Grignone semi-invernale
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Neve molle e molto pestata a partire da 1700 metri, continua dal bivacco Riva-Girani. Siamo in quattro, partiamo alle 8.15 dalla chiesetta e alla partenza raccolgo alcune considerazioni: non stiamo per fare un Grignone invernale, è comunque un buon allenamento. Personalmente comincio ad arrivare ai Comolli poi farò il punto. Facciamo un quarto d’ora di sosta al Pialeral. <<Il meno è fatto!>> dice un amico. <<Come diceva l’avvocato Tito Torrisi, protagonista del film "Il burbero" con Celentano.>> aggiungo io.
Alle 10.30 siamo al bivacco dove sostiamo un altro quarto d’ora e ci equipaggiamo con ghette e ramponi, per poi essere superati da una serie di sky-runner in scarpette e pantaloncini, sia uomini sia donne, ognuno dei quali ci distanzia in pochi minuti. Ci prenderemo la rivincita più avanti quando loro interromperanno l’allenamento prima della cima causa neve. Procediamo su neve morbida molto pestata. Sulla seconda parte del “muro del pianto”, dove la pendenza e lo spessore della neve aumentano, faccio fatica. Esattamente un anno fa sono salito da qui senza un filo di neve. Oggi, fuori dalla via tracciata, in qualche valletta si notano accumuli di valanghe.
Sono le 12.30 quando raggiungo la cresta, i miei soci saranno già in cima. Faccio 15 minuti di pausa pranzo, mi è indispensabile, poi riparto. La traccia è sempre presente, per qualche metro mi sembra troppo vicina al filo e allora mi sposto poco più in basso su una traccia meno marcata. Nel caso trovassi un punto in cui non mi fido mi fermerò oppure se troverò i miei soci che stanno scendendo scenderò con loro. Li incontro alla croce di vetta, alle 13.30, giusto al tempo-limite che mi ero dato. Sono comunque soddisfatto della meta raggiunta e di un’escursione non breve in ambiente parzialmente innevato che ha dato un’idea dell’alta montagna. La discesa non riserva sorprese, si affonda un po' nella neve ma neanche tanto.
Alle 10.30 siamo al bivacco dove sostiamo un altro quarto d’ora e ci equipaggiamo con ghette e ramponi, per poi essere superati da una serie di sky-runner in scarpette e pantaloncini, sia uomini sia donne, ognuno dei quali ci distanzia in pochi minuti. Ci prenderemo la rivincita più avanti quando loro interromperanno l’allenamento prima della cima causa neve. Procediamo su neve morbida molto pestata. Sulla seconda parte del “muro del pianto”, dove la pendenza e lo spessore della neve aumentano, faccio fatica. Esattamente un anno fa sono salito da qui senza un filo di neve. Oggi, fuori dalla via tracciata, in qualche valletta si notano accumuli di valanghe.
Sono le 12.30 quando raggiungo la cresta, i miei soci saranno già in cima. Faccio 15 minuti di pausa pranzo, mi è indispensabile, poi riparto. La traccia è sempre presente, per qualche metro mi sembra troppo vicina al filo e allora mi sposto poco più in basso su una traccia meno marcata. Nel caso trovassi un punto in cui non mi fido mi fermerò oppure se troverò i miei soci che stanno scendendo scenderò con loro. Li incontro alla croce di vetta, alle 13.30, giusto al tempo-limite che mi ero dato. Sono comunque soddisfatto della meta raggiunta e di un’escursione non breve in ambiente parzialmente innevato che ha dato un’idea dell’alta montagna. La discesa non riserva sorprese, si affonda un po' nella neve ma neanche tanto.
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