Oggi provo a fare un racconto "a caldo".
Si....perchè non ho ancora recuperato la stanchezza della gita che Davide ed Io abbiamo compiuto ieri.
Una montagna "bassa", neanche poi tanto difficile,......in estate........, ma che in inverno si tramuta in una meta molto severa da affrontare e da raggiungere, sia per il dislivello, l'isolamento, il percorso da individuare, sia per i pendii sempre sostenuti e faticosi.
D'altronde il Pizzo Nona è una montagna al limite della Val Grande, Wilderness per antonomasia, e come un guardiano che si rispetti, non si lascia avvicinare tanto facilmente, a meno che non si porti con sè un lasciapassare carico di fatica e di umiltà.
Ok....proviamo a raccontare..........
Ore 7,45. Partiamo da Orcesco.
Attraversiamo il borgo e poi mettiamo subito gli sci.
Risaliamo il bosco, attraversiamo il riale e continuiamo a salire nella bella faggeta su traccia di sci, piedi, racchette, zampe....
Alpe Motta, Alpe Campra.
L'anno scorso ci eravamo fermati qui su suggerimento di un local. Viste le condizioni di pericolo che c'erano, mai consiglio fu, riflettendo a posteriori, più appropriato.
Proseguiamo sulle ultime baite e qui improvvisamente ogni traccia svanisce dalle nostre punte, comunque il cartello dell'Alpe Fornale e qui davanti, e noi pensiamo di essere sulla strada giusta.
SBAGLIATO......
C'è da attraversare diagonalmente un bosco molto ripido che da l'accesso all'altra valle, ma il sentiero scompare. Così andiamo ad istinto..........e a....culo.........
Ma i nostri evidentemente sono piccoli, così ci perdiamo. Scavalchiamo uno,due, tre vallette molto invitanti per le valanghe. Andiamo su e giù per evitare i numerosi salti di roccia. Affondiamo nella neve ed affondiamo in questo bosco che sembra non finire mai.
Quando arriviamo sulla 4° valletta Il morale ci va sotto le solette.
Siamo alla base di una cascata, sotto salti di roccia, di là un pendio troppo ripido. O torniamo indietro o scendiamo nell'orrido perdendo 100 metri di dislivello.
Vado avanti sperando che sotto non vi sia ghiaccio vivo, poi scalettando comincio a scendere e Davide mi segue.
Dove il cono si ammorbidisce, usciamo e finalmente possiamo respirare un pò.
Ma questa condizione dura poco. Un altro canale si apre davanti a noi e non volendo questa volta perdere quota ed aggirarlo, decidiamo di salirlo. Altri 200 m con gli sci in spalla battendo traccia.
Alla fine usciamo anche di quà, calziamo gli sci e puntiamo dritti al Passo del Biordo.
Ma i 100 metri finali per raggiungere il passo sono tra i 40° e 50°. Togliamo di nuovo gli sci e sbuchiamo al colle con il vento della perturbazione che sta arrivando.
Gli ultimi metri di dislivello, li facciamo a piedi, sfondando fino al ginocchio un passo si ed uno no.
Ma non desistiamo e a mezzogiorno in punto calchiamo l'anticima.
La cima vera è 10 metri più in alto legata a questa con 200 metri di cresta affilata come un rasoio, e siccome le nostre barbe sono lunghe in 10 min siamo in cima.
Nonostante siamo "cotti" scendiamo velocemente sciando tutti i canali saliti e quando giungiamo all'altezza del traverso, invece che riprendere la traccia di salita, decidiamo di scendere ulteriormente per vedere di trovare una via d'accesso più semplice all'Alpe Campra.
Arriviamo in fondo al bosco sul greto del torrente senza trovare niente!!!!!
Risalire è impensabile. Troppo ripido per gli sci........troppa neve per i nostri corpi.
Decidiamo allora di ridiscendere nella "nuova " valle, prima o poi pensiamo troveremo "vita".
A fianco del fiume combattiamo tra gli arbusti, le slavine, e i vuoti di neve, fino a raggiungere una vecchia radura. La scendiamo tutta e incontriamo una prima casa, scendiamo ancora e ne troviamo un'altra, poi una recinzione.
Un ultimo boschetto e "cadiamo" sopra la linea ferroviaria della Val Vigezzo.
Mettiamo gli sci in spalla (ancora????), e cominciamo a contare le traversine che ci mancano alla macchina, interrompendo il conteggio per ben 2 volte per l'arrivo del treno.
Alla stazione personale arriviamo dopo 14 km di montagne, 2 km di linea e 7 ore di ritardo.............
Marco e Davide
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