Beh, preferisco anch'io il bivacco tradizionale in pietra, ma senza chiusure verso la tecnologia.
Considerando anche che un bivacco deve essere ben visibile in caso di emergenza.
Stefano
Forse colpisce negativamente alcuni per l'aspetto futuribile ma, non dimentichiamo, siamo nel terzo millennio, le tecnologie di ieri sono state migliorate da quelle di oggi e ad un bivacco chi ne ha davvero bisogno richiede efficienza, un certo comfort e, perchè no, arredamento razionale, impianto solare e...una bella finestra sui monti non guastano proprio.
Giulio
grandemago
hat gesagt: Ad ognuno il suo pensiero....
Gesendet am 3. Januar 2011 um 21:44
Mi piace il confort, mi piace la tecnologia che mi semplifica il lavoro e la vita, e tutto questo lo trovo a casa mia!
Almeno in montagna mi piacerebbe trovare la "selvaticità"......e se non la reggo, rimango a casa!
Ciao a tutti, sinceramente preferisco anch'io una struttura più tradizionale e della tecnologia in montagna ne faccio volentieri a meno; comunque ritengo sia da vedere per giudicare meglio e tutto sommato meglio il bivacco che un nuovo rifugio, con tutto ciò che ne consegue...
Luca
A me personalmente piace questo design un po' futuristico, non solo funzionale, elegante e versatile, ma anche sicuramente più ecologico che il vecchio modello.
Chi vuole lasciare la tecnologia lontana dalle montagne, dovrebbe, a mio modesto avviso, lasciare a casa anche il telefonino, la macchina fotografica, il gps, i vestiti e gli scarponi tecnici.
Ovviamente noi facciamo battute ma il discorso è ampio Anna.
Gli oggetti che tu menzioni vengono in montagna con noi ma poi, sempre con noi, tornano a casa, mentre le strutture rimangono!
Telefonino e gps ne faccio a meno.....lasciami i vestiti e la macchina fotografica ti prego, sono anch'io un peccatore!
Anche a me piace trovare la selvaticità, anche senza vestiti, scarpe e macchina fotografica; concordo con chi preferisce il tradizionale, ma senza rigidità; in caso di emergenza un minimo di tecnologia può essere indispensabile, Per quanto riguarda l'estetica, quello che trovo orribile è l'accostamento antico/moderno, ma non mi sembra questo il caso.
Ciao
Stefano
Si, le strutture rimangono, ma anche il vecchio bivacco non tornava a casa la sera ed anch'esso, come il nuovo, è una tecnologia moderna rispetto all'età della montagna. Quindi, non ci vedo niente di male a sostituirlo con uno più moderno, più resistente, meglio isolato, più funzionale, con minore impatto ambientale, ecc ecc.
Il vero problema non sono le tecnologie, ma l'uso che se ne fa.
Per me non è un peccato portarsi telefonino, gps, vestiti e macchina fotografica, l'importante è usarli saggiamente, essi possono essere molto utili, anche se non dobbiamo pensare che la tecnologia sia da sola sufficiente a tirarci da ogni impiccio.
Considerando che un bivacco viene utilizzato come riparo di emergenza o punto di appoggio per salite lunghe e impegnative, l'aspetto estetico è secondo me di importanza secondaria. Se oggi la tecnologia ci permette di avere una struttura più resistente, con una migliore isolazione, meno ingombrante, più funzionale e facilmente trasportabile (e di conseguenza con minor impatto ambientale) non ci vedo niente di male. Poi i gusti sono gusti...
Sono invece un po' più critico riguardo a molti rifugi/capanne delle Alpi che sempre più si stanno trasformando in alberghi: non più quindi solo punti di appoggio ma mete a sé stanti con tutte le conseguenze che questo comporta (accessi facilitati, affollamento, impatto ambientale,...).
>Sono invece un po' più critico riguardo a molti rifugi/capanne delle Alpi che sempre più si stanno trasformando in alberghi: non più quindi solo punti di appoggio ma mete a sé stanti con tutte le conseguenze che questo comporta (accessi facilitati, affollamento, impatto ambientale,...).
