Il Telegrafo non và... mi butto in Carena e viaggio altrove!
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Oggi doveva essere la giornata del “Centenario”, la mitica ferrata che sale verso il Resegone, ma complice un paio di fattori sfavorevoli, cambio programma all’ultimo momento e punto ancora verso la Val Caffaro, già visitata giusto un paio di mesi fa.
Giusto allora mi ero ripromesso che sarei ripassato presto da queste parti, perché il Monte Telegrafo sarebbe stato il mio prossimo obiettivo.
Trovato con fatica l’inizio del sentiero, capisco subito che la giornata oggi sarà (parzialmente) di merda, e non tanto per la pioggia che ha reso scivoloso il sentiero, ma per il discreto quantitativo di letame (boassa tendente alla diarrea) che lorda la prima parte di percorso; tant’è che dopo 10 minuti di cammino, ho dovuto togliere con la mitica paletta da pasticcere e con la delicatezza che mi contraddistingue, la merda dagli scarponi che oramai aveva raggiunto una "quota" troppo over. Forse vi starete domandando come mai uno gira con la paletta da pasticcere in montagna… ma… saranno un po’ cazzi miei???
Comunque, bella la transumanza è, ma che cojoni!
Dopo aver superato con una certa eleganza il primo tratto, che è anche un poco wild, il sentiero sbuca sulla strada a.s.p. che sale verso destra, la si percorre per 15/20 minuti, sino a quando ad un bivio trovate il cartello per la malga Doletten, proseguite verso quest’ultima sino ad individuare ancora il percorso su sentiero.
E’ un continuo salire su stretti tornanti che tagliano la meravigliosa abetaia, e di tanto in tanto, si incrocia la strada a.s.p. che costeggia il sentiero… ma si sale inesorabilmente, sino a quando all’ennesima deviazione troviamo la palina per il Monte Carena (409).
Il sentiero ora si fa un po’ più stretto, per un breve tratto quasi invisibile, ma con molta attenzione non si farà fatica a trovare di nuovo la strada a.s.p. che percorreremo per 15 minuti sino a giungere alla Malga Doletten. In questo tratto la bollatura a volte è un po’ fuorviante, e pure flebile… non fatevi prendere dall’ansia da prestazione e tutto andrà per il meglio.
Arrivati alla Malga, la bollatura 409 prosegue a destra per il M. Carena, mentre un po’ prima della malga stessa, la carrareccia prosegue il suo cammino sino al soprastante Casinello Doletten (non ci sono indicazioni) ; io per accorciare il tragitto e divertirmi di più ho risalito il pendio erboso, una volta giunto al Casinello, sono stato salutato dalle numerose Marmotte che qua hanno letteralmente colonizzato il posto.
Lasciata sulla sinistra (N) una flebile traccia che sale verso la cresta (è giusta anche quella,anzi…), io ho imboccato una evidente traccia di sentiero che sale verso E senza eccessiva pendenza, fatti 100 mt di dislivello mi sono ritrovato sulla bella dorsale erbosa. Qua si naviga letteralmente a vista, ma il M. Telegrafo è ancora nascosto.
Ora in falsopiano si punta verso N sino a giungere in breve tempo al Passo dell’Arciprete, dove si trova la relativa Santella e pure il Bivacco, da qua, si segue il ripido pendio erboso e si guadagna la cresta dove sono presenti diversi saliscendi; saranno state le spesse nuvole che ora hanno coperto le cime e il percorso , sarà stato lo strano affanno che mi ha colpito all’improvviso, o lo sa il cristo, ma proprio prima del Dossone Dolò ho alzato bandiera bianca! Peccato, ma continuare in quelle condizioni sarebbe stato un po’ azzardato… per le forti emozioni per un po’ sono a posto.
Siccome tira pure un certo vent’uccello, prendo la saggia decisione di alzare i tacchi e scendere velocemente al Bivacco, che, pur scomodo che sia, almeno mi ripara dal quel fottuto, malefico, freddo soffio di Eolo.
Visto che il Sole fa raramente mostra di sé, decido di non fermarmi troppo al Bivacco e guadagnare così il sentiero che prosegue a S in moderata pendenza, tempo mezz’ora (forse meno), ed eccomi qua sulla Croce di Carena dove ad aspettarmi trovo un magnifico esemplare di Volpe. Una nuvole si “apre” e riesco a fare qualche foto… laggiù in fondo vedo Bagolino.
Adesso riprendo il sentiero 409 che scende tra i numerosi Rododendri, seguendo una flebile ma visibile traccia, e, stando molto attento alle vecchia bollatura posta sui Larici ormai rinsecchiti, giungo spedito alla sottostante Malga Doletten dove imbocco il sentiero fatto all’andata. Prima di arrivare all’auto, ci stanno pure un paio di cadute “a culo floscio” su roccette infide, umide e nascoste dal fogliame… e tanti saluti al Cocige!
Nota 1): Divertente giro in quel della Val di Caffaro, un posto dove i pascoli di alta montagna sono intervallati da Cime di un certo impegno, i panorami che si godono da qua valgono il prezzo del gasolio e soprattutto, oggi come due mesi fa non ho trovato anima viva! Le difficoltà tecniche sono pressoché inesistenti, solo la cresta per il Telegrafo merita una certa attenzione, ma il T3 l’ho messo perché il sentiero spesso va interpretato e la bollatura non sempre ti aiuta, in più, si va anche in alcuni tratti fuori percorso. Telegrafo… sarà per la prossima volta!
Nota 2): Cose a caso e chi se ne frega.
Chi se ne frega: Antonella Clerici è stata tradita dal nuovo compagno.
Chi se ne frega: La Gran Bretagna vuole uscire dall’Unione Europea.
Floating Piers ha aperto i battenti. E CHISSENEFREGA!!!!!
Nota 3): Irriverente Eric…
BABBIONA 90 years (Dedicated to: Queen Elizabeth).
La vecchia monarca,
ha perso il menarca,
è come ‘na sorca,
ma di sottomarca ,
buttiamola a mare… e si fotta anche l’Arca!
A’ la prochaine! Menek und Olmo.
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