Gli alpeggi di Talamona
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Talamona non è mai stato un unico paese con specifica identità, ma un agglomerato di contrade sparse sulla conoide alluvionale di tre torrenti convergenti verso l'Adda dai ripidi versanti di questo tratto di Orobie. La vivacissima espansione edilizia di questi ultimi decenni ha confuso la specificità delle contrade e ha permesso la proliferazione di una viabilità particolarmente complessa. Ma oltre il limite dell'area residenziale e appena attorno agli ultimi alpeggi (attualmente rigenerati in case di vacanza) si estende un territorio boscoso di inusuale suggestione che ben si distingue per fasce altimetriche: dal castagneto da frutto si passa alla faggeta e quindi alla fustaia di abeti, tutti periodicamente sfruttati dalle attività forestali che hanno sempre contraddistinto (e anche diffuso nel mondo) i boscaioli di Talamona. Interessante testimonianza di tutto ciò sta nel piccolo, ma esaustivo, Museo del Boscaiolo che si incontrerà al termine dell'escursione.
Dal parcheggio presso San Gregorio 540m si imbocca - verso l'esterno della curva - una vecchia mulattiera che procede in piano fiancheggiata da muri a secco rivestiti di muschio (tutta questo territorio di Talamona, rivolto decisamente a nord, è buio fresco e ombroso, ricevendo poche ore di sole al giorno solo nella bella stagione). Ben presto il tracciato si fa ripido e con una lunga serie di tornanti e brevi traversi (ai bivii - sempre secondari - tenere la sinistra in salita) si raggiunge il margine inferiore dei vasti prati di Faido di Sotto 786m. Da qui, e purtroppo per un lungo tratto, l'unica possibilità per proseguire nell'escursione è percorrere la pista forestale che risale il maggengo andando a toccare ogni piccolo agglomerato di baite. Nelle giornate limpide è comunque piacevole il panorama verso la Costiera dei Cech e tutta la dorsale retica del Màsino. Oltrepassate le abitazioni più alte (Faido di Sopra 978m), la pista si restringe ed entra nel territorio del Parco Regionale delle Orobie Valtellinesi; all'ultimo tornante (termine della pista in località Lüniga 1360m) un piccolo ma ben visibile cartello rosso indica la direzione per l'Alpe Olza. Si entra qui - lungo un suggestivo percorso a netti saliscendi - in una faggeta che in ogni stagione presenta bellissime particolarità di luce e colori. Attraversate alcune piccole vallette con minimi ruscelli, si sbuca ad una grande baita (Olza 1250m), posta in posizione centrale sulla scoscesa radura dell'alpeggio; si scende quindi senza traccia alle visibili baite più basse: si distinguono per la presenza di una cappelletta votiva privata. Sulla sinistra (guardando a valle), al margine di un settore di bosco che separa da un'ulteriore radura, si stacca un sentierino che scende ripidamente nel fitto bosco (da questo punto compaiono segnali a vernice bianco/rossi). La discesa è - per lunghi tratti - molto stretta e ripida lungo il versante assai scosceso; da ultimo, una recente variante permette di evitare una frana attiva e di raggiungere senza problemi il doppio ponte sul torrente della Val Valena, evidentemente soggetto a piene violente. Sulla riva opposta si raggiunge una pista forestale secondaria che, percorsa verso valle, conduce in poche centinaia di metri all'antica chiesa di San Giorgio in Premiana 760m. L'escursione prosegue sulla sinistra del piccolo sagrato erboso (ex-cimitero) lungo una mulattiera rettilinea selciata che scende a raggiungere definitivamente la pista forestale nei pressi del Ponte dei Frati 580m; qui si trova l'indicazione per il Museo del Boscaiolo: una teleferica a contrappeso affianca la stradetta che sale ad una baita di tronchi, ricostruzione di un tipico ambiente di lavoro forestale. Tornati all'asfalto, lo si segue oltre il ponte sul torrente Roncaiola e, in poche decine di metri, si torna a San Gregorio, punto di partenza.
Dal parcheggio presso San Gregorio 540m si imbocca - verso l'esterno della curva - una vecchia mulattiera che procede in piano fiancheggiata da muri a secco rivestiti di muschio (tutta questo territorio di Talamona, rivolto decisamente a nord, è buio fresco e ombroso, ricevendo poche ore di sole al giorno solo nella bella stagione). Ben presto il tracciato si fa ripido e con una lunga serie di tornanti e brevi traversi (ai bivii - sempre secondari - tenere la sinistra in salita) si raggiunge il margine inferiore dei vasti prati di Faido di Sotto 786m. Da qui, e purtroppo per un lungo tratto, l'unica possibilità per proseguire nell'escursione è percorrere la pista forestale che risale il maggengo andando a toccare ogni piccolo agglomerato di baite. Nelle giornate limpide è comunque piacevole il panorama verso la Costiera dei Cech e tutta la dorsale retica del Màsino. Oltrepassate le abitazioni più alte (Faido di Sopra 978m), la pista si restringe ed entra nel territorio del Parco Regionale delle Orobie Valtellinesi; all'ultimo tornante (termine della pista in località Lüniga 1360m) un piccolo ma ben visibile cartello rosso indica la direzione per l'Alpe Olza. Si entra qui - lungo un suggestivo percorso a netti saliscendi - in una faggeta che in ogni stagione presenta bellissime particolarità di luce e colori. Attraversate alcune piccole vallette con minimi ruscelli, si sbuca ad una grande baita (Olza 1250m), posta in posizione centrale sulla scoscesa radura dell'alpeggio; si scende quindi senza traccia alle visibili baite più basse: si distinguono per la presenza di una cappelletta votiva privata. Sulla sinistra (guardando a valle), al margine di un settore di bosco che separa da un'ulteriore radura, si stacca un sentierino che scende ripidamente nel fitto bosco (da questo punto compaiono segnali a vernice bianco/rossi). La discesa è - per lunghi tratti - molto stretta e ripida lungo il versante assai scosceso; da ultimo, una recente variante permette di evitare una frana attiva e di raggiungere senza problemi il doppio ponte sul torrente della Val Valena, evidentemente soggetto a piene violente. Sulla riva opposta si raggiunge una pista forestale secondaria che, percorsa verso valle, conduce in poche centinaia di metri all'antica chiesa di San Giorgio in Premiana 760m. L'escursione prosegue sulla sinistra del piccolo sagrato erboso (ex-cimitero) lungo una mulattiera rettilinea selciata che scende a raggiungere definitivamente la pista forestale nei pressi del Ponte dei Frati 580m; qui si trova l'indicazione per il Museo del Boscaiolo: una teleferica a contrappeso affianca la stradetta che sale ad una baita di tronchi, ricostruzione di un tipico ambiente di lavoro forestale. Tornati all'asfalto, lo si segue oltre il ponte sul torrente Roncaiola e, in poche decine di metri, si torna a San Gregorio, punto di partenza.
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