Anch'io parlando di rifugi non posso sopportare gli "Hotel" in alta quota e soprattutto a questo mi riferivo nel mio intervento precedente.
Per il resto effettivamente non è pensabile di eliminare completamente la tecnologia, in questo caso mi trovo concorde con Aldo grandemago.
Ciao a tutti Luca.
.... Se per voi quell'affare dalla forma camera iperbarica è in simbiosi con il luogo dove si trova, allora io di estetica non capisco proprio nulla!!!!
Pazienza, mi dovro' resettare!!!!
Anch'io sono un po' critico riguardo a molti rifugi: tante comodità inutili, riscaldamento a livello da sauna, e mancanza d'aria da respirare!
D'accordo con Anna: Il vero problema non sono le tecnologie, ma l'uso che se ne fa.
Ciao
Stefano
La tecnologia avanza,anche per i monti la si nota: rifugi super tecnologici con tutto ciò che serve per accogliere "cittadini" dalle pretese a dir poco esigenti. Per lavorare,i rifugi si adottano di docce con acqua calda anche oltre i 3000 metri,questo perchè lassù ci vanno pure coloro che non sanno vivere la montagna nella sua più umile libertà. A parte questo,ritengo che la stessa tecnologia,possa essere messa a disposizione in una struttura più "normale",poi...la cosa è soggettiva: a me piace il tradizionale!
Ci vorrà un ragazzino per capire questa che noi chiamiamo modernità, loro sono più pronti di noi al nostro rinnovamento, queste cose sono la nostra evoluzione, tentativi di migliorare, pensate al computer, pochi anni fa hikr era impensabile, le montagne durano pochi milioni di anni, poi si autodistruggono, e ne nasceranno di nuove, chissà i bivacchi del 3010 come saranno ?
Stiamo testando cosa costruire su Marte, e questa costruzione in luoghi impervi è un piccolo passo verso il futuro, in fondo che ci frega, noi non ci saremo.
Sarà perchè mi ci hanno ficcato dentro 40 volte che la struttura mi fà una certa impressione!
Per me non è questione se sia giusto o sbagliato, ognuno faccia come vuole, io semplicemente eviterò di utilizzarlo! Per quanto mi riguarda la tecnologia e i confort li apprezzo moltissimo a casa mia.....in montagna cerco altro.
Piuttosto che salire a quattromila in un'astronave, preferisco rimanere a duemila in tenda.
Ho letto tutti i vostri commenti. Non voglio fare lo stupido provocatore nè tantomeno l'anticonformsita critico gratuito. Tutti le vostre parole in qualche maniera sono da condividere e riflettono il vostro spirto sia di andare in montagna e di conseguenza di concepire le differenti modalità che tutti noi ogni giorno ci confrontiamo con i consumi e le tecnologie della nostra società. Quindi per aggiungere qualcosa in più e per portare un'ulteriore argomento di discussione, vi dico quello che penso personalmente sull'argomento.
Se utilizzo un rifugio, un bivacco, o un luogo di emergenza, cerco di farlo esclusivamente per lo scopo che mi sono prefisso. Se per fare una montagna ho bisogno di appoggiarmi ad una struttura, la utilizzo. Ma se posso evitarlo, lo evito anche se devo alzarmi alle 2 di notte, farmi 2500 metri di dislivello in giornata e fare una fatica della madonna per raggiungerlo. Così facendo il mio impatto ambientale sulle montagne è zero, anche perchè non lascio niente sul mio cammino, nè rifiuti organici, nè avanzi di cibo, bottiglie, nè firme sui libri, nè bandierine, nè tantomeno rifiuti. Mi piace pensare che qualcuno dopo di me, possa pensare di essere il primo ad essere lì in quel posto.....in quel momento.... Se non posso farne a meno, lo uso ma la mia frequenza generale in quelle strutture rimane accattabile comunque, magari 4-5 volte all'anno.
Il fatto è che la massa vuole senza far fatica e senza limitare le sue comodità, farsi la montagna e viverla come una vacanza d'alta quota con la conseguenza che aumentano i rifugi, aumentano le comodità, aumenta la gente che ci va etc etc.
