Le nebbie dell'Asnass
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Tra le molte destinazioni che, insieme all'amico
POLI89, potevamo scegliere oggi, la decisione è probabilmente andata su quella con le peggiori condizioni metereologiche: l'alta valle Sessera, sulla Pnoramica Zegna nel Biellese..
Come si vedrà, data anche una certa mia propensione a climi umidi e creste nebbiose, di quelle che paiono non finire mai, la gita sul classico giro dell'Asnass ci regalerà grandi soddisfazioni.
Giunti al Bocchetto Sessera da Trivero, giriamo a destra e subito a sinistra e scendiamo i tre chilometri di sterrato con l'automobile sino al divieto di proseguimento, in località Casa del Pescatore. La strada è larga e in condizioni accettabili, occorre però procedere molto adagio facendo attenzione a qualche buco e numerosi sassi.
Ora a piedi attraversiamo il ponte sul Sessera e, guidati dai segnavia, volgiamo a destra. Una lunga gippabile sale con morbidi tornanti. Sembrerebbe noioso questo primo tratto ma consente un cammino allenante e sguardi sul sottostante, verdissimo, vallone. Ben in vista c'è pure la cresta che dal Monticchio corre alla Cima delle Guardie, luogo di un'entusiasmante cavalcata invernale nel febbraio 2020.
A un certo punto, un evidente pannello invita ad abbandonare il comodo per infilarsi in un sentiero che risale ripidi prati sino all'alpe Campo della Quara.
Da questo punto il sentiero è un po' da cercare e siccome non ne abbiamo voglia procediamo liberi nel canalone puntando l'evidente sella soprastante, raggiunta la quale si ha un bello sguardo d'insieme sull'itinerario che volge a destra e percorre integralmente la larga cresta transitando prima dalla Colma del Balmello e quindi in vetta all'Asnass.
Mano mano che prendiamo quota le nebbie si fanno più fitte e la cresta si nasconde tra vedo e non vedo dove ogni risalto pare la vetta e invece ne è solo un contrafforte, seguito da un profilo indefinito che ci obbliga a salire ancora.
Dopo due ore abbondanti eccoci finalmente in cima, la nebbia si è fatta fittissima, c'è vento e la temperatura si mantiene sui zero gradi. L'unico escursionista incontrato oggi, proprio sull'Asnass ci scoraggia nel proseguimento dell'anello: a suo dire, confermato dalla lettura di numerose relazioni, la discesa alla Balma delle Basse e relativa alpe può essere critica in assenza di visibilità.
Mesti dunque scendiamo per la via di salita che, innegabile, fatichiamo a trovare causa visibilità nulla nonostante l'avessimo transitata solo alcuni minuti prima.
Scesi di un centinaio di metri le nebbie si dissolvono e mentre le vette (Bo compreso) restano celate, il vallone sottostante con i suoi sentieri e i suoi alpeggi sono ora ben distinti.
In un attimo la decisione, scenderemo ravanando su prati prima e sentiero di traverso poi a quell'alpe laggiù che raggiunta non senza parolacce si rileverà essere il Giass. Ad Ovest si vede bene l'alpe Balma delle Basse addossata a un roccione dove sarebbe dovuto essere il nostro itinerario. Ci rendiamo così conto che il circuito ad anello si compirà anche oggi, solo un po' mozzato rispetto a quello in letteratura.
Altro ravano però ci aspetta per la discesa dal Giass: i sentieri sono malmessi e spesso si perdono e noi stufi di correr dietro a qualcosa di così evanescente decidiamo una volta ancora per calate, talvolta ripide e scivolose, su prati e fango residuo delle piogge notturne.
Che bellezza questo procedere in questo verde profumato che colora di lontani ambienti "so scottisch"!
Sosta all'alpe Piovale e poi cammino extra rilassante su ponderali verso il punto di rientro sino ad incontrare un nuovo bivio su sentiero segnalato.
Inforchiamo questo tratturo e mai scelta fu più azzeccata: la via costeggia il fiume con diapositive eccezionali sull'acqua, ci sono anche una cascata (Argentera) e due mini ponti Tibetani.
Un ultimo, misterioso, bosco ci riporta all'auto che ci attende, umidiccia, da cinque ore.
Dislivello assoluto aumentato di circa cento metri a causa dei vari saliscendi; tempi comprensivi di circa trenta minuti di pause totali.
Sviluppo: 12.5 Km; SE: 22 km circa.

Come si vedrà, data anche una certa mia propensione a climi umidi e creste nebbiose, di quelle che paiono non finire mai, la gita sul classico giro dell'Asnass ci regalerà grandi soddisfazioni.
Giunti al Bocchetto Sessera da Trivero, giriamo a destra e subito a sinistra e scendiamo i tre chilometri di sterrato con l'automobile sino al divieto di proseguimento, in località Casa del Pescatore. La strada è larga e in condizioni accettabili, occorre però procedere molto adagio facendo attenzione a qualche buco e numerosi sassi.
Ora a piedi attraversiamo il ponte sul Sessera e, guidati dai segnavia, volgiamo a destra. Una lunga gippabile sale con morbidi tornanti. Sembrerebbe noioso questo primo tratto ma consente un cammino allenante e sguardi sul sottostante, verdissimo, vallone. Ben in vista c'è pure la cresta che dal Monticchio corre alla Cima delle Guardie, luogo di un'entusiasmante cavalcata invernale nel febbraio 2020.
A un certo punto, un evidente pannello invita ad abbandonare il comodo per infilarsi in un sentiero che risale ripidi prati sino all'alpe Campo della Quara.
Da questo punto il sentiero è un po' da cercare e siccome non ne abbiamo voglia procediamo liberi nel canalone puntando l'evidente sella soprastante, raggiunta la quale si ha un bello sguardo d'insieme sull'itinerario che volge a destra e percorre integralmente la larga cresta transitando prima dalla Colma del Balmello e quindi in vetta all'Asnass.
Mano mano che prendiamo quota le nebbie si fanno più fitte e la cresta si nasconde tra vedo e non vedo dove ogni risalto pare la vetta e invece ne è solo un contrafforte, seguito da un profilo indefinito che ci obbliga a salire ancora.
Dopo due ore abbondanti eccoci finalmente in cima, la nebbia si è fatta fittissima, c'è vento e la temperatura si mantiene sui zero gradi. L'unico escursionista incontrato oggi, proprio sull'Asnass ci scoraggia nel proseguimento dell'anello: a suo dire, confermato dalla lettura di numerose relazioni, la discesa alla Balma delle Basse e relativa alpe può essere critica in assenza di visibilità.
Mesti dunque scendiamo per la via di salita che, innegabile, fatichiamo a trovare causa visibilità nulla nonostante l'avessimo transitata solo alcuni minuti prima.
Scesi di un centinaio di metri le nebbie si dissolvono e mentre le vette (Bo compreso) restano celate, il vallone sottostante con i suoi sentieri e i suoi alpeggi sono ora ben distinti.
In un attimo la decisione, scenderemo ravanando su prati prima e sentiero di traverso poi a quell'alpe laggiù che raggiunta non senza parolacce si rileverà essere il Giass. Ad Ovest si vede bene l'alpe Balma delle Basse addossata a un roccione dove sarebbe dovuto essere il nostro itinerario. Ci rendiamo così conto che il circuito ad anello si compirà anche oggi, solo un po' mozzato rispetto a quello in letteratura.
Altro ravano però ci aspetta per la discesa dal Giass: i sentieri sono malmessi e spesso si perdono e noi stufi di correr dietro a qualcosa di così evanescente decidiamo una volta ancora per calate, talvolta ripide e scivolose, su prati e fango residuo delle piogge notturne.
Che bellezza questo procedere in questo verde profumato che colora di lontani ambienti "so scottisch"!
Sosta all'alpe Piovale e poi cammino extra rilassante su ponderali verso il punto di rientro sino ad incontrare un nuovo bivio su sentiero segnalato.
Inforchiamo questo tratturo e mai scelta fu più azzeccata: la via costeggia il fiume con diapositive eccezionali sull'acqua, ci sono anche una cascata (Argentera) e due mini ponti Tibetani.
Un ultimo, misterioso, bosco ci riporta all'auto che ci attende, umidiccia, da cinque ore.
Dislivello assoluto aumentato di circa cento metri a causa dei vari saliscendi; tempi comprensivi di circa trenta minuti di pause totali.
Sviluppo: 12.5 Km; SE: 22 km circa.
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