Extraterrestri sul Serio
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Non c'è dubbio, gli extraterrestri sono tra noi.
Oltre a rapire umani dal quoziente intellettivo discutibile (altrimenti perchè li rilascerebbero?), disegnare cerchi nel grano e sfrecciare con i loro dischi volanti per i cieli, cancellano empiricamente tratti di sterrate che costeggiano i fiumi.
Plutoniani burloni e dispettosi Venusiani con lo spirito di formiche operaie, sono sempre in azione, specialmente da quando il Capitano Kirk ed il Signor Spock sono andati in pensione.
Il primo tratto di questa risalita sul Serio presenta tracce di sentiero ben visibili dal satellite di Google, mentre alla guida di una mountain bike spariscono misteriosamente nella rigogliosa boscaglia fluviale.
Dopo venti minuti di pedalata e diversi cambi di direzione, ho una serafica certezza: mi sono perso.
Impegno una salita fangosa su quello che sembra essere l'argine, scoprendo invece una pista di motocross in disuso, che confluisce su di una esile traccia; almeno segue la direzione che presumo corretta.
Cerco la traccia nell'erba alta e bagnata, come un segugio il fagiano impallinato, e finalmente un simulacro di sentiero si apre davanti ai miei occhi.
Neanche duecento metri per sorridere. Agricoltori locali avidi di terra hanno arato il prosieguo della mia preziosa via per ritornare al fiume!
E adesso?
I primitivi Dogon del Mali hanno scoperto la stella Sirio B senza vederla ed io non devo trovare la strada per Mozzanica? Neanche per idea.
Dopo aver attraversato due interminabili campagne, trotterellando tra enormi zolle di terra grigiastra ed argillosa, la mia tenacia viene premiata: il sentiero, fangosissimo, riappare affiancato ad un'ansa del Serio, ingrassato da questa primavera monsonica di piogge torrenziali. Nonostante in alcuni tratti la pedalata mi faccia affondare nell'acqua fino alle caviglie, la sottile vena masochistica che coltivo segretamente mi permette di procedere canticchiando.
Queste situazioni di disagio, dove si viene messi alla prova in antagonismo alle proprie forze, mi stimolano sempre ad essere in ogni caso, positivo. L'arcana leggerezza delle previsioni e la greve consistenza della terra bagnata creano un contrasto intrigante.
Come credere che venerdì 17 porti sfortuna e poi vederlo teatro di un evento speciale. Scatena un vero arcobaleno interiore!
Dopo alcune sinuose anse il Serio si concede ampi slarghi danubiani di stampo impressionista.
Incontro due biker del tipo "da copertina", con i loro completi firmati nelle tinte del bianco-rosso-blu , occhiali da tafano e biciclette coordinate. Perfettamente puliti. Chiedo informazioni sull'esattezza del percorso.
Devo avere ormai l'aspetto di un americano folle, reduce dalla cattura a mani nude di coccodrilli nelle paludi delle Everglades e pennellato di un discreta filigrana di fango, macchina fotografica compresa.
Noto il loro disappunto quando scelgo al bivio indicato poco avanti, la strada che loro sconsigliavano perchè impantanata.
Vedo i ciclisti immacolati in queste situazioni come veri alieni, extraterrestri sul Serio appunto. Il piacere di attraversare una pozzanghera ad alta velocità ha un retrogusto infantile, quindi giocoso e spensierato. Serve a lasciare ridere l'anima. Quando se ne ha la possibilità è un peccato lasciarsela sfuggire.
Risalgo il corso della corrente, affascinato come sempre dalla straordinaria forza magnetica che l'acqua esercita su du me. Un fiume ricorda una mente sempre in movimento, immagino un piccolo frammento di pensiero inscritto in ogni goccia che scende nel suo rotolìo impazzito verso il mare.
Arrivo finalmente a Mozzanica, detta la "Venezia della bassa bergamasca" per le numerose vie d'acqua che la circondano.
Il ragazzo cinese che mi stappa la birra mi suggerisce che la globalizzazione ha steso le sue maglie invisibili fino qui. Una signora chiama il marito, Enea! Arda el bagài! I due partigiani del simpatico dialetto bergamasco mi guardano entrare nel locale divertiti. Il piccolo chiede perplesso ai genitori, perchè quel signore è così sporco?
soundtrack: Andy Timmons " Electric gipsy"
http://www.youtube.com/watch?v=9M6m-1t0qmk
Oltre a rapire umani dal quoziente intellettivo discutibile (altrimenti perchè li rilascerebbero?), disegnare cerchi nel grano e sfrecciare con i loro dischi volanti per i cieli, cancellano empiricamente tratti di sterrate che costeggiano i fiumi.
