia con terreno rivestito di uno spesso strato di muschi si passa ad un ambiente meno opprimente e più luminoso con passaggio graduale alla vegetazione di betulle, per poi arrivare ad una suggestiva pineta di cirmoli. La mulattiera ed il bosco terminano bruscamente in corrispondenza del bivio (da cui torneremo) per il vicinissimo Rifugio Cros de l'Alp: si passa comunque ad un ben delineato sentiero che riprende la sua sequenza di traversi e tornanti, questa volta dapprima in un arido pascolo e poi nettamente nella pietraia sommitale. Si trascura la mulattiera proveniente dal Mortirolo (via di accesso alla cima più breve e popolare) e si prosegue attraverso le distese di sassi fino a salire ad una zona con lastroni di roccia e blocchi fratturati, in avvicinamento al cosiddetto "Forcellino", una breccia aperta nella dorsale che si affaccia sulla Val Varadega; da qui il sentiero è costruito del tutto artificialmente con scavi nella parete e con tratti riportati sul vuoto con terrapieni sostenuti da muri a secco. Con un aggiramento verso sud del blocco cuspidale, si va ad affiancare una grotta scavata nel versante (rocce molto fratturate ed un'apertura attraverso una crepa del soffitto) e poi si raggiunge l'avvallamento - protetto da un muro a secco a modo di trincea - compreso fra le due cime del Monte Varadega: rapidamente, destreggiandosi fra i grossi blocchi di roccia accatastati, evitando un recente franamento sulla sinistra, si accede per una sorta di canale alla larga cresta sommitale (parzialmente erbosa) della Cima Occidentale: croce di vetta di legni grezzi. Ridiscesi alla "trincea", ci si dirige al manufatto più rilevante, una scalinata di pietra che si dipana fra i massi salendo al piazzaletto che precede l'apertura di una lunga galleria; lo scavo, piuttosto stabile ma un poco basso ed irregolare in alcuni punti, trafora la montagna per una decina di metri terminando bifido: il ramo destro chiude in una nicchia di ricovero, il sinistro si apre in una finestra malagevole (circa un metro di diametro). Il tunnel, spesso descritto come "cannoniera", era in realtà solo un appostamento di osservazione con accesso alla vetta: per raggiungerla occorre uscire dalla finestra, salire un piano inclinato, volgere a destra in una sorta di canalino (passi di I° grado) e poi, fra rocce rotte, spostarsi fino all'ometto di cima.
Per il ritorno, cerchiamo di variare per quanto possibile, il percorso. Inizialmente, dopo essere tornati per la via di salita all'incrocio con la mulattiera proveniente dal Mortirolo, svoltiamo a sinistra e la percorriamo praticamente in piano attraverso un ghiaione fino a raggiungere un altopiano ondulato; qui la traccia si allarga a carrabile e serpeggiando con larghe curve nel pascolo si dirige gradualmente a scendere al Passo Varadega e quindi al fondo della Val Varadega. Noi però, in corrispondenza dei primi pini, segnalato da una palina e successivamente da un picchetto nel prato, imbocchiamo il ripido e scosceso sentiero che si distacca per il Rifugio Cros de l'Alp. La costruzione, più conviviale che a vero scopo di riparo escursionistico, sorge al margine della foresta ai piedi di uno spuntone roccioso con croce, che si affaccia verso la Valtellina. In pochi passi si sale quindi all'incrocio precedentemente indicato e si torna a seguire la mulattiera militare percorsa in salita; se ne scendono i numerosissimi tornanti fino a raggiungere il bivio indicato che si trova a circa 1800 metri di quota: si volge a sinistra e si cala nel bosco lungo un sentiero molto marcato e frequentato, ma molto meno regolare del tracciato militare. Si raggiunge infine una pista forestale che va seguita verso sinistra andando a raggiungere i prati de L'Alp, dove le baite sono tutte trasformate in case di vacanza. Si prosegue arrivando ad una pista cementata, a tratti molto ripida, che va discesa tralasciando le deviazioni secondarie, fino ad un crocicchio con crocifisso: si devia a destra in direzione di Sulf raggiungendo un ampio tornante verso sinistra; qui si lascia la pista per entrare nei prati lungo un sentierino poco visibile che, giunti nel bosco, si fa marcato e rapidamente perviene al maggengo di Pur. In basso, in fondo ai prati, si torna alla pista iniziale nei pressi di Lot. 

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (6)


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andrea62 hat gesagt:
Gesendet am 22. Oktober 2022 um 08:18
Interessante, oltre all'escursione, l'introduzione storica sulla zona dell'Aprica.
Ciao.
Andrea

cai56 hat gesagt: RE:
Gesendet am 22. Oktober 2022 um 09:42
Grazie.
Zona non vicinissima, ma ricca di spunti più o meno (prevalentemente meno) conosciuti, in assenza o ampia scarsità di richiami popolari: quello che cerchiamo noi.
Ciao
Marco

Emanuela hat gesagt:
Gesendet am 22. Oktober 2022 um 09:53
Concordo anch'io con quanto scritto da Andrea.
Pur sapendo che il Mirtirolo lo si raggiunge anche dal versante Valtellinese, ho dovuto "geograficamente" fare mente locale...si xchè noi raggiungiamo la zona dal versante Bresciano.
Bella gita e belli i colori del primo autunno!
Come avrai visto, in zona oltre al Pagani ci sono tante cime un po' dimenticate, ma non per questo meno interessanti, da salire!
Ciao e alla prossima.

cai56 hat gesagt: RE:
Gesendet am 22. Oktober 2022 um 10:02
Salire la cima di una montagna è al 50% soddisfazione momentanea e al 50% progettazione del futuro.
E per noi queste gite sono praticamente un'introduzione allo sconosciuto.
Ciao
Marco

sciurapina hat gesagt:
Gesendet am 23. Oktober 2022 um 14:09
Con ampia vista su una delle valli laterali più belle della provincia

cai56 hat gesagt: RE:
Gesendet am 23. Oktober 2022 um 20:16
Ci vogliono i foresti..


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