Piteccio - Passo della Nevaia A/R

Roba da secchioni della scarpone. Partito da Piteccio (230 m slm) pochi minuti prima delle 7 verso Sammommé e il Passo Piastreta (900 m slm), da qui a Pracchia (600 m slm) e Setteponti (famoso perché nel dopoguerra c'era un casino). Subito dopo il ponte sul T. Orsigna comincia il sentiero 143 verso Vizzero. Dopo non c’è più acqua, riempio le borracce, bagno il cappello e su. Il 143 passa sul crinale tra la valle dell'Orsigna, dove Tiziano Terzani venne a finire i suoi giorni, e la valle del Randaragna e più su del Rio Baricello. Non finisce più, va un po’ di qua e un po’ di là, Monte del Cocomero, Poggio Orsigna; finalmente arrivi al Pian della Stellaia (1400 m slm), da qui il 101 e il 5 fino al Rifugio di Porta Franca (CAI Pistoia, 1580 m slm) sotto al Poggio delle Ignude. La leggenda vuole che il Poggio si sia guadagnato il nome perché la guarnigione interamente femminile della principessa Orsina andava a godere il fresco della punta. A Porta Franca un sacrosanto birrone, salame, pecorino e il pieno alle borracce. In pochi minuti al Passo della Nevaia, l'apice del giro (1620 m). Il sole buca in questo tratto che è il solo totalmente esposto del giro. Scendo sul sentiero 20 e da qui al Rifugio del Montanaro (CAI Maresca, 1560 m slm) dove scopro che i miei amici hanno messo in tavola una tagliata al ginepro e funghi! Mi accontento di un grappino e del caffè e proseguo smoccolando sul 33 verso il Pian della Trave. Qui il grappino, forse 2, rimette il conto e mi faccio un quarto d’ora sdraiato sul tavolone di castagno della Comunità Montana. Poi giù per il crinalone, imbocco l’11, mi faccio il Puntone dell’Inferno, Poggio del Ronco fino alle altane dei cacciatori. Qui serve attenzione perché l’11 gira verso Campo Tizzoro mentre per tornare a baita bisogna scendere su una traccia senza tacche fino a Case Ottanelli. Qui sotto il 13, un po’ malandato per i lavori su una frana e il taglio di una pineta che l’hanno reso a tratti difficile da individuare. Siamo ora a Ponte Petri, si sbuca a fianco della Chiesa e si prosegue fino alla Fonte del Duca. Se avevo il costume facevo anche il bagno. Qui c’è da risalire fino al Passo dell’Incisa su una strada medioevale, con l'acciottolato quasi del tutto rovinato dai motociclisti del c...o. 175 m di dislivello, ma con 9 ore nelle gambe ne conti ogni decimetro. Quando vedi la cappelletta in cima ti si apre il cuore, poi non resta che scendere a Pian di Giuliano, La Casaccia e da qui lungo la strada di nuovo a Piteccio. Ore 18.20, sommando i sali-scendi 2100 m di salita.