Plutoniani burloni e dispettosi Venusiani con lo spirito di formiche operaie, sono sempre in azione, specialmente da quando il Capitano Kirk ed il Signor Spock sono andati in pensione.
Il primo tratto di questa risalita sul Serio presenta tracce di sentiero ben visibili dal satellite di Google, mentre alla guida di una mountain bike spariscono misteriosamente nella rigogliosa boscaglia fluviale.
Dopo venti minuti di pedalata e diversi cambi di direzione, ho una serafica certezza: mi sono perso.
Impegno una salita fangosa su quello che sembra essere l'argine, scoprendo invece una pista di motocross in disuso, che confluisce su di una esile traccia; almeno segue la direzione che presumo corretta.
Cerco la traccia nell'erba alta e bagnata, come un segugio il fagiano impallinato, e finalmente un simulacro di sentiero si apre davanti ai miei occhi.
Neanche duecento metri per sorridere. Agricoltori locali avidi di terra hanno arato il prosieguo della mia preziosa via per ritornare al fiume!
E adesso?
I primitivi Dogon del Mali hanno scoperto la stella Sirio B senza vederla ed io non devo trovare la strada per Mozzanica? Neanche per idea.
Dopo aver attraversato due interminabili campagne, trotterellando tra enormi zolle di terra grigiastra ed argillosa, la mia tenacia viene premiata: il sentiero, fangosissimo, riappare affiancato ad un'ansa del Serio, ingrassato da questa primavera monsonica di piogge torrenziali. Nonostante in alcuni tratti la pedalata mi faccia affondare nell'acqua fino alle caviglie, la sottile vena masochistica che coltivo segretamente mi permette di procedere canticchiando.
Queste situazioni di disagio, dove si viene messi alla prova in antagonismo alle proprie forze, mi stimolano sempre ad essere in ogni caso, positivo. L'arcana leggerezza delle previsioni e la greve consistenza della terra bagnata creano un contrasto intrigante.
Come credere che venerdì 17 porti sfortuna e poi vederlo teatro di un evento speciale. Scatena un vero arcobaleno interiore!
Dopo alcune sinuose anse il Serio si concede ampi slarghi danubiani di stampo impressionista.
Incontro due biker del tipo "da copertina", con i loro completi firmati nelle tinte del bianco-rosso-blu , occhiali da tafano e biciclette coordinate. Perfettamente puliti. Chiedo informazioni sull'esattezza del percorso.
Devo avere ormai l'aspetto di un americano folle, reduce dalla cattura a mani nude di coccodrilli nelle paludi delle Everglades e pennellato di un discreta filigrana di fango, macchina fotografica compresa.
Noto il loro disappunto quando scelgo al bivio indicato poco avanti, la strada che loro sconsigliavano perchè impantanata.
Vedo i ciclisti immacolati in queste situazioni come veri alieni, extraterrestri sul Serio appunto. Il piacere di attraversare una pozzanghera ad alta velocità ha un retrogusto infantile, quindi giocoso e spensierato. Serve a lasciare ridere l'anima. Quando se ne ha la possibilità è un peccato lasciarsela sfuggire.
Risalgo il corso della corrente, affascinato come sempre dalla straordinaria forza magnetica che l'acqua esercita su du me. Un fiume ricorda una mente sempre in movimento, immagino un piccolo frammento di pensiero inscritto in ogni goccia che scende nel suo rotolìo impazzito verso il mare.
Arrivo finalmente a Mozzanica, detta la "Venezia della bassa bergamasca" per le numerose vie d'acqua che la circondano.
Il ragazzo cinese che mi stappa la birra mi suggerisce che la globalizzazione ha steso le sue maglie invisibili fino qui. Una signora chiama il marito, Enea! Arda el bagài! I due partigiani del simpatico dialetto bergamasco mi guardano entrare nel locale divertiti. Il piccolo chiede perplesso ai genitori, perchè quel signore è così sporco?
soundtrack: Andy Timmons " Electric gipsy"
http://www.youtube.com/watch?v=9M6m-1t0qmk
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