Helgenhorn o Punta di Elgio (2837 m), dalla Val Bedretto


Publiziert von siso , 27. Juli 2009 um 16:11.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:26 Juli 2009
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   I   Gruppo Grieshorn 
Zeitbedarf: 8:00
Aufstieg: 961 m
Abstieg: 961 m
Strecke:Percorso: Paltano (1876 m) – Ospizio San Giacomo (2254 m) - Passo San Giacomo (2313 m) – Punta di Elgio (2837 m)
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada A2, uscita Airolo – Val Bedretto – Paltano
Unterkunftmöglichkeiten:Capanna Corno-Gries, Rifugio Maria Luisa, Ospizio All'Acqua
Kartennummer:C.N.S. No. 1251 – Val Bedretto - 1:25000 C.N.S. No. 1271 - Basòdino - 1:25000

L’Helgenhorn è una cima posta sul confine tra la Val Corno e la Val Toggia (Italia). È molto ambita soprattutto dagli scialpinisti grazie agli splendidi pendii sciabili rivolti ad est e a sud. Il toponimo Punta di Elgio deriva dalla lingua walser (Elgenhorä) e si riconduce a termini botanici indicanti il sorbo oppure l’assenzio.

Oggi, approfittando della splendida giornata estiva, ho voluto fare un sopralluogo in previsione di un’escursione sulla neve nella prossima stagione.

 

Parto alle 7.00 da Paltano (1877 m), circa 3 km dopo All’Acqua (“Paltano” = terreno paludoso; da palta). Nessun segnavia indica il sentiero, per altro visibile sulla carta topografica e molto piacevole da percorrere. Paltano è meta ambita per gli amanti del dolce far niente, che desiderano prendersi la tintarella in riva al fiume. L’ambiente è molto bello, grazie anche al biotopo “Bolle di Paltano”. La località è tuttavia nota soprattutto per il giacimento degli straordinari cristalli di quarzo ialino ad aghi (Nadelquarz), visibili in molti musei di mineralogia e in collezioni private. Il giaci­mento è gestito da un privato.

Il sentiero passa di fianco alla cava, dove, frequentemente, degli improvvisati ricercatori della domenica frugano fra le scorie della discarica, nella speranza di recuperare qualche quarzo pregevole.

 

Si sale in direzione sud-est verso le Löite di Paltano (“löita” = pastura in pendio; pascolo d’alpe), tra una vegetazione di arbusti (ontano verde) e di molti fiori.

Raggirate alcune lingue di neve residua, si arriva ad un alpeggio a quota 2220 m, dove il sentiero si congiunge con quello che sale dalla Capanna Corno Gries.

Dopo un’ora dalla partenza si arriva all’ospizio San Giacomo (2254 m). Di fronte agli edifici occu­pati oggi dai militari, si erge la bella Cappella dedicata a San Nicolao confessore. La chie­setta, di proprietà della Parrocchia di Bedretto, costituiva una tappa dei pellegrini che dalla Val Formazza attraversavano il Passo San Giacomo, la Valle Bedretto, la Val Tremola, per giungere in cima al valico ad onorare San Gottardo.

Grazie alla giornata particolarmente limpida, il panorama sulle montagne vicine e lontane lascia basiti.

Ora il sentiero attraversa l’Alpe San Giacomo – Maniò, in direzione sud-ovest, passando ai bordi di un bel biotopo, costituito dai meandri degli affluenti del Ri di San Giacomo. In 20 minuti circa si giunge al Passo San Giacomo (2313 m), che costituisce il confine di stato.

Lo sguardo sulla Val Toggia è pure incantevole: oltre al Lago Toggia (detto anche Fi­schsee) e al Lago Castel, si possono ammirare innumerevoli cime e ghiacciai, tra i quali il maestoso Pizzo San Giacomo, il Kastelhorn, il Basodino e naturalmente la meta odierna: la Punta di Elgio. In prossimità del Lago Toggia, ad un’ora circa dal Passo San Giacomo, si può raggiungere il Rifugio Val Toggia, detto più comunemente Rifugio Maria Luisa.

Negli anni 1929-30, durante la costruzione della diga della Val Toggia fu costruita sul versante italiano del passo una strada carrozzabile che non fu mai prolungata sul versante svizzero.

 

Lasciata l’ex caserma delle Guardie di Finanza Italiane, in fase di crollo, si sale su dolci pendii erbosi in direzione dell’Helgenhorn, mantenendosi alla sinistra della cresta di con­fine. Senza affaticarsi troppo, si arriva al cippo di confine posto alla quota di circa 2590 m. Ottimo panorama sulla Val Corno e la Capanna Corno Gries. Un omino di pietra indica il percorso, assai periglioso, per salire (o peggio scendere) dalla Capanna Corno Gries.

Ora la salita si fa un po’ più impegnativa. Si devono aggirare a sinistra alcuni contrafforti, tra i quali l’impressionante anticima: una parete strapiombante a forma di pinna di delfino. Si superano facilmente alcuni nevai, per poi arrivare al culmine: un panorama che nutre il cuore.

Gli ultimi dieci metri di salita sono gli unici che potrebbero destare qualche preoccupazione a chi soffre di vertigini. È evidente che in caso di presenza di neve o ghiaccio, occorre molta prudenza.

La discesa è facilitata dalle lingue di neve, percorribili tranquillamente senza ramponi.

Comprensibilissima la fama che gode questo pendio tra gli amanti delle pelli di foca!

 

Proverbio Walser: “Finché esisteranno le Alpi scenderà da esse il soffio della libertà”.

Il vocabolo Walser è una contrazione di Walliser, Vallesano.

Formazza, in gergo “Pomattal”, è la più antica colonia fondata dai Walser durante le migrazioni del XIII sec. oltre i confini del Vallese attraverso il Passo del Gries. Questa posizione cruciale ha sempre offerto alla valle un ventaglio di comunicazioni, attraverso la Svizzera, con l’Europa nord-alpina.

 

Alla fine di questa bellissima escursione, in un ambiente alpino stupendo e ricco di storia, ritorno a domicilio, con 29°C, accolto dal canto della cicala…

Tempo di salita: 4 h

Tempo totale: 8 h

Dislivello: 961 m

Sviluppo complessivo: 14,2 km


Tourengänger: siso
Communities: Hikr in italiano


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