Pizzo Formalone, Cima del Sassone, Monte Ziccher

Ecco l'ennesimo ritorno in Ossola che, forse per suggestione personale, coincide con l'inizio dell'estate e con l'incontro con le montagne, quelle vere.
Obiettivo di giornata è il monte Ziccher in val Vigezzo; visti i tempi ridotti mi porto con l'auto sino al parcheggio del Blizz, dove termina la strada che sale da Craveggia passando dalla Vasca.
Intercetto subito il sentiero M37, mi metto in marcia e raggiungo un alpe poco sopra dove perdo le tracce segnalate. Ad occhio vado a sinistra e comincio a camminare su un lungo traverso ascendente verso Ovest. Mi è ben facile capire di aver scelto la via sbagliata ma camminare qui è così bello e così allenante che procedo sino ad intercettare il sentiero M33 che sale dalle Vasche.
Ora una buona mulattiera risale il bosco con ampi tornanti e un ultimo traverso mi porta alla bocchetta di Sant'Antonio dove il monte Ziccher è ben visibile.
Visto che sono arrivato qui in poco più di un'ora, decido di ottimizzare la situazione e, invece di puntare allo Ziccher, giro a sinistra e su un pratone molto ripido mi dirigo al pizzo di Formalone. In cima al pratone continuo a mezza costa e, intercettato il Formalone, ne risalgo la comoda cresta.
Già pronta la fotocamera per il selfie di rito, mi rendo conto che la mia meta non è questa che è solo un'elevazione senza nome. Ripongo l'apparecchio, scendo brevemente e sempre in cresta giungo ora alla vera cima. Lo spettacolo offerto dal cielo odierno è di prim'ordine, con i giganti che si esibiscono in tutta la loro grandezza; mi soffermo poco perchè adesso vorrei andare al Sassone. Scendo allora per cresta opposta e miro alla cima con la croce.
Presto devo abbandonare il filo e portarmi più basso sul versante meridionale per giungere sotto l'edificio sommitale che risalgo per rade e ripide tracce prima e per cresta decisamente esposta poi.
Qui mi prendo una pausa senza sapere esattamente dove mettere gli occhi: in ogni dove essi guardano è talmente bello da far girare la testa.
Per la discesa sula stessa via di salita è però bene avere occchi, testa e piedi bem fermi, almeno sino al punto in cui rintracccio un sentierino che traversa sotto il Formalone per riportarmi di nuovo alla bocchetta di Sant'Antonio.
Il tempo c'è e allora via sul ripido per salire anche lo Ziccher. Tutto semplice sinchè non incontro un passaggio franato che devo attraversare e dove non sta fermo un granello di sabbia.
Con tecnica personalissima supero l'ostacolo e poi è bello fare un paio di passi di facile arrampicata per ritrovare il prato che mi porta in vetta dove mi fermo ad ammirare il Ruscada, il Gridone, un spicchio di lago e gli amati monti del Malacantone tra cui indovino da lontano Lema, Gradiccioli e Tamaro.
Scendo adesso per cresta opposta sperando di intercettare il famoso M37 che avrei dovuto percorrere a salire. La discesa dal cupolone dello Ziccher è tuttavia ostica nel primo tratto e devo porre una certa attenzione anche nell'individuazione di una traccia percorribile.
Poi son solo prati e boschi, perlopiù dolcissimi che in un'oretta mi portano prima all'alpe Oro e dopo all'auto.

Per chi volesse salire dal Blizz con l'M37, consiglio di non prendere subito il sentiero, bensì percoorrere la stradina che porta all'Agriturismo Bricola. Qui, alzare lo sguardo e puntare all'Oraatorio del Blizz (scritta rossa molto grande sulla parete). Giunti all'oratorio per prati si trova il sentiero segnalato.

Dislivello con saliscendi. Tempi commprensivi di 30 miinuti totali di pause.
Sviluppo: 12 km circa; SE: 22.5 km circa.