Il villaggio operaio di Crespi d'Adda (Patrimonio UNESCO)


Publiziert von Alberto C. , 21. Juli 2014 um 22:16.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:13 Juli 2014
Mountainbike Schwierigkeit: L - Leicht fahrbar
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 3:00
Aufstieg: 187 m
Abstieg: 187 m
Strecke:Dalla chiesa di Santa Maria Addolorata, si segue in direzione est l'alzaia del Naviglio Martesana fino a raggiungere , dopo circa km 25, Concesa (Trezzo sul'Adda). Oltrepassare l'Adda sulla passerella pedonale (leggermente più in basso rispetto alla strada percorsa, biciclette a mano). Oltrepassata l'Adda, dirigersi a destra e in pochi minuti si raggiunge Crespi d'Adda. Al ritorno, ritornati sulla sponda milanese del fiume, oltrepassare il ponte sul Naviglio e raggiungere il vicino Santuario; prendere la strada alla sua destra e percorrerla fino al termine del lungo muro di cinta che la costeggia sul lato sinistro (direzione di marcia). Al termine del muro di cinta, svoltare a sinistra sulla stradina sterrata, che porta a Villa Castelbarco e, quindi, alla discesa che porta al ponte sull'Adda di Vaprio. Da qui si ripercorre a ritroso la via fata all'andata.
Zufahrt zum Ausgangspunkt:La chiesa di Santa Maria Addolorata di Cernusco sul Naviglio, sorge sull'alzaia del Naviglio Martesana a poca distanza della stazione delle metropolitana (linea 2 - verde).

La ricerca della città ideale?  Una famiglia di industriali illuminati (i Crespi)?
Tutto ricorda un feudo. Tutto è funzionale all'unità produttiva (un cotonificio). Tutto dominato dal  Castello (la turrita villa padronale è chiamata proprio così). Ci sono le ordinate casette per gli operai; ci sono le eleganti ville per i dirigenti; c'è la scuola;  ci sono la chiesa, un piccolo ospedale, lo spaccio alimentare, il dopolavoro, la piscina e, non poteva mancare, il cimitero. Non sembra mancare proprio nulla e, bisogna ammetterlo, un esempio all'avanguardia per l'epoca.
 
E tutto è rimasto come nel 1930.
 
 
DIFFICOLTÀ.  Più che facile: facilissimo. Fattibile con qualsiasi tipo di bicicletta, si svolge interamente su percorso ciclabile protetto, con qualche attraversamento di strade poco trafficate e un centinaio di metri su strada statale a Vaprio d'Adda.  
Fondo in asfalto fino a Groppello, poi sterrato buono. Solo sulla via del ritorno, un breve tratto della strada di campagna che collega Concesa a Vaprio, passando da Villa Castelbarco, presenta un fondo piuttosto ciottoloso e sconnesso.
Lungo il percorso è presente anche della segnaletica direzionale ed informativa.
QUOTA MASSIMA:  m 165, a Crespi d'Adda.
DISTANZA:  km 54,8
TEMPO TOTALE, comprese le soste:   3h 52'
TEMPO DI ANDATA:   1h 30'         
TEMPO DI RITORNO1h 30'                    

NOTE SUL PERCORSO.      I punti dove iniziare il percorso sono innumerevoli, dipende da quanta voglia si ha di pedalare e, anche, di quanta autonomia energetica si ha. Sono partito da Cernusco perché ci abito, ma ci si trova su un lungo percorso ciclabile che parte dai grattacieli di Porta Nuova (a Milano) e conduce fino alle porte di Lecco; tutto in sede protetta, prima seguendo il Naviglio Martesana e poi la sponda milanese dell'Adda. Impossibile sbagliare. Ve lo consiglio, magari a tappe; a riguardo vedi anche la mia relazione "il traghetto a fune di imbersago" (http://www.hikr.org/tour/post69522.html).
Se sopraffatti dalla stanchezza, ci si può aiutare con la metropolitana (linea 2, quella verde) che segue lo stesso tracciato fino a Gessate (capolinea). Se la si vuole usare (io non l'ho mai fatto), prendere prima le dovute informazioni circa il trasporto di biciclette, perché è sottoposto a determinate condizioni: no negli orari di punta dei giorni feriali, solo sui vagoni col contrassegno, non più di tot biciclette per vagone, ecc.
 
METEO.  Tipico di questa tiepida estate. Partito con il sole e qualche innocua nuvola, tornato sotto un bell'acquazzone.                   
  
CENNI STORICI.-
(presi quasi interamente dal sito www.villaggiocrespi.it)

I Crespi erano una famiglia di industriali cotonieri lombardi che a fine Ottocento realizzò questo moderno "Villaggio ideale del lavoro". Sono anche stati tra i primi proprietari del quotidiano Corriere della Sera.
 
Il Villaggio Crespi d'Adda è una vera e propria cittadina costruita dal nulla dal padrone della fabbrica per i suoi dipendenti e le loro famiglie. Ai lavoratori venivano messi a disposizione una casa con orto e giardino e tutti i servizi necessari.
In questo piccolo mondo perfetto il padrone "regnava" dal suo castello e provvedeva a tutti i bisogni dei dipendenti: dentro e fuori la fabbrica e "dalla culla alla tomba", anticipando le tutele dello Stato stesso. Nel Villaggio potevano abitare solo coloro che lavoravano nell'opificio, e la vita di tutti i singoli e della comunità intera "ruotava attorno alla fabbrica stessa", ai suoi ritmi e alle sue esigenze.
 
Qualche primato di Crespi d'Adda.
Primo in Italia  ad essere dotato di illuminazione pubblica con il sistema moderno Edison.
 Nella scuola di Crespi, riservata ai figli dei dipendenti, tutto era fornito dalla fabbrica: dai libri alle penne ai grembiulini, dalla refezione allo stipendio e alloggio per gli insegnanti.
I Crespi fece costruire, a inizio Novecento, tra i tanti servizi gratuiti, una piscina al coperto, con docce, spogliatoi e acqua calda.
Crespi d'Adda, seppure in provincia di Bergamo, ha il prefisso telefonico di Milano: infatti i Crespi fecero installare una linea privata a lunga distanza che collegava il loro castello con la residenza di Milano.
 La chiesa di Crespi è in stile rinascimentale, ma è originale solo una ricostruzione. Infatti,  per volere dei Crespi, è la copia esatta della chiesa di Busto Arsizio, loro città natale.
 
Storia
I primi villaggi operai sono stati edificati in Europa - Belgio, Francia, Germania e Gran Bretagna - allo scopo di ospitare i numerosi operai chiamati dalle nuove generazioni di imprenditori a lavorare nelle loro fabbriche, costruite in prossimità di fonti d'energia e di materie prime. Solo dopo l'unificazione politica dell'Italia e la creazione di un grande mercato nazionale questi villaggi fecero la loro apparizione nella penisola. Crespi, a Capriate San Gervasio (Bergamo), è il più completo e il più caratteristico di questi villaggi. Gli altri sono Leumann a Collegno (Torino) e Rossi a Schio (Vicenza).
Nel 1875, Cristoforo Benigno Crespi, fabbricante di tessuti proveniente da Busto Arsizio (Varese), acquistò un chilometro quadrato di terreno nell'avvallamento situato tra le rive del Brembo e dell'Adda, a sud di Capriate, con l'intenzione di avviare una filatura di cotone sulle rive dell'Adda. Egli decise di edificare in prossimità della filatura delle abitazioni di tre piani, dotate di più appartamenti, per le famiglie dei suoi operai. La costruzione fu intrapresa nei primi mesi del 1878 sul modello allora abituale in Europa. Quando il figlio del fondatore, Silvio Benigno Crespi, subentrò alla direzione della fabbrica nel 1889, concluse e modificò il progetto iniziale secondo un approccio urbanistico differente e una ideologia meglio definita. Egli rinunciò ai grandi palazzotti a più alloggi e a loro preferì delle casette individuali con giardino, che considerava più propizie all'armonia e più adatte a resistere ai conflitti sociali. Egli mise in pratica questa politica fin dal 1892: aveva fatto senza dubbio la giusta scelta perché nel corso di più di cinquanta anni Crespi non conobbe né scioperi né conflitti sociali. Vicino alle piccole case concepite sul modello preconizzato, costruì una centrale idroelettrica che alimentava gratuitamente il villaggio operaio, dei bagni e dei lavatoi pubblici, un ospedale, una cooperativa, una scuola, un piccolo teatro, un centro sportivo, una canonica per il prete locale, un ambulatorio per il medico locale, e altri servizi collettivi. Silvio Benigno Crespi aggiunse poi delle costruzione più simboliche come la chiesa, il castello (dimora della famiglia Crespi ), gli uffici amministrativi all'interno della fabbrica e a sud delle case degli operai, le case per i proprietari (le prime due costruzioni datano gli anni 1890 e le ultime i primi anni 1920).
La crisi del 1929 e la severa politica fiscale del governo fascista obbligò la famiglia Crespi a vendere tutto il villaggio alla STI, impresa italiana del tessile, che a sua volta la cedette nel 1970 alla Rossari e Varzi, la quale vendette la maggioranza delle case. Il villaggio passò in seguito alla società Legler. Lo stabilimento appartiene attualmente al gruppo industriale Polli.
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Descrizione del Villaggio
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Il villaggio nell'insieme ha una forma geometrica regolare. Esso è diviso in due parti dalla ampia strada che porta a Capriate. L'edificio della fabbrica unico e compatto con delle decorazioni medioevali è situato nella parte destra, sulla riva sinistra dell'Adda: esso ospita gli uffici disegnati da Ernesto Pirovano, l'architetto di un grande numero di costruzioni realizzate ai tempi di Silvio Benigno Crespi.
Dall'altra parte della strada si trovano le abitazioni, costruite su tre raggi, all'interno di un quadrilatero regolare di vie di circolazione. Nel piano originario si erano previsti degli immobili di due piani, destinati a più famiglie e dotati di quattro stanze per ciascun piano. Al giorno d'oggi, ogni casa individuale ha un piccolo giardino e un orto che separa la casa dai bagni, situati nel retro di questa. Le villette operaie si distinguevano facilmente dai palazzotti per il loro stile, che conferisce al paesaggio una gradevole diversità.
La chiesa è stata disegnata sul modello del tempio di Bramante di Santa Maria in Piazza, a Busto Arsizio (città natale dei fondatori della società). La costruzione cominciò nel 1891 e durò due anni. La chiesa è situata a nord del villaggio, su di una area dove trovano sede pure la scuola e il teatro.
Il castello è opera del Pirovano, e fu terminato nel 1897. Il suo stile è un miscuglio di elementi neogotici lombardi, di sculture e pitture con elementi veneto-moreschi. L'insieme ricorda il periodo romanico gotico, sensazione rinforzata dal ricorso a una certa diversità di materiali, come la pietra di Capriate (il ceppo), il mattone e il cemento.
Il cimitero è a sud del villaggio. Esso è dominato dal mausoleo della famiglia Crespi, una struttura di stile Art Noveau che si deve a Gaetano Moretti.

Tourengänger: Alberto C.


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Kommentare (1)


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Menek hat gesagt:
Gesendet am 21. Juli 2014 um 22:22
Bravo per aver scelto Crespi d'Adda.
Ciao


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