Croce delle Lari
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Lo volevo fare da un po'. Da Piteccio verso il passo dell'Incisa, scendo a Pontepetri, faccio qualche decina di metri con i ritardari della corsa podistica Pistoia-Abetone ma li lascio subito per tagliare su per il crinale tra la Valle del Reno e quella del T. Occhiali. Su su nei boschi fino alla grande Croce delle Lari, dove mangio in una nuvola di mosche e di scarabei stercorari. Scendo verso quello che credevo essere il sentiero per Prunetta ma sbuco a Case Marconi, così devo risalire lungo la strada fino alla meta, antico paese di valico dove i conti Guidi fondarono uno spedale (hospitale crucis brandeliane). Una leggenda, ma chissà, narra di una terribile degenazione di questo luogo, ecco il racconto di Neppi Modena: "…dove ora è questo ameno tappeto di smeraldi adorno, ergevasi, secoli e secoli or sono, un grande convento. I monaci dominavano così, completamente, il passo di Prunetta. Ed ecco che l'incauto viandante, varcato il Poggio Bello sulla cui vetta si sarà soffermato ad ammirare la pianura sottostante illuminata dai raggi rosati del mattino, o da quelli infuocati del meriggio, o dai riflessi del tramonto, con Pistoia ai piedi del colle e nella nebbiosa lontananza Firenze, doveva passare dinanzi al convento; ma qui giunto l'infelice veniva ghermito, depredato d'ogni suo avere, ucciso, e, particolare orribile ma la leggenda tiene a questo suo tratto caratteristico, mangiato nel lieto simposio dei conventuali. Un giorno i pastori, i boscaioli che abitavano nelle capanne di Prunetta, ai piedi del convento, si sollevarono indignati, riunitisi a gran numero dei montanari dei poggi circostanti, salirono al passo, dettero fuoco al monastero, lo abbatterono, lo rasero al suolo e con le pietre asportate costruirono le case di Prunetta. Al posto del truce edificio ricrebbe l'erba, spuntarono i vaghi fieri montani e solo quel resto di muraglia rimase a perenne ricordo e testimonianza"
Da Prunetta giù per il lato opposto della valle, lungo la strada sterrata detta degli Incassi e poi il sentiero che taglia ripido verso valle fino a Le Piastre. Attraverso la SS 66 per risalire lungo la vecchia via Modenese, sterrata, che mi porta sopra a Cireglio e poi nei pressi di Camporipano. Qui decido di seguire un sentiero riportato sul 25.000 IGM, scoprendo presto che è abbandonato da tempo e impraticabile, cerco ostinatamente di proseguire salendo ma devo rinunciare, faccio un gran giro pesca e ritorno sulla strada asfaltata, che percorro fino a Le Grazie e quindi Pitornecca e da qui finalmente giù a Piteccio, chiudendo l'anello.
Da Prunetta giù per il lato opposto della valle, lungo la strada sterrata detta degli Incassi e poi il sentiero che taglia ripido verso valle fino a Le Piastre. Attraverso la SS 66 per risalire lungo la vecchia via Modenese, sterrata, che mi porta sopra a Cireglio e poi nei pressi di Camporipano. Qui decido di seguire un sentiero riportato sul 25.000 IGM, scoprendo presto che è abbandonato da tempo e impraticabile, cerco ostinatamente di proseguire salendo ma devo rinunciare, faccio un gran giro pesca e ritorno sulla strada asfaltata, che percorro fino a Le Grazie e quindi Pitornecca e da qui finalmente giù a Piteccio, chiudendo l'anello.
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