Pizzo Berro (1847 m)

Quasi non ci speravo... poi, finalmente, una finestra di tranquillità tra le varie "emergenze sanitarie" mi permette di ritagliarmi una giornata di montagna.
Il rischio-valanghe a 3 suggerisce un itinerario "protetto"... ed è così che, dietro suggerimento del Poge, con Matteo proviamo questa gita in quel di Bema (piccolo paesino posto sul costone che divide la Valgerola dalla Valle del Bitto di Albaredo). Gita breve, adatta per il nostro scarso allenamento e, soprattutto, per testare la nuova attrezzatura.
Con la macchina ci spingiamo fino alle ultime case sopra il paese... ma dove comincia la neve non c'è posto dove lasciarla. Provvidenzialmente arriva lo spazzaneve che molto cortesemente ripulisce gli ultimi metri di strada e... il parcheggio. Ringraziamo, il pilota ci chiede dove siamo diretti e ci dà qualche dritta.
Il tempo di prepararsi e di scavalcare il muro di neve, e siamo "on the road". Subito ci facciamo un'idea di come sarà l'itinerario: tutto da battere... già qui c'è qualche decimetro di neve, si intuisce una traccia dei giorni precedenti, ma negli ultimi due ha nevicato ancora... per fortuna sono solo 800 metri!
Velocemente raggiungiamo il rifugio ai Ronchi (chiuso d'inverno) e la successiva sbarra.
Poco dopo un cartello escursionistico con l'indicazione Fracino / Pizzo Berro ci invita a prendere un sentiero sulla destra. Per un po' saliamo paralleli alla strada, passiamo un guado, ed arriviamo ad una costruzione in pietra dell'acquedotto. Qui arriva un'altra stradella che decidiamo di fare al ritorno.
Seguendo i molti cartellini del sentiero 120 ed i bolli di vernice sugli alberi, cominciamo a salire sempre più ripidamente nel bosco fino ad arrivare alla bella radura di Fracino.
La foresta tutto intorno, le due casette con un cappello di un paio di metri di neve... l'impressione è quella di essere stati catapultati in Lapponia o in Canada, altro che 1500 metri sulle Orobie!
Attraversiamo la radura e costeggiamo il bordo del bosco fino a ritrovare il varco giusto.
Il bosco diventa sempre più ripido, e la neve sempre di più... le inversioni in alcuni punti sono impossibili.
Ci diamo il cambio frequentemente per battere la traccia.
Finalmente, improvvisamente, il bosco si apre, la luce diventa padrona, l'ultimo strappo bello ripido preso per la massima pendenza per restare sulla dorsale (vista la quantità di neve), pochi metri... un WOOFF di assestamento... e siamo in cima.
Ci sono volute 3 ore e mezzo per fare questi 800 metri, ma ce li siamo guadagnati uno ad uno, e ne è valsa la pena... Il pensiero va agli anni in cui a questa quota bisognava arrivarci in macchina per trovare un minimo di neve che giustificasse una gita con gli sci.
Panorama spettacolare: tutta la cerchia di monti che contornano la Valgerola e la valle di Albaredo (c'è anche il Monte Lago, la mia prima, epica, skialp... tanti anni fa...), in lontananza una cima che sembra lo Scalino, il Disgrazia, tutte le montagne che chiudono a nord la parte bassa della Valtellina... e poi, più lontano, le montagne del lago ed oltre...
Facciamo una bella sosta al sole, senza vento, senza nessun altro in giro.
Poi con calma ci prepariamo per la discesa... con un po' di circospezione sul primo tratto... poi giù per il bosco: ripido, non particolarmente rado, ma con questa neve ben sciabile... quasi d'un fiato siamo alla radura di Fracino dove possiamo concederci qualche curvetta in libertà... poi ancora bosco fino alla costruzione dell'acquedotto. Come detto, prendiamo l'altra stradina, che ci deposita sulla strada un po' più avanti di dove l'abbiamo lasciata stamattina. Qui la neve meno scorrevole, bagnata, un po' pesante, unita alla scarsa pendenza ci fa sudare un po'... e poi i guadi... 1, 2, 3, 4... poi ho smesso di contarli... togli e rimetti gli sci (tutto esercizio per familiarizzare con il nuovo attacchino)... e finalmente la sbarra, il rifugio e la strada che riprende un poco di inclinazione... adesso lasciamo andare gli sci e velocemente siamo al nostro "parcheggio su misura".

Bella gita, anche se breve, da fare con tanta neve, possibilmente morbida... fare attenzione sull'ultimissimo tratto.

Per Cristina che ha richiesto espressamente indicazioni sulle sci-alpinistiche: secondo me è fattibile anche con le racchette.