Monte Torrezzo, tra l'Endine e il Sebino- Prealpi Orobiche.
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Oggi gioco in casa, le Prealpi Orobiche sono ad un tiro di schioppo da casa mia e per questa nuova gitarella, ho scelto la Valle di Fonteno come terreno d’escursione, un posto a poco più di un’ora di macchina e sino ad ora mai esplorato. Il cielo è sereno ed Eolo, si è ritirato nelle segrete stanze in compagnia di Bombolo, Cutolo, Fattolo e Turpiloquiolo… Si parte!
Parcheggiata l’auto alla fine di via T. Tasso, dopo pochi metri la strada si restringe sino a diventare una mulattiera in parte asfaltata, seguendo il segnavia bianco/rosso 568, proseguiamo di buon passo in direzione M. Boario. Si cammina sempre con discreta pendenza, ed in prossimità di un bosco spoglio, la salita aumenta guadagnando quota con frequenti tornanti.
In questo tratto il sentiero è ben segnalato, e senza timore alcuno, proseguiamo il nostro cammino tenendo il Lago d’Iseo sul nostro lato sinistro, giunti ad un bivio, un cartello bianco/verde con la scritta Strada Comunale N 6 del Boer, ci indica la direzione che adesso dobbiamo seguire.
Dopo circa un’ora di cammino, sbuchiamo in prossimità di bei prati oggi coperti di neve, ci guardiamo attorno, e subito notiamo dei panorami da favola… Presolana, Arera, Cimone della Bagozza, Adamello, Il L. d’Iseo… tutto sembra a portata di mano e gli scatti fotografici si susseguono. Nel frattempo, la croce del M. Boario fa la sua comparsa. Risalito l’irto ma breve pendio, il sentiero prosegue nel bosco, arriviamo nei pressi di una santella con area pic-nic, ed un cartello posto su una pianta (M. Torès), ci dirige verso la nostra prima meta; non senza fatica, sbuchiamo sul panoramico M. Boario dove è posta una croce di legno. Qua facciamo il nostro primo pit stop… colpiti dal tepore solare, recuperiamo energie consumando del buon tè caldo e qualche barretta, ma a corredo di tutto ciò, Pino vorrebbe avere a portata di mano, una camera iperbarica ove poter recuperare ossigeno!
Ripartiti tenendo la croce alle spalle, camminiamo su una comoda cresta ombreggiata, a sinistra costeggiamo la Val Fonteno, mentre a destra, la Val Borlezza si mostra intonsa da neve. Come dicevo, la cresta è assolutamente priva di rischi, ma la neve rende tutto più complicato… qua di bianca materia ce n’è 20 o 30 centimetri, di cui almeno la metà fresca di giovedì, ecco allora che le roccette affioranti diventano imprevedibili. E allora mi guardo attorno, controllo dove metto i piedi ma anche i miei soci che sono dietro di me; Pino cammina con tantrica sicurezza, mentre Mauro C. ha la stessa eleganza di un cow boy appena disarcionato da un mustang.
Passiamo una serie di capanni sguarniti, ed in prossimità di una baita, incrociamo una strada forestale e qua decidiamo il da farsi; seguendo la strada si dovrebbe arrivare al Colèt e poi su al Torès, ma noi gente dallo spirito arguto, decidiamo di riprendere una sorta di cresta, che per ripido pendio candidamente innevato, dovrebbe portarci su quello che noi crediamo essere, erroneamente, il M. Torrezzo. Non avendo la traccia gps, estraggo dal mio zaino la fottuta cartina Kompass, controlliamo l’altimetria e subito notiamo l’errore di navigazione… poco male, una cima in più fortifica il morale. Sic! Ma San Crisantemo… ho stampato una breve descrizione del sentiero e l’ho dimenticata in tasca!!! Fanculo…
Leggo: dopo aver passato una bella faggeta… ecco, la faggeta… rivolgo lo sguardo a sud e tutto mi sembra più chiaro. Perdiamo quota seguendo la recinzione, e giunti ad un colletto, risaliamo un pendio costeggiando un muretto a secco, oltrepassiamo la piccola faggeta ed eccoci sul Monte Torrezzo, ove ad attenderci non c’è nessun segno distintivo. Pausa pranzo. Qua incontriamo un tipo che sta smaltendo una bronchite, vorrei raccontarvi due cose ma la farei troppo lunga…
Quello di oggi dovrebbe essere un giro ad anello, ed ecco che dopo il pranzo, scendiamo dalla cima puntando verso il sottostante Monumento dei Partigiani, lo oltrepassiamo ossequienti, sino a giungere al Colle di Caf. Anche qua breve briefing… non volendo percorrere una strada asfaltata che ci porterebbe a Fonteno in maniera sicura, decidiamo ad un bivio con baita adiacente, di tenere la sinistra calpestando una sorta di carrareccia sterrata e a brevi tratti bitumata, la neve copre tutto ed il sentiero risulta più gradevole alla vista. Scendiamo con una certa sicumera puntando verso Fonteno, notiamo una bollatura con scritto C.M. 3 bianco/verde, e questo ci fa prendere coraggio… incrociamo poi un vecchio local che ci conferma la giusta direzione. Fiu!
La forestale è comoda, ma la neve nasconde placche di ghiaccio… e allora calma fratelli, diminuiamo il passo… ma si scivola lo stesso; una volta, due, tre… poi, in prossimità di alcuni sassi acuminati, sento bestemmiare in turcomanno, è Mauro C., scivolando ha battuto pesantemente il culo, ed io, bastardo come un Tricheco mi rivolgo a lui: sorry, ma dove ci sei tu non c’era uno spuntone? Dov’è ora? Ops, scusa… non volevo infierire! Risata, foto ad immortalare l’avvenuto incidente e via verso lidi più sicuri . Giunti a Fonteno, risaliamo Via Tasso sino ad arrivare alla macchina.
Nota 1: Divertente e sorprendente giro ad anello in una valle sinora a me sconosciuta, nel periodo autunno/inverno questo può essere un posto da tenere in considerazione, perché c’è parecchio da girare, e l’anello lo si può prolungare a piacimento. Il T3 è riferito a neve e ghiaccio che hanno reso difficoltoso il cammino. Bella giornata ragazzi, senza le Ladies ci siamo divertiti abbestia…
Nota 2: Dilemmi della vita & cose a caso.
Geometria: qual è la formula per trovare il Triangolo Lariano?
Per gli adepti del Dio “Quelo”: se è cane bau, se è gatto miao, se è Manu…Chao.
Senza pietà: Vasco Rossi e Ligabue se le “cantano” e se le “suonano”!
Vulcanico Renzi: Se l’Italia è in bolletta, metto Pampers al Ministero del Tesoro!
Se la Svizzera è ricordata per il cioccolato e la Tunisia per i datteri, il Cacatua per cosa è famoso?
Nota 3: Scartabellando tra le poesie di Eric De Flatulance, ho scoperto che lui ha visitato Fonteno e gli ha dedicato uno scritto, eccolo:
FONTENO.
In questo spazio io mi sento alieno,
ritraggo le mie voglie e mi faccio treno,
e metto la mia mano nell'arcobaleno.
Fonteno,
carpisco le notizie per restar sereno,
se mangio casoncelli poi non sono pieno,
e la tua pancia spinge verso il mio duodeno.
Fonteno,
rimpatriando io mi faccio armeno,
rampono con fatica ma sono scaleno,
e poi ritorno alla forcella in un battibaleno,
ma in fondo mi domando… che minchia faccio qua a Fonteno?
A La Prochaine! Menek & Olmo
P.S. C'è stato un problema con i waypoint, vedremo di sistemare il tutto più avanti. Sorry.
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