Un Campione di sentiero... ritrovato. Grazie al Cas? No, grazie ad Erminio.
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Historia della riviera di Salò. Dante a.d. 1599:
"questi dirupi sono tanto erti, sconcji e malagevoli che chi non fosse pratico si empirebbe la mente di tanto terrore et le membra di tanto tremore che andarebbe a rischio grande di abbandonarsi e precipitare onde non si rilevasse mai piu'; conciosia che non si vegga innanzi a 'i piedi altro che 'l precipitio altissimo, e 'l Lago fatto nero e terribile dall'ombra; e' vero che salendosi per uscirne, non sono tutta via cosi' spaventosi, non si guardando il Lago, e veggendo ove porre i piedi, e dove aggrapparse colle mani; ma sono pero' perigliosi ad ogni guisa. Non so quale di questi dui si dimandi il sentiero dal salto, perche' molti, et alcuni da poco tempo in qua, ne sono precipitati".
Come avrete letto dall’incipit di tal signore, questo è un sentiero con una vecchia storia, un sentiero abbandonato e caduto in disuso alla fine del 1800. Ora, grazie al generoso e volontario lavoro di Erminio (che ho avuto il piacere di conoscere via telefono), questo sentiero è ritornato a vivere, con tutta la sua storia e la sua bellezza. Il sentiero trasformato in via attrezzata invece, è il frutto dell’altrettanto duro lavoro di alcuni rocciatori che hanno messo in sicurezza tutta la parete verticale che cade sull’abitato di Campione.
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Lasciamo l’auto al centro del paese per avviarci verso il Circolo della Vela, passiamo la zona delle imbarcazioni e una volta giunti alla casotta di lamiera, sulla destra della casotta stessa troviamo la partenza del sentiero. Si sale subito in maniera ripida, aiutati prima da un canapo e poi subito dopo da una via attrezzata nuova di zecca, non conoscendo il grado di difficoltà noi ci siamo imbracati per sicurezza.
Si procede in maniera costante, la salita è ben appigliata ma parecchio sporca e bisogna far attenzione a chi magari sta dietro di voi; si passano alcune zone esposte, una Cappelletta votiva incassata nella roccia, mentre nell’ultimo tratto bisogna gattonare sulle reti posizionate per disinnescare una parete rocciosa molto instabile. La bellissima via sbuca nei pressi di una panoramica croce, il tratto attrezzato dura circa 45/50 minuti, quindi godetevi la salita.
Tolta l’imbracatura di cui abbiamo fatto poco uso, ora perseguiamo sul sentiero 266 che porta al Monte Cas, che poi non è altro che il vecchio sentiero che porta a Tignale, superiamo un gruppo di vocianti boia scout cremonesi, e in 1,15 h di cammino giungiamo sulla croce del Monte Cas dopo aver passato il bel sentiero delle trincee. E’ mezzogiorno e noi pranziamo.
Riprendiamo il cammino seguendo l’evidente sentiero sino all’Eremo, non visitabile da ottobre a marzo, scattiamo qualche foto e poi scendiamo lungo la stretta strada asfaltata che abbandoniamo alla seconda curva. Imboccata una vecchia e maltenuta carrareccia ora scendiamo verso l’abitato di Prabione. Attraversiamo il piccolo paese, poi una palina ci viene in soccorso: sentiero 204 Pontesel 0:45.
Si segue la strada asfaltata, che poi trasforma in sterrata, ed infine diventa sentiero; si perde quota sino ad arrivare al “famoso” Pontesel, un vecchio ponte di pietra che attraversa una profonda forra, poi si ricomincia a salire in maniera decisa sino a sbucare alle cascine di Prione, seguiamo la sterrata che porta verso Cadignano e una volta imboccata la strada provinciale la percorriamo per 1 km- 1,5 km sino a giungere a Pregasio. Qua entriamo nei meandri del centro storico e grazie al Gps intercettiamo il sentiero che si collega alla strada che sale-scende a Pregasio/Campione.
Il sentiero è il 267 e scende verso la forra, è un sentiero un po sconnesso e qua e la ci sono dei tratti attrezzati che aiutano nella discesa, poi ecco il Torrente San Michele che attraversa le rocce, le ha scavate, modellate. Ci sono anche delle belle pozze, d’estate deve essere il massimo farci un bagnetto. La mano umana qua ha prodotto una serie di lavori che hanno reso possibile il passaggio in questi meandri rocciosi, gallerie, ponticelli, sentieri con scorri mano, un lavoro che in parte è servito per incanalare l’acqua che serviva gli opifici, chiusi da oramai una quarantina d’anni. Questo percorso finale ci riporta a Campione, proprio vicino alla piazza dove c’è la nostra auto, togliamo gli scarponi e non ci resta che berci una bella birra… al Bar Cuba Cafè. E anche questa è andata.
Nota 1): E’ stato emozionante percorrere il vecchio sentiero ora attrezzato, un bel lavoro di recupero che solo mani volontarie hanno riportato in vita. La valutazione generale è T3, T3+ magari per il primo tratto, non saprei come altro valutarlo visto che stiamo parlando di una via attrezzata al limite della ferrata. Ma ci sono anche tratti da T1 e T2, e pure un paio di km su catrame, che nel complesso non influiscono sulla bellezza del giro. Da fare secondo me in autunno e inverno, in altri periodi si cuoce. Oggi si poteva camminare in maglietta.
Nota 2): Cazzeggi vari…
Family day: Una vergine e lo Spirito Santo vi sembrano una famiglia normale?
Politica estera: Puigdemont non potrà ritornare a Barcellona. Una vera Cata-rogna.
Carambolati: Rocco Siffredi ha vinto il primo premio durante una gara di carambola. Troppo facile per lui buttare le palle in buca.
A la prochaine! Menek,Rosa
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