Io cerco di essere coerente con me stesso e comunque concludendo e ironizzandoci un pò sù, l'ultima volta che sono stato ad una capanna ed è stato a ottobre alla Cornavosa, mi sono stupito quando , andando in bagno, ho scoperto che c'era l'acqua calda. L'ACQUA CALDA!!!!!
mi sono subito fiondato dentro ma siccome non avevo nessun asciugamano nel mio zaino, ho usato semplicemente lo straccio del pavimento che era lì un pò secco, un pò peloso ma che comunque mi è servito per non presentarmi in refettorio dove c'erano due "belle" sangallesi, nudo come un verme delle montagne!!!!!
Ciao ragazzi!!!
Marco
Strutturalmente è bello, ma continuo a preferire i posti più "rozzi" e più alla buona. Odio il turismo di massa d'alta quota, i megahotel frequentati dai ricconi ecc...non so, io vivo la montagna in un'altra maniera...
Mi piace molto di più l'interno dell'esterno: sembra preso da da Star Trek, o da "2001 Odissea ...". Se almeno avessero evitato di farlo sporgere in fuori, si vede che nell'altro senso sul terrazzo roccioso proprio non ci stava.
L'estetica futuristica che è sicuramente soggettiva può essere criticabile, a me piace comunque.
Metterei un accento importante sulla funzionalità che migliora di molto rispetto alla precedente struttura.In quanto al turismo di massa, credetemi a 2800 metri non ne vedo il pericolo...
tenuto conto oltretutto che:
Difficoltà : PD = Scalata con difficoltà alpinistiche fino al III grado e creste o pendii glaciali impegnativi.
Punto d'appoggio per le ascensioni alla parete E delle Grandes Jorasses, alle Petites Jorasses, alla Aiguille de Leschaux.
Si, devo dire che non ci sarà proprio il tursimo di massa lassù :)
S.
Cari Francesco e Grandemago sono d'accordo con voi: va bene la tecnologia a casa mia, non in quota: se supero un PD fino al III grado non mi aspetto certo di trovare "una camera iperbarica" con tutte le comodità, sarei ben lieto di arrivare nel vecchio bivacco rosso in metallo dove scaldare la zuppa con il fornelletto diventa un'altra avventura, dove scaldarmi la notte con la vecchia coperta militare sarà un terno al lotto, dove il primo raggio di sole sarà il benvenuto e raccontare il trek agli amici sarà un'inno all'avventura non una mera descrizione di comodità!
Floriano
Permettetemi di fare l'avvocato del diavolo :) e qualcuno ha già in parte espresso questo parere.
Innanzi tutto, caro Flo: alla faccia del “trek” … li ci sono fior di vie alpinistiche e una trekker come me non per nulla ha salito tutti i bivacchi della Val Ferret tranne quello … ci sarà pure un motivo :)
Ecco la polemica: una volta si andava in tenda, avevano i portatori e i bivacchi se li sognavano. Probabilmente, quando sorsero i primi, ci furono gli “integralisti” che gridarono allo scandalo.
Cosi come forse qualcuno gridò allo scandalo all'avvento dei primi rifugi gestiti.
Dove sta quindi il confine tra lecito e illecito? Probabilmente, tra 100 anni (quando i nostri ghiacciai si saranno estinti … sob!) c'è chi apprezzerà il nuovo bivacco come voi apprezzate quello vecchio di adesso e grideranno allo scandalo per l'innovazione che arriverà.
Non voglio difendere nulla, ma solo capire: dove sta il confine?
S.
Secondo mè un confine netto non c'è; tutto è relativo, alla cultura, alle ideologie, alla tecnologia e, purtroppo, alle mode del momento.
I riferimenti per i concetti di "bene" e "male" sono molto variabili:
Se si elimina quello che si considera "male", quello che stava a metà strada tra male e bene diventa automaticamente "il male" (e viceversa).
Discorso che si potrebbe sviluppare ulteriormente, ma non penso che questo sia il luogo adatto.
Comunque mi piace questa possibilità offerta da HIKR di confrontare amichevolmente le proprie opinioni.
Ciao
Stefano
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