Alpaia - Valle Antigorio


Publiziert von atal , 6. November 2017 um 23:45.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum: 4 November 2017
Wandern Schwierigkeit: T4+ - Alpinwandern
Wegpunkte:
Zeitbedarf: 6:00
Aufstieg: 1000 m
Abstieg: 1000 m

Alpaia (1726 m CNS) non è tanto un alpe, quanto il nome collettivo di un gruppo di alpetti abbandonati, i cui  nomi sono documentati solo sulla Mappa Rabbini...e sul sito dell'amico Ferruccio, che mi ha accompagnato in questa escursione.

A quote progressivamente crescenti troviamo Il Pajà, da cui evidentemente è derivato il "moderno" nome Alpaia (presente sulle mappe a partire dalla IGM del 1914), quindi La Pioda di Sotto, La Pioda e infine Il Court del Fré, in italiano Corte del Fabbro.

Il versante dove sono collocati è oggi un ripido bosco che si erge sopra cave in disuso, intervallato da fasce rocciose che giustificano ampiamente un toponimo come Pioda. L'alpetto con questo nome in effetti è costruito proprio sulla sommità della grande parete alle spalle di Case Cini, la Pioda o Mittag Blattu, la parete del mezzogiorno per i walser di Salecchio.

Il Pajà lascia invece supporre che in passato le baite servissero più come ricovero per chi saliva in cerca di erba da sfalcio, che per condurvi animali al pascolo, vista l'esiguità degli spazi sfruttabili e i dirupi che li circondano.

Quello che rimane dei sentieri di un tempo è ridotto a tracce evanescenti e le evidenze dei vecchi percorsi a pochi rudimentali gradini di pietra, ad ulteriore testimonianza della scarsa frequentazione di questi luoghi anche in tempi molto diversi dai nostri, tempi in cui si saliva fino qui per integrare una misera economia di sussistenza.

Andata
Lasciamo la macchina nel parcheggio sotto la chiesa di Rivasco, a cui si accede imboccando la stradina per Case Cini.

Attraversiamo il Toce sul ponte e, senza addentrarci tra le case (che visiteremo al ritorno), imbocchiamo la strada di campagna che percorre la sinistra idrografica verso NE. Dove il Toce piega verso Nord, proseguiamo dritti nei prati (NE) giungendo nei pressi di un rudere al limitare del bosco. Un sentiero risale una zona di terrazzamenti e in breve esce dal bosco nei pressi di una baita ancora in buono stato. Raggiunta una strada bianca a servizio delle cave, la seguiamo verso destra (Sud), fino ad una cava in disuso dove termina. A destra (Sud) di un serbatoio arrugginito imbocchiamo un sentiero che entra nel bosco e porta in un canalino, dove una scaletta in ferro appoggiata alle rocce (attenzione: non è fissata) consente di superare un piccolo salto. Al di sopra della scaletta, inizia una giavina, dove troviamo dei segni di vernice blu che portano a salire per un breve tratto la pietraia e poi la attraversano verso sinistra (N). Nel bosco fanno la loro comparsa dei segni rossi che indicano di proseguire a sinistra (N) ma noi non li seguiremo perché è probabile che abbiano a che fare con la cava piuttosto che con gli alpeggi (ipotesi non verificata).

Risaliamo il versante nel bosco sulla linea di massima pendenza (SE) fino a circa 1250 m di quota e quindi traversiamo su terreno scomodo (ripido, sassi smossi, piane cadute) verso Nord, vicini ai piedi delle grande parete ben visibile anche dal fondovalle. Perdendo pochi metri di quota (in questo tratto è presente anche una traccia), si arriva sotto una parete aggettante, dove si può notare il resto di un muretto. Poco oltre si giunge all'imbocco di un breve canale, che si risale arrivando così al poggio che ospita i miseri ruderi de Il Pajà: una baita azzerata e una balma.

Saliamo nel bosco, dove ritroviamo i segni blu. Da qui in avanti la traccia è abbastanza evidente e porta a salire verso destra (SW) in modo da contornare la grande parete. Giunti vicini ad un affaccio sul vallone del Rio Scheggianotta, il sentiero volge a NE e raggiunge il rudere de La Pioda di Sotto, posto su un pianoro e circondato dagli abeti.

Risaliamo il versante alle spalle dell'alpetto poggiando a destra (SE) e in breve, su tracce poco evidenti, arriviamo a La Pioda, costruito in una radura alla base di una parete. La prosecuzione del sentiero è poco chiara ma sembra che traversi a destra (Sud), per poi risalire il versante a balze e giungere al Court del Fré con un traverso da Sud a Nord (questo traverso con cui il sentiero termina è riconoscibile quando si arriva alle baite).

Noi invece siamo saliti con un percorso più diretto, incontrando prima un rudere isolato, poi il nucleo principale di Court del Fré , probabilmente il più importante tra gli alpetti della zona.
I ruderi sono circondati da piccoli larici che stanno colonizzando quello che forse un tempo era un pascolo per capre o pecore oppure, semplicemente, un terreno da sfalcio. 

Ritorno
Per il ritorno percorreremo un traverso in direzione Ovest fino all'Alpe Croce, situato sul sentiero segnalato del Lago di Cramec.

Il traverso in questione è una traccia di animali, che in alcuni tratti presenta anche un discreto calpestio e da cui non sarebbe difficile, volendo, ricavare un sentiero vero e proprio. Nel tratto iniziale si passa sopra un salto vertiginoso ma il senso di esposizione è mitigato dalla presenza di vegetazione. Quando si entra nella valle del Rio di Cramec la traccia diviene confusa e la vegetazione più intricata (la scelta è tra ontani sotto e rododendri pochi metri più alto...). Nel tratto finale siamo passati sopra una zona di sorgenti (quando sarebbe stato più comodo passare pochi metri più in basso), incontrando delle piodate completamente rivestite da uno strato di ghiaccio, il cui aggiramento ha richiesto un po' di contorsioni tra gli ontani. Dalle sorgenti, un sentiero porta ad un rudere isolato e quindi alla baita ancora in uso dell'Alpe Croce.

Scendiamo quindi in fondovalle su sentiero ben segnalato e ripulito, già noto da una precedente visita. Arrivati sulla strada asfaltata nei pressi di Foppiano, prendiamo la stradina sulla sinistra (W) che in breve ci riporta sulla strada di cava dove eravamo passati all'inizio del giro.

Tempi
Case Cini - Il Pajà: 1:30
Il Pajà - La Pioda di Sotto: 20' 
La Pioda di Sotto - La Pioda: 10'
La Pioda - Il Court del Frè: 20'
Il Court del Frè - Alpe Croce: 1:10
Alpe Croce - Case Cini: 1:20

Link alla pagina su Alpaia sul sito di Ferruccio:


Tourengänger: atal
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (7)


Kommentar hinzufügen

Zaza hat gesagt:
Gesendet am 7. November 2017 um 07:08
Wow, questo giro deve essere super-stupendo, visto che Ferruccio l‘ha fatto una seconda volta ;-)

Ciao, Manuel

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 7. November 2017 um 18:41
In realtà era per non restare a casa e per dare un’occhiata, nel caso ci fosse qualcos’altro di interessante, a parte ovviamente i funghi per fare il Fernet ;-0
Andrea

Menek hat gesagt:
Gesendet am 7. November 2017 um 10:32
sempre bei ambienti

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 7. November 2017 um 21:09
Curioso come alcuni di noi siano attratti da luoghi da cui altri sono fuggiti appena ne hanno avuto la possibilità...
Come diceva una ex-alpigiana intervistata dalla TV svizzera: "la Valgrande è brutta brutta brutta". Questa non è la Valgrande ma è (almeno) altrettanto brutta...

Menek hat gesagt: RE:
Gesendet am 8. November 2017 um 12:00
Vero quello che dici...ma a me questi paesaggi piacciono, soprattutto in autunno. Hanno un non so che di misterioso...

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 8. November 2017 um 12:49
Concordo.
Altrettanto misteriosi sono i “dirimpettai” Court di Martinitt e il Cugnò, visitati lo scorso anno: http://www.hikr.org/tour/post115789.html

mauriziost hat gesagt: RE:
Gesendet am 23. Mai 2023 um 20:12
Ah non è proprio così è a l'ovi che è brutto il resto stupendo


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