Pizzo Tambò m. 3.269
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Finalmente siamo riusciti a salire il Tambò, la montagna più alta della bellissima valle Spluga, già tentata a metà agosto ma non riuscita per la fitta nebbia.
Siamo partiti dalla dogana Italia/Svizzera di Montespluga 2.110 metri, alle 9 con tutta calma; la giornata è molto fresca ma il cielo è bello terso e salendo tutte le cime della valle si lasciano ammirare.
La cima è molto frequentata e la salita è già ben relazionata. Si sale tutta la cresta sul confine per poi abbassarsi leggermente passando tra il monte Tamborello e il laghetto sottostante. Dopo questo passaggio iniziano i primi nevai,tra cui un paio da passare in traverso su discreta pendenza, la neve era bella gelata, a mio avviso la picozza è necessaria come sicurezza. (Di una quindicina di persone arrivate in vetta l'abbiamo usata solo io e il mio amico, qualcuno usava i bastoncini, qualche altro senza attrezzatura faticava a stare in piedi) poi si fa qualche passaggio facile su roccette e si scende leggermente sulla vedretta della Spianata, un innocuo ghiacciaio da traversare che ci conduce alla cresta finale.
La cresta finale non è particolarmente difficile ma è molto sfasciumosa e franosa, c'è comunque da fare attenzione in 2/3 passaggi. Una volta arrivati sulla vetta il colpo d'occhio è stupendo, si può ammirare dal monte Rosa al Bernina, dal Disgrazia al dirimepettaio Ferrè!
Dopo 2,50 ore di cammino e quasi 1200 metri di dislivello ci complimentiamo a vicenda e facciamo qualche foto con la sgangherata croce di vetta.
Stranamente non fa molto freddo e la temperatura è gradevole, ci rilassiamo un attimo e pranziamo; poi scendiamo facendo attenzione sopratutto ai detriti nella prima parte. Scendendo sbagliamo un paio di passaggi e andiamo ad infilarci in un nevaio non battuto, ne usciamo comunque senza grossi problemi. Il sentiero non è minimamente bollato e bisogna fidarsi degli ometti, non sempre chiari e presenti, consiglio di fare la salita solo col bel tempo, magari con una traccia GPS al seguito.
I ramponi non li abbiamo usati, ma vanno sempre portati, le condizioni cambiano repentinamente in zona, siamo stati fortunati a trovare una giornata così.
Sicuramente una delle più belle cime che ho fatto, dà grande soddisfazione! È da affrontare però col giusto meteo, esperienza e attrezzatura, non va sottovalutata insomma.
Siamo partiti dalla dogana Italia/Svizzera di Montespluga 2.110 metri, alle 9 con tutta calma; la giornata è molto fresca ma il cielo è bello terso e salendo tutte le cime della valle si lasciano ammirare.
La cima è molto frequentata e la salita è già ben relazionata. Si sale tutta la cresta sul confine per poi abbassarsi leggermente passando tra il monte Tamborello e il laghetto sottostante. Dopo questo passaggio iniziano i primi nevai,tra cui un paio da passare in traverso su discreta pendenza, la neve era bella gelata, a mio avviso la picozza è necessaria come sicurezza. (Di una quindicina di persone arrivate in vetta l'abbiamo usata solo io e il mio amico, qualcuno usava i bastoncini, qualche altro senza attrezzatura faticava a stare in piedi) poi si fa qualche passaggio facile su roccette e si scende leggermente sulla vedretta della Spianata, un innocuo ghiacciaio da traversare che ci conduce alla cresta finale.
La cresta finale non è particolarmente difficile ma è molto sfasciumosa e franosa, c'è comunque da fare attenzione in 2/3 passaggi. Una volta arrivati sulla vetta il colpo d'occhio è stupendo, si può ammirare dal monte