Sasso della Boggia (2067 m) - EMTB
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Lunga pedalata sul percorso Ponte Filippi-Pesciüm e-bike con l’aggiunta dell’itinerario Alpi Bedretto Bike e della salita al Sasso della Boggia.
È stata un’abbuffata di alpeggi, 12 per la precisione, nel meraviglioso paesaggio dell’Alta Leventina e della Val Bedretto.
Il toponimo Boggia ha un triplice significato: “mandria di bestiame bovino pascolato in comune sull’alpe”, oppure “consorzio di patrizi proprietari del bestiame alpeggiato e sottoposto ad amministrazione comune" oppure "l'assemblea dei boggesi".
Inizio dell’escursione: ore 8:40
Fine dell’escursione: ore 14:30
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1019 hPa
Temperatura alla partenza dalla: 9°C
Isoterma di 0°C, ore 9.00: 3700 m
Temperatura al rientro: 19,5°C
Velocità media del vento: 5 km/h
Sorgere del sole: 7.18
Parto con l’auto da casa alle 6.50, con destinazione il Caseificio del Gottardo ad Airolo.
Alle 8:40, dopo aver ritirato all’infopoint della funivia il foglio con la mappa del percorso, posso partire con la bici in direzione di Sotto Nante e Giof. Apprezzo molto il fatto che nell’ufficio informazioni ci siano a disposizione gli itinerari stampati su fogli A4, tuttavia la segnaletica per questo primo tratto è carente. Sarebbe stato opportuno, alla partenza, indicare questo nuovo itinerario per e-bike con un segnavia ufficiale. Trovo, per contro, la prima indicazione su un tornante della strada per Nante a quota 1268 m. È un umile cartello di legno vettoriale con la scritta “Ponte”. Più avanti ne vedrò ancora solo due o tre, dopo di che, con una buona dose di immaginazione suppositiva, mi devo affidare alla segnaletica per escursionisti a piedi. Imboccata la sterrata forestale tiro dritto fino al Ponte Filippi (1300 m) sul fiume Calcaccia o Calcascia. Una targa informa che questo ponte è stato donato alla Comunità da Roberto Filippi di Airolo per il 50esimo di fondazione della sua ditta, la segheria più importante della regione. È stato inaugurato il 14 luglio 2012.
Il torrente Calcascia è attualmente in secca; noto tuttavia nel suo alveo un grande tronco di abete che testimonia la potenza che assume il fiume in piena.
La seconda sosta è a Giof (1386 m), che raggiungo dopo tre quarti d’ora dalla partenza.
Questo monte è un importante crocevia di sentieri e di stradine, che visito più volte all’anno.
A partire da Giof il paesaggio diventa incantevole. Mi fermo all’Alpe di Ravina per chiacchierare un po’ con l’alpigiano Alessio, intento a tagliare un grosso tronco con la motosega. Sono gli ultimi giorni di permanenza all’alpeggio. Una volta finito lo stoccaggio di legna per alimentare la caldaia nella prossima stagione, tornerà a casa, a Bergamo.
La sterrata ora si impenna: la salita qui è dura, a prescindere! L’aiutino del motorino non può evitarmi il fiatone. Ma sarà ancora più dura nell’ultima erta su pista da sci, (che non fa parte dell’itinerario per bici) per raggiungere il Sasso della Boggia. Devo compiere delle inversioni come si fanno nello sci escursionismo. Per dirla tutta, con le pelli di foca feci meno fatica.
Alle 10.45 pervengo alle due panchine del Sasso della Boggia (2067 m): geschafft!
C’è un velo di nebbia che mi impedisce di godere dell’abituale panorama che si ha dal piazzale d’arrivo della funivia.
Mi fermo sì e no un quarto d’ora, quindi scendo a Pesciüm, sulla stradina di servizio. La discesa è più facile di quanto immaginassi. Vorrei mangiare qualcosa e nel frattempo ricaricare la batteria. Purtroppo nella cassetta dei cavetti, che gentilmente l’oste mi mostra, mancano quelli adatti alla mia bici: che delusione!
Il gentile cameriere si scusa e fa persino un paio di telefonate alla direzione per avere dei ragguagli: niente da fare.
[Qualche giorno dopo invio una mail ai responsabili della società che gestisce gli impianti. Debby mi conferma che questo modello non fa parte del loro stock, ma che provvederanno ad acquistarlo. Grazie per l’attenzione e per la gentilezza!]
Mi rimane il 40% di carica; con un po’ di attenzione dovrebbe bastare per il percorso Alpi Bedretto Bike 390, che conosco per averlo già fatto l’anno scorso con la mtb muscolare.
Alle 11.30 mi avvio sul bellissimo tragitto, adatto a tutti, che dà la possibilità di vedere diversi alpeggi e al ritorno verso Airolo i bellissimi paesini della Val Bedretto. Sono circa 3 h supplementari di bici che completano la divertente giornata trascorsa nell’Alta Leventina.
La salita al Sasso della Boggia con la mtb è stata fonte di grande soddisfazione, che nemmeno il velo di nebbia presente ha intaccato. Il percorso successivo Strada degli Alpi è come sempre un inno alla natura e al lavoro dell’uomo sugli alpeggi.
La cena è stata allietata da una fetta di gustoso Ravina, dalla “pasta compatta, soffice e cremosa, con note di burro e panna e un intarsio di aromi di erba alpina e frutta secca”.
Ravina accompagnato da un buon Merlot e da pomodori bio
Tempo totale: 5 h 50 min
Tempi parziali
Caseificio del Gottardo (1176 m) – Giof (1386 m): 45 min
Giof (1386 m) – Alpe di Ravina (1775 m): 25 min
Alpe di Ravina (1775 m) – Sasso della Boggia (2067 m): 35 min
Sasso della Boggia (2067 m) – Pesciüm (1745 m): 15 min
Pesciüm (1745 m) – Alpe di Cristallina (1800 m): 1 h
Alpe di Cristallina (1800 m) – Ronco (1480 m): 1 h 5 min
Ronco (1487 m) – Caseificio del Gottardo (1176 m): 35 min
Dislivello in salita: 1449 m
Dislivello in discesa: 1438 m
Quota massima: 2067 m
Quota minima: 1157 m
Sviluppo complessivo: 38,7 km
Difficoltà MTB: PD
Consumo batteria fino al Sasso della Boggia: 57%
Consumo batteria all’arrivo: 82%
Coordinate Sasso della Boggia: 690'074 / 151'427
Coordinate Alpe di Valleggia: 681'780 / 149'572
Copertura della rete cellulare: Swisscom buona
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