Anello tra la Valle Baranca e la Valle Olocchia


Publiziert von Alberto C. , 12. September 2022 um 23:12.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum: 2 Juli 2022
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 8:00
Aufstieg: 1200 m
Abstieg: 1200 m
Strecke:Percorso ad anello, in parte su tracce di sentiero poco frequentate e di difficile individuazione.
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Arrivando da Milano si percorrono le autostrade A8 e A26 fino a Gravellona Toce; per poi proseguire sulla SS33 del Sempione fino a Piedimulera, dove si esce e, seguendo le indicazioni per Macugnaga, si imbocca la ex SS549, che risale la Valle Anzasca. Si percorrono circa km 17 fono a Pontegrande dove si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per Bannio e Anzino. Superato il ponte si percorre un breve tratto di strada e, giunti al tornante, si tralascia la deviazione sulla sinistra che porta a Anzino e, percorrendo tutto il tornante, si procede in direzione di Bannio, che si raggiunge in breve. All’inizio dell’abitato si svolta a destra e lo si aggira ad Ovest, ad un bivio si prende a destra per Fontane; quindi, la segue fino al suo temine.

      Partiamo da casa avendo come meta Colle D’Egua: luogo di passo di antichi commerci fra la Valle Anzasca e la Valsesia, ma, proprio sotto il Colle, un cartello appiccicato ad un masso ha risvegliato il nostro insaziabile vizio degli anelli. Così, dopo una rapida consultazione della cartina (si può fare), sui due piedi cambiamo programma e ne è scaturito un anello, appunto, che percorre l’ubertosa Valle Baranca e la ben più selvaggia Valle Olocchia.
 
 



LOCALITA' DI PARTENZA.  Piè di Baranca (m 1225) (Bannio-Anzino).
 
ATTREZZATURA.   Quella classica da escursionismo; consigliati scarponcini alti (pedule).
 
DIFFICOLTÀ.    Fino a che si resta sul percorso che porta al Colle d’Egua si percorrono sentieri ben tracciati e segnalati privi di particolari difficoltà (T2 / E). Quando si devia verso la Valle di Olocchia, per un lunghissimo tratto, il sentiero lascia il posto ad una debole traccia, che talvolta sparisce, e la segnaletica si fa più rada e incerta. Più volte abbiamo perso la traccia (T3+ / EE). 
 
QUOTA MASSIMA:  m 2280, al Colle dei Ciulit.
 
QUOTA MINIMA:  m 1225, a Pie di Baranca.
 
SVILUPPO:  km 12,9.
 
TEMPO EFFETTIVO DI MARCIA: 8 ore.
 
TEMPI PARZIALI:     Piè di Baranca – Alpe Selle: 1 ora 35’; Alpe Selle – bivio sotto Colle d’Egua: 1 ora 15’; bivio – Colle dei Ciurlit: 25’; Colle dei Ciurlit – Alpe Realpiano: 2 ore 45’, compreso i tentativi di ricerca della traccia per Ancium (circa 45’); Alpe Realpiano – Alpe Curtet: 1 ora; Alpe Curtet – Piè di Baranca: 1 ora.
 
DESCRIZIONE PERCORSO.   A Piè di Baranca si supera il ponte sul Torrente Olocchia e si inizia subito a salire attraversi il bosco fino ad arrivare all’Alpe La Rusa (m 1391), dove il bosco dirada fino a lasciare spazio ai declivi erbosi dell’Alpe Oreto (m 1711). Trascurate un paio di tracce che si dipartono sulla destra, si transita e monte dell’Alpe e in una ventina di minuti si arriva al Colle di Baranca (m 1819), dove è stata eretta una piccola cappella a commemorazione dei caduti della Prima guerra mondiale. Dal Colle, in pochi minuti di falsopiano, si raggiunge l’Alpe Selle (m 1825); un ameno alpeggio composto da numerose baite, l’Albergo degli alpinisti, oggi in stato di abbandono, a testimonianza dei fasti del passato e, a poca distanza dall’Alpe, i ruderi di Villa Aprilia che sovrasta il sottostante Lago di Baranca.
      Villa Aprilia fu edificata nei primi anni del Novecento dall’ingegnere e architetto Costantino Gilodi e, successivamente, venne acquistata dalla famiglia Lancia (quelli della fabbrica di automobili) che la ribattezzarono col nome di un modello d’auto di un certo successo: Aprilia. La villa fu incendiata nel 1944 durante una battaglia, che ebbe luogo all’Alpe Selle, fra le formazioni partigiane e le milizie fasciste.
     Terminata la visita ai ruderi della villa, si riprende la salita verso il Colle D’Egua percorrendo un lungo traverso in falsopiano e alcuni strappi. Giunti ai piedi del ripido pendio finale, su di un masso si nota un rudimentale cartello che indica la direzione per la Valle Olocchia, che prenderemo a seguire.   Da questo punto non c’è un sentiero, ma si segue una flebile traccia che, però, in questo primo tratto e segnalata da una serie di segnavia correttamente distanziati, che ci permetto di raggiungere un colle che, una volta a casa, scoprirò essere il Colle dei Ciurlit (m 2280, circa 25 minuti dal bivio). Si prosegue seguendo la traccia che scende per il versante opposto verso la testata della valle Olocchia, crocevia di diversi percorsi e coronata da due minuscoli laghetti. Ad un certo punto i segnavia si perdono in un groviglio di giovani larici, ontani, felci, rododendri, … così scendiamo per un canale detritico, non ripido, e raggiungiamo per via diretta il sottante piano, dove troviamo uno sgangherato cartello che indica varie opzioni. Decidiamo di seguire quella per Ancium (S3 basso – B17) che poi ci dovrebbe riportare al Colle di Baranca dove riprendere il sentiero già percorso all’andata.  Anche in questo caso non esiste un sentiero, ma si segue una traccia discontinua segnalata da sbiaditi e radi segnavia in vernice. Percorso un breve tratto i segnavia ci portano a descrivere una sorta di ampio tornante in salita che ci porta in direzione opposta verso la zona da cui proveniamo. Tornati sui nostri passi facciamo un paio di tentativi di ricerca di una traccia che punti nella giusta direzione senza successo: tutte si perdono in un intrico impenetrabile di vegetazione.  Inutile perdere altro tempo. Avendo notato una traccia sul versante opposto della valle (ci sono persino due escursionisti), facciamo ritorno al bivio alla testata della valle, e prendiamo a seguire la traccia S4 – B17.
     Attraversato il torrente Olocchia, si prende a salire il versante opposto puntando ad una evidente cengia; qua la traccia, anche se molto lieve è percorribile e i segnavia più evidenti e, dopo circa un’ora si giunge all’Alpe Realpiano (m 1887), dove si riprendere a scendere in dolce discesa fino a portarci in prossimità del Torrente Olocchia, che prendiamo a seguire. In un’altra ora raggiungiamo l’Alpe Curtet (m 1651), anche in questo caso si tratta di ruderi. Uno sguardo al versante opposto: solo intricata vegetazione, nessuna traccia del sentiero che dovrebbe scendere da Ancium. Eppure, una bandierina verniciata su un masso, indica il punto di guado del torrente.
     Proseguiamo seguendo il corso del torrente e raggiungiamo l’Alpe Cangelli (m 1384). Ancora una ventina di minuti di discesa nel bosco lungo un ripido sentiero, e, finalmente, siamo a Piè di Baranca.   
     
 
METEO.  Cielo coperto. Calma di vento. Temperature: alla partenza 28°, al Colle 22°, al termine 19°.
 
FREQUENTAZIONE.   Diversi escursionisti fino lungo il sentiero per il Colle D’Egua; poi assoluta solitudine.
 
COMPAGNI:  Andrea e Paolo.

Tourengänger: Alberto C.


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