Cima de la Duleira (2070 m) – Valle Mesolcina
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Ultima escursione autunnale sugli alpeggi sopra Pian San Giacomo, località di villeggiatura lungo la strada del Passo del San Bernardino, nel comune di Mesocco.
Inizio dell’escursione: ore 8.35
Fine dell’escursione: ore 13.35
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1027 hPa
Isoterma di 0°C, ore 9.00: 3200 m
Temperatura alla partenza: 3°C
Temperatura all’arrivo: 9°C
Velocità media del vento: 0 km/h
Sorgere del sole: 8.03
Tramonto del sole: 16.38
È il 52esimo giorno consecutivo senza precipitazioni: la robusta alta pressione ci regala anche oggi un cielo sereno e sole tiepido su tutta la Mesolcina. A Pian San Giacomo imbocco lo stretto ponte sulla Moesa, 2 m di larghezza, e proseguo sulla strada forestale che passando dalla Chiesa di San Giacomo, da Sei, da Valineu e da Pradiron Sot, mi permette di raggiungere Pradiron Sura (1529 m). Qui termina la sterrata, di fronte ad una radura con un prato sfalciato meccanicamente e una baita diroccata. Il toponimo “Pradiron” si rifà per l’appunto a “pra”, ossia prato.
Il “Sentiero Alpino Calanca” entra immediatamente nell’abetaia, in alcuni tratti decisamente fitta e scura. In meno di 50 minuti di cammino supero i trecento metri di dislivello che mi separano dalla baita Alp d’Arbea (1823 m).
Il toponimo “arbea” deriva probabilmente dal latino herba, erba.
Il pascolo è disseminato di una ventina di stalle, delle quali solo un paio sono rimaste intatte. Delle altre rimangono solo i muri perimetrali, che si innalzano fino ad un metro d’altezza. Visto che la porta del rifugio non è chiusa a chiave, posso visitarlo. Il monolocale contiene un letto a castello con due posti, un armadietto, un tavolino, una sedia, una cucina a gas, una stufa a legna e la classica borsa d’acqua calda di gomma rossa, la “bouillotte” per i ticinesi doc. All’esterno c’è un tavolino di legno e un rubinetto con acqua corrente.
Scrivo i saluti sul “libro di baita”, ancora poco sfruttato, benché risalga al lontano 2005, quindi continuo il cammino in direzione SW per circa 200 m. Qui c’è un bivio, non segnalato: il “Sentiero alpino” si sviluppa a destra, per contro, io continuo in direzione del sole, nell’ampissimo e suggestivo anfiteatro alla base del Piz de Trescolmen.
Il toponimo deriva dal latino “trans”, al di là, e si riferisce all’espansione di Mesocco al di là della montagna in epoca medievale. Il secondo termine, “culmen”, significa cima, vetta.
La parte più occidentale della conca è caratterizzata da una pietraia di ciclopiche proporzioni; per contro, a NE predominano i pascoli dell’Alp d’Arbea. È il regno dei camosci; ne vedo parecchi, ma sono tutti estremamente schivi, non abituati alla presenza dell’uomo.
Compio un largo cerchio su dossi e lastre di pietra ricoperte di brina, che mi porta ad affacciarmi sulla Val d’Anzon, un vallone che raggiunge la parte nord del villaggio di Mesocco.
Il panorama è incantevole in tutte le direzioni! Mi soffermo a lungo a godermi il grandioso spettacolo, quindi ritorno alla deviazione presso l’Alp d’Arbea, a 1875 m di quota, dopo aver compiuto un giro supplementare di 2 h e 15 min.
Riprendo il “Sentiero Alpino” in direzione dell’Alp d’Arbeola, che oggi non raggiungerò. Mi attira di più il cocuzzolo posto a Nord della catena denominata La Duleira. Dopo 3 h 45 min di cammino posso affermare: Cima de la Duleira (2070 m) geschafft!
Anche da questo promontorio il panorama è di prim’ordine. A dominare la scena è il Piz Pian Grand (2689 m).
Piz Pian Grand (2689 m)
Negli anni ’80 e ’90 questa montagna veniva citata tutti i giorni dagli organi di stampa, per il progetto di realizzazione nelle sue viscere di un deposito di scorie mediamente e debolmente radioattive. Dopo innumerevoli discussioni, prese di posizioni e opposizioni, a cominciare dai due comuni direttamente interessati, Mesocco e Rossa, ma anche dalle Regioni Lombardia e Piemonte, la CISRA decise di interrompere le ricerche a partire dal mese di aprile del 1994.
In pochi anni, dal progetto di deposito di scorie radioattive si è passati al progetto del Nuovo Parco Nazionale dell’Adula: inevitabilmente ci saranno anche questa volta degli oppositori, schierati sullo stesso fronte o sul fronte opposto.
Trovo incantevole anche il panorama sulla conca di San Bernardino, sulla sua icona, il Piz Uccello e sul valico.
Come spesso capita, ogni escursione offre degli spunti per programmarne altre con mete individuate nelle vallate visitate.
Per la prima volta ho programmato un’escursione con partenza da Pian San Giacomo, in foreste e alpeggi selvaggi, attualmente frequentati solo da cervi, stambecchi, camosci, volpi e lepri. È stata un’occasione privilegiata che mi ha permesso di godere di grandiosi panorami sulla regione di San Bernardino e sulle maestose cime della Mesolcina, oggi baciate da un sole splendente.
Tempo di salita: 3 h 45 min; senza la deviazione all’Alp d’Arbea: 1 h 35 min
Tempo totale: 5 h
Tempi parziali
Pradiron Sura (1529 m) – Rifugio Alp d’Arbea (1823 m): 50 min
Rifugio Alp d’Arbea (1823 m) – Alpe d’Arbea, quota (2203 m): 1 h 15 min
Alpe d’Arbea, quota (2203 m) – Rifugio Alp d’Arbea (1823 m): 1 h
Rifugio Alp d’Arbea (1823 m) – Cima de la Duleira (2070 m): 40 min
Cima de la Duleira (2070 m) – Pradiron Sura (1529 m): 1 h 10 min
Dislivello in salita: 874 m
Sviluppo complessivo: 9,6 km
Difficoltà: T3
Copertura della rete cellulare: Swisscom buona
Coordinate Rifugio Alp d’Arbea: 735'477 - 142'300
Coordinate Cima de la Duleira: 734'575 - 142'425
Libro di baita: sì
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