Cascata "Centrale di San Giuseppe" @Valmalenco

Settimana scorsa, andando per salire Pirolin Pirolina, siamo passati davanti le cascate di San Giuseppe e abbiamo constatato che la Centrale fosse formata a sufficienza.
 
Così l’abbiamo scelta anche per come prima cascata di Adriano, amico di Raffaele da lunga data e sempre in forma tra scalate e corse.
La Centrale di San Giuseppe è una cascata visibile dalla strada, lunga ben 270 metri, continua, senza molti raccordi su neve, di facilissimo accesso e di grado massimo 3+.
 
Dal parcheggio gratuito prima del paese di San Giuseppe, torniamo indietro fino ad incontrare sulla nostra destra il sentiero che scende al torrente. Una volta scesi si svolta a destra e si attraversa il torrente passando sopra la piccola diga (presente uno spit per potersi calare dal muretto inclinato).
 
Siamo alla base e già 2 cordate ci precedono: una partita da poco ed una (guida+cliente) in preparazione.
Sotto un caldo sole, ma con qualche raffica di vento, attendiamo il nostro turno.
 
Sono le ore 10 quando Raffaele infilza il ghiaccio con la sua picozza.

L1: 40 m. Il risalto di ghiaccio parte dalla piccola diga, abbastanza verticale su tutta la larghezza. Raffaele sale centralmente seguendo la linea della guida che ci ha preceduto. Il ghiaccio è spaccoso ma al termine del tiro ci abbiamo già preso confidenza. Per non intralciare la via di salita delle due coppie che ci precedono sostiamo nettamente a destra, sulla parete rocciosa attrezzata co 3 vecchi chiodi e cordoni.
 
L2: 15 m. Dalla sosta molto a destra dobbiamo portarci al centro della cascata di ghiaccio, a sinistra, con un delicato traverso. Si affronta la candela da 10 metri, molto verticale, fino a sbucare e proseguire verso sinistra raggiungendo la sosta a spit. Il 1° e 2° tiro si possono unire qualora non fossero presenti altre cordate d’intralcio.
 
L3: 55 m. Raffaele prosegue lungo lo scivolo leggermente appoggiato tenendosi sulla sinistra. Il ghiaccio qui è più morbido. Sosta su 2 spit a sinistra.
 
L4: >60 m. Saliamo per il primo breve tratto di ghiaccio molto bagnato, una vera e propria doccia dal bacino in giù. Senza fare sosta Raffaele prosegue per il secondo tratto intermedio ed ultimo risalto di ghiaccio e quando termina la corda ci avviamo anche noi mentre lui raggiunge la sosta (spit).

L5: 50 m. Raffaele sale per una linea centrale, dove il ghiaccio pare più solido. Al termine del tiro il ghiaccio si fa più frammentato, come granita siciliana. Sosta su albero abbattuto. Andiamo poco più avanti su neve ed erba fermandoci in uno spiazzo piano e comodo a destra della cascata.
 
L6: 55 m. Primissimo tratto di neve e ghiaccio in leggera pendenza, poi si fa più verticale. Gli ultimi 6/7 metri possono essere saliti centralmente (90°) o più sul lato destro (più appoggiato, a risalti). Raffaele sale centralmente e noi lo seguiamo, con un po’ di fatica. Sosta su pino attrezzata. Ore 15:45.
 
Discesa: dalla sosta dell’ultimo tiro svoltare a sinistra e cercare la traccia di discesa, ora senza neve. Inizialmente si percorre per un lungo traverso e poi, sempre per esile traccia poco evidente, scendiamo per il bosco, sempre su fondo di aghi e terriccio (tratti esposti). Raggiunta l’Alpe Zocca l’ambiente si apre e si può notare la vernice rosso/bianca su quello che rimane delle baite in sasso. Si seguono i bolli, passando a fianco una fonte alla cui base si ergono stalagmiti di ghiaccio. Si inizia a perdere sempre più quota fino a raggiungere il ponte che permette di attraversare il torrente e riportarci sulla strada sterrata di andata. Da qui risaliamo il sentiero che riporta sulla strada asfaltata.

Tempistiche
Avvicinamento: 10min
Cascata: 5h45min
Discesa: 1h
 

Sebbene i tiri non mi siano piaciuti particolarmente se non i primi 2, la cascata è nel complesso carina, ottima per trascorrere una lunga giornata su ghiaccio mai troppo difficile.