Corni del Nibbio


Publiziert von cai56 , 26. Juli 2018 um 18:21. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:25 Juli 2018
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Klettern Schwierigkeit: II (UIAA-Skala)
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 2:45
Aufstieg: 713 m
Abstieg: 711 m
Strecke:Parzialmente circolare 11,30 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Milano a Lecco lungo la superstrada 36, con uscita in direzione Valsassina. Alla rotonda di Ballabio prendere verso i Piani Resinelli e parcheggiare presso il ponte sul torrente Grigna.

Visto che la mitica parete est del Nibbio appare preclusa all'arrampicata (ovunque, avvitati alla roccia, cartelli "Proprietà privata - divieto di accesso"), non resta che un avvicinamento escursionistico: le due ben distinte cime possono essere avvicinate in modo divertente tramite due tracce di passaggio (peraltro apparentemente scarsissimo) che richiedono l'appoggio delle mani sulla roccia. Partendo da Ballabio e salendo la Val Grande, si può usufruire della vasta rete di sentieri tradizionali per variare a piacere il percorso: recentissima la chiara e funzionale segnaletica verticale messa in opera congiuntamente dal CAI Ballabio e dal locale Gruppo ANA (successivamente dissociatosi per divergenze tecniche).


Appena attraversato il ponte sul torrente, si segue in salita la Via Grigna trovando le prime segnalazioni: dall'asfalto si passa allo sterrato e si seguono i cartelli per i Piani Resinelli; evitati alcuni bivii sulla destra per la Chiesetta (via di ritorno) e la falesia di Vaccarese, di poco oltrepassato il Sasso Galli (masso strapiombante con numerosi passaggi scavati o applicati artificialmente), si procede verso sinistra in direzione dei Corni del Nibbio. Il sentiero risale il fitto bosco attraversando qua e là piccoli torrenti, la cui portata è fortemente influenzata dalle piogge; alcuni tratti rocciosi gradinati permettono di guadagnare rapidamente quota e salire a raggiungere le baite pericolanti a margine del pascolo di Prà Pallino. Invertendo bruscamente direzione, lungo un sentiero assai scavato dalle acque e dai passaggi, a margine del prato, si arriva allo spiazzo che si apre alla base dello spigolo del Nibbio (famosa via propedeutica che, per l'usura dei passaggi, ormai si guadagna ampiamente quello che in origine era un disputato V grado). Qui compare la linea di demarcazione coi cartelli di divieto (anche passaggio o solo arrampicata? Comunque un gruppetto di affabili inglesi sta accingendosi ad attaccare la Via Cassin originale). Si costeggia quindi la base della parete est (infissa nella roccia la storia tecnica dell'evoluzione dell'ancoraggio fisso: dal chiodo a lama, al fix, al resinato…), si passa nel corridoio formato dalla "Punta Rossi" e si inizia la salita di una rampa ghiaiosa che curva verso destra fino a trasformarsi in canalino: destreggiandosi fra i massi instabili, si arriva ad una biforcazione. Salendo a sinistra, si arrampica (I°) qualche metro per un ripido pendio erboso misto a roccette sporgenti; a destra (II°) si entra in un caminetto e poi se ne risale la parete destra (5 metri) fino all'altezza della cresta sommitale, incontrando anche un paio di spit. Raggiunta comunque la dorsale fra i Corni, si prosegue verso destra lungo vaghissime tracce, aggrappandosi utilmente ai ciuffi d'erba, fino alla piatta sommità, dove troviamo alcune robuste catene di calata. Spettacolare il panorama sul versante meridionale della Grignetta. Per proseguire verso il Corno Meridionale (quello culminante nonostante le apparenze), occorre tornare al filo di cresta e proseguire facilmente nell'erba fino ad oltrepassare la Sella dei Corni: "passo chiave" del percorso è un caminetto di 3-4 metri (II°), poi si prosegue fra erba, cespugli e qualche roccetta fino alla cima, che porta i resti del basamento di un piccolo traliccio metallico. Per la discesa, che appare il tratto più fastidioso, occorre riportarsi alla Sella e poi scendere verso sinistra fino a raggiungere - aggrappati ad ontani e sorbi - la base delle rocce del Corno Settentrionale, dove si ritrova un buon sentiero. Dal Prà Pallino si segue il sentiero per i Resinelli e si scende alla carrozzabile in Piazza Daniele Chiappa: da qui si procede lungamente su asfalto fino al dodicesimo tornante. La pista sterrata (che poi si trasforma in sentiero pianeggiante), ancora indicata su alcune vecchie carte come "strada ferrata", coincide con l'antico tracciato della ferrovia decauville che metteva in comunicazione le miniere di piombo e galena della Val Grande con quelle della Val Calolden; lungo il percorso, o nei suoi pressi, si aprono gli imbocchi di almeno cinque gallerie: due sarebbero visitabili, ma chiuse. Poco oltre l'ultima miniera, il sentiero scende verso il fondo della Val Grande e torna ad accostarsi al Sasso Galli: per non ripetere il percorso di salita, è possibile variare in direzione dell'Alpe Campo, ai piedi della falesia di Vaccarese e in direzione dello Zucco di Teral. Dalle cascine si segue la sconnessa carrareccia di accesso fino a raggiungere la Cappelletta degli Alpini: proseguendo lungo la larga traccia, si torna allo sterrato di Via Grigna e quindi al parcheggio.


 
https://www.relive.cc/view/g23025220507

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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