Bivacco Sberna 3400m Tentativo
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Cronaca della salita al Bivacco Sberna, Valsavaranche, miseramente fallita alla salita dell'ultima cengia per sfinimento dei componenti, cioè io e Filippo. Partiti dal parcheggio del rifugio Chabod ore 8.15, temperatura -13°, saliamo pimpanti sulla traccia del sentiero estivo che sale con tornanti dapprima stretti e poi sempre più ampi fino al Rifugio Chabod. Prendere scorciatoie nell'abetaia costringe a battere la pista in una neve fresca e abbondante ed è quindi più sano seguire la traccia battuta che si innerpica solo nell'ultimo tratto prima dello Chabod.
Al rifugio, dotato di un bel locale invernale, a 2750mt, la traccia finisce e comincia un estenuante lavoro di battitura della pista in una neve che sprofonda sempre di più man mano che ci avviciniamo al Ghiacciaio di Montandayné; la pendenza ha pochi strappi ma l'ultimo prima del colletto è il colpo di grazia.
Ci fermiamo davanti alla ripida cengia di 50mt che conduce allo Sberna che si trova sulla spalla rocciosa del Neyron. La salita è un muro scarsamente innevato che ci metteremmo troppo a salire, considerato che fino a qui abbiamo impiegato 5 ore. (E' anche colpa del Gino)
Scendiamo il bellissimo ghiacciaio ma poco dopo la neve è senza fondo solido. La crosta sfonda, i 10 cm di neve fresca impediscono di riconoscere le pietre delle morene, righiamo gli sci più volte.
Sotto al Rifugio la discesa è migliore, niente pietre, ma manca sempre il fondo. Questo inverno molto freddo ha impedito alla neve di consolidarsi.
Rimane comunque una gita consigliabile, con discese alternative alla nostra, un grande ambiente, e priva di pericoli di valanghe salvo pochi ed aggirabili punti.
Al rifugio, dotato di un bel locale invernale, a 2750mt, la traccia finisce e comincia un estenuante lavoro di battitura della pista in una neve che sprofonda sempre di più man mano che ci avviciniamo al Ghiacciaio di Montandayné; la pendenza ha pochi strappi ma l'ultimo prima del colletto è il colpo di grazia.
Ci fermiamo davanti alla ripida cengia di 50mt che conduce allo Sberna che si trova sulla spalla rocciosa del Neyron. La salita è un muro scarsamente innevato che ci metteremmo troppo a salire, considerato che fino a qui abbiamo impiegato 5 ore. (E' anche colpa del Gino)
Scendiamo il bellissimo ghiacciaio ma poco dopo la neve è senza fondo solido. La crosta sfonda, i 10 cm di neve fresca impediscono di riconoscere le pietre delle morene, righiamo gli sci più volte.
Sotto al Rifugio la discesa è migliore, niente pietre, ma manca sempre il fondo. Questo inverno molto freddo ha impedito alla neve di consolidarsi.
Rimane comunque una gita consigliabile, con discese alternative alla nostra, un grande ambiente, e priva di pericoli di valanghe salvo pochi ed aggirabili punti.
Tourengänger:
luke
Communities: Hikr in italiano, Skitouren
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