Un Castello (?) con due giullari...
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Eccomi qua ancora una volta con il mio amico Piero, per un giro di breve durata ma assolutamente gustoso e piacevole, chi dava il “Cinghiale” già per morto una settimana fa non ha fatto i dovuti calcoli... ma dopo questa camminata per lui il "baratro" è sempre più vicino. :) Qualcuno potrà chiedersi: che cavolo di giro hanno fatto ‘sti due? Niente di che amici, solo un’ escursione di corto sviluppo ma con pendenze interessanti, tanto che, quando il Piero è arrivato in cima era più rosso del libretto di Mao.
Lasciata l’auto nel comodo parcheggio ad inizio paese, abbiamo imboccato sul lato opposto della strada la Via M. Castello, percorsi 50 m, sulla sinistra si stacca il nostro sentiero che lambisce una piccola cascinetta; la mulattiera prosegue in moderata pendenza sino ad un vicino roccolo, dirimpetto la costruzione, si stacca il sentiero che porta alla Croce di Castello (c’è una palina direzionale).
La traccia parte subito bella ripida su una comoda cresta, si affrontano diversi tornanti che aiutano la progressione, ma si capisce benissimo che da qua in poi ci saranno cazzi da cagare per arrivare sulla cima. Il sentiero mantiene sempre una certa pendenza, oltrepassa un bosco di agrifogli, e quando il peggio sembra passato, ecco l’ultimo breve ma infame strappo che porta verso la sommità; grazie alla verticalità del sentiero , per raggiungere la prima meta ci vuole veramente poco, e una volta toccata con mano la croce, la visuale di cui adesso godiamo è di assoluto rispetto.Meno di 1h dal via.
Come da me previsto, lascio lo zaino sulle comode panche poste a ridosso della croce, e con passo spedito m’involo per la vicina Cima q 1481; restando obbligatoriamente sul filo di cresta, faccio attenzione a non scivolare, visto che “l’erba ciularina” non la chiamano così per niente, supero alcune facili roccette ed eccomi sul piccolo monte. 10 minuti dalla croce.
Da qua in poi sembra che la flebile traccia un po’ si perda e se si vuole continuare per il M. Vaccareggio, bisogna affrontare ancora un’infida crestina erbosa con roccette affioranti, si bypassa poi una zona rocciosa inventandosi un passaggio cengioso, e poi avanti con più scioltezza verso il Vaccareggio. Detto questo, oggi io mi fermo qua, Piero mi sta aspettando bello svaccato alla Croce di Castello e io lo raggiungo per coagulare la compagnia.
Essendo una giornata di stampo prettamente primaverile, ci prendiamo il tempo per mangiare in tutta tranquillità… io solo un po’ di frutta, mentre il Piero, si gusta la sua solita “ciabatta” avec viande de Brachicefalo. Mentre i “duellanti” (Olmo e Piero) si sfidano con la solita tiritera, il Cinghiale, colto da un insolito buonismo, ha offerto a Olmo un poco del suo cibo; 3 grammi e dico letteralmente 3 grammi di pane, da me pesato manco fossi uno spacciatore di Quarto Oggiaro.
Ma il tempo passa veloce e io devo ritornare a casa presto. Imboccata la ripida discesa ci siamo riportati al capanno / bivio, e qua, invece di prendere per Valpiana abbiamo preso il bel sentiero che verso destra si addentra in un bel bosco. 10/15 minuti di veloce cammino ed eccoci in Località La Piazza, una zona prativa posta proprio sotto il M. Castello, da questo ampio punto visivo ho potuto capire come affrontare il tragitto tra la Croce e il M. Vaccareggio. Avete già capito tutto vero? :)))
Dopo aver scambiato quattro chiacchiere con un local siamo ritornati al parcheggio, cambio di vestiario e via… il bar ci aspetta!
Nota 1): Breve ma impegnativo giro a cavallo tra la Val Serina e la selvaggia Val Parina; la salita alla Croce non presenta difficoltà tecniche, c’è solo un ripido e tutto sommato breve tragitto, mentre per arrivare al M. Castello bisogna fare un minimo di attenzione. La valutazione T3 vale solo per il crinale che dalla Croce porta alla Cima q 1481.
Nota 2): Cose a caso & chi se ne frega.
Chi se ne frega: Conte lascia la Nazionale di calcio.
Chi se ne frega: Lorenzo ha vinto la prima gara di MotoGp 2016.
San Siro, Berlusconi porta Parisi allo stadio. E CHISSENEFREGAAAAA!
Morgan farà parte del cast degli amici di “Maria”… qualcosa di strano?
Nota 3): Restiamo umani e vivi caro Piero… by Eric De Flatulance.
GIULLARE.
Caro amico Piero non metterti a cantare,
su questo bel sentiero potresti un po’ annaspare,
venire via con me non è poi un grande affare.
Giullare,
commenti i miei percorsi con fare da comare,
ma scivoli per terra sentendoti ammosciare,
il culo tuo s’è rotto… facciamolo alesare.
Giullare,
accetto la tua sfida da calcolo biliare,
io sono bello in forma e senza più il calcare,
ragazzo stai sereno… t’ho fatto defecare.
Tu avanzi a braccia tese e il puzzo un po’ ascellare, e in fondo mi domando: che cazzo di Giullare?
A la prochaine! Menek e Olmo

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