Monte delle Mine (m.2883)
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Dal parcheggio di Pont de Rèz (m.2020) si segue la comoda strada della Vallaccia, semi-pianeggiante ed inizialmente asfaltata toccando vari nuclei con baite, solo in parte ancora utilizzate (Case della Vallaccia, m.2080). Costeggiando il torrente omonimo sul lato orografico sinistro, e circondati da meravigliosi prati fioriti, a un certo punto si abbandona la strada salendo per questi ultimi. Durante la salita, a vista, forse avviata troppo prematuramente, si segue un'interminabile serie di dossi e vallette acquitrinosi, con pendenza quasi mai irresistibile, avvicinando gradualmente il lato NE del Monte delle Mine. La Cartina TABACCO si limita a riportare un percorso invernale che suggerisce l'aggiramento sul lato meridionale prima della salita in vetta, che mi è parso davvero eccessivo seguire fedelmente a giugno... pertanto, quando finalmente la salita si fa più continua e gradualmente i prati lasciano spazio ai primi detriti sassosi, risaliamo direttamente il lato E che ora assume una pendenza più severa. Quando tutto s'impenna e l'attenzione deve aumentare per evitare scariche di sassi, una provvidenziale costola rocciosa più sana facilita il procedere con brevi passaggi divertenti, prima che sul finire torni tutto più semplice giungendo all'uomo di vetta (m.2883).
Goduto un panorama di singolare bellezza - dominato indubbiamente dalle ombre quasi surreali del Bernina e dell'Ortles, con la Cima de Piazzi semi nascosta da nubi ballerine e dal più vicino Monte Forcellina - scendiamo dal ripido lato settentrionale, solcato da un sentierino su pietrisco, giungendo all'inizio dell'ampia sella che precede il Monte della Neve. Qui giunti optiamo per una discesa molto più diretta ed agevole della salita, rivelatasi alquanto azzeccata in quanto evitiamo così i molti acquitrini incontrati prima; verso la fine, su pendio cespuglioso fattosi più ripido e destinato a morire all'incrocio di due riali, un bel sentierino ci porta a solcare quello di sinistra permettendoci un più comodo raggiungimento della strada della Vallaccia, la quale non rimane che seguire sino al parcheggio.
CChiara Mi son goduta appieno l'ampia varietà di fiori... il sole... il tentare di scorgere almeno una delle immancabili sentinelle fischianti ma ne ho scorta solo una già distante che si stava dando alla fuga girandoci le spalle, correndo giù per il pendio e facendo ballonzolare su e giù il suo buffo sederotto. Anche i numerosi torrentelli e le tante zone paludose da traversare hanno comunque arricchito l'ambiente di un qualcosa in più, in netto contrasto con la parte finale della vetta rocciosa. Da provare!
Goduto un panorama di singolare bellezza - dominato indubbiamente dalle ombre quasi surreali del Bernina e dell'Ortles, con la Cima de Piazzi semi nascosta da nubi ballerine e dal più vicino Monte Forcellina - scendiamo dal ripido lato settentrionale, solcato da un sentierino su pietrisco, giungendo all'inizio dell'ampia sella che precede il Monte della Neve. Qui giunti optiamo per una discesa molto più diretta ed agevole della salita, rivelatasi alquanto azzeccata in quanto evitiamo così i molti acquitrini incontrati prima; verso la fine, su pendio cespuglioso fattosi più ripido e destinato a morire all'incrocio di due riali, un bel sentierino ci porta a solcare quello di sinistra permettendoci un più comodo raggiungimento della strada della Vallaccia, la quale non rimane che seguire sino al parcheggio.

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