Il Massale - Valle del Gavala


Publiziert von atal , 10. Juni 2020 um 23:03.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum: 6 Juni 2020
Wandern Schwierigkeit: T4 - Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 8:30
Aufstieg: 1200 m
Abstieg: 1200 m

Il Vallone di Gavala, nella bassa Valsesia, appare oggi ricoperto da un fitto bosco che gli conferisce un fascino selvaggio. Al pari di altre zone abbandonate, nel folto della vegetazione nasconde molte testimonianze dell'intenso sfruttamento a cui è stata sottoposta nei secoli passati. Vi troviamo infatti un gran numero di alpetti (una decina sono quelli toccati solo in questo giro) e un buon sentiero che ne risale la destra idrografica, ancora mantenuto fino all'Alpe Grossa.

La cresta che la separa dal versante di Morca presenta una serie di sommità che ricevono pochissime visite: la Cima del Vallé, la Cima di Selva Tuppa, la Massa e il Massale.

Tra queste verdeggianti cime si aprono i passaggi disastrosi e di nessuna praticità citati da Don Luigi Ravelli, dal 1904 al 1963 parroco di Foresto, nella sua guida "Valsesia e Monte Rosa", che è del 1924:
la Sella di Raspagialla, tra il Massale e la Massa; la Sella della Massa e la Bocchetta della Finestrella tra la Massa e la Cima di Selva Tuppa.
Una toponomastica che sembra di pura invenzione, come se fosse estrapolata da una romanzo di avventure...

Sulla scorta di queste suggestioni, progetto di ripercorrere i faticosi passi che portano dalla Cima del Vallé alla Cima di Selva Tuppa, quindi alla Massa e infine al Massale, toccando tutti i passaggi disastrosi del Ravelli, con discesa dal versante di Gavala, per i dimenticati alpi Bottorno e Concrén.

Sarà un bellissimo giro, nonostante la pioggia e la nebbia. Per amanti dei luoghi selvatici e abbandonati...

Il percorso
Parto con Ferruccio da Isola di Vocca, paese che un tempo veniva raggiunto attraversando il Sesia su una barca. Ci incamminiamo lungo il percorso segnalato e, attraversato il Croso della Gavala sul Ponte Castellotto, al bivio saliamo a sinistra seguendo il sentiero 608, che abbandoniamo alla radura dell'Alpe Vallè (1212 m), dopo aver toccato gli alpi Fej, Alcione e Terragnolo.  

Per la descrizione del percorso rimando al sito del CAI di Varallo: link

Fino qui circa 2 ore.

Procediamo con percorso facile ma scomodo per la vegetazione, a tratti intricata se ci si ostina a rimanere sul colmo, alla quota 1330 e quindi alla Cima del Vallé (1467 m) nodo orografico (ometto) alla testata del vallone del Croso della Gallina, nome che probabilmente è una storpiatura del nome originario. In zona infatti abbonda il maggiociondolo, o agalitt nel dialetto dell'Ossola e immagino che in Valsesia la parola usata non sia molto diversa...

Siamo all'inizio di una cresta accidentata dove le principali asperità si lasciano aggirare sul versante Ovest. Rimanendo in prossimità del colmo si guadagna in breve la Cima di Selva Tuppa (1472 m), di pochi metri più alta della Cima del Vallè. Oltre questo risalto la cresta cala bruscamente verso sud in un profondo intaglio. Scendiamo quindi sul versante Ovest e traversiamo in corrispondenza al muretto di sostegno di un vecchio sentiero - incredibile in un posto come questo - raggiungendo così la Bocchetta della Finestrella, il primo dei passaggi disastrosi citati dal Ravelli. Verso Morca scende uno stretto e ripido canale, davvero poco invitante.

Raggiunta nuovamente la cresta, la abbandoniamo subito per seguire una traccia che traversa a Ovest alla base di un tratto roccioso e che porta all'ampia Sella della Massa. Traversiamo ancora sul versante Ovest  per poi salire un ripido pendio misto di vegetazione e roccia, arrivando così in cima alla Massa (1554 m), ignorata cuspide verdeggiante cui non è concesso nemmeno il lustro di un ometto.

Oltre la Massa, proseguiamo verso Sud fino alla Sella di Raspagialla, quindi traversiamo sul versante di Gavala per aggirare una fascia di rocce e, superato un canale erboso, raggiungiamo un colletto sulla dorsale che scende verso Ovest a nord del Massale (IGM 1484 m).

Salendo verso una zona erbosa su tracce, in prossimità della cresta principale ci imbattiamo nei miseri resti dell'Alpe Sass Pian (ca. 1560m, forse coincidente con il Bottorno del testo del Ravelli, toponimo che sembra sconosciuto ai locali ai giorni nostri). Da qui saliamo ancora per poi traversare a monte di una giavina, dove si notano il calpestio e il muretto di un vecchio sentiero, per raggiungere un colletto sulla cresta a Sud della cima del Massale (1745), che da qui si raggiunge senza difficoltà (circa 5 ore da Isola).

Dopo una breve pausa, ritorniamo sui nostri passi fino a Bottorno e quindi scendiamo nel vallone sottostante. Poggiando a destra (Sud), arriviamo ai ruderi dell'Alpe Concrén (1323 m). Qui inizia a piovere e, frettolosamente, scendiamo sempre poggiando a destra senza trovare evidenze di sentiero, fino a quando il versante diviene una morbida faggeta, dove riconosciamo dei tornanti sepolti sotto le foglie. Poco più in basso, a valle di un alpetto per noi senza nome, incrociamo il sentiero 219 che, con lunga e piacevole traversata, ci riporterà a Isola, toccando gli alpi Massale, Or del Curt, Selletto, StalmezzoCima all'Erta

Anche per la descrizione di questo percorso rimando al sito del CAI di Varallo: link

Per il ritorno, dalla cima del Massale a Isola, circa 3 ore.

Tourengänger: atal
Communities: Hikr in italiano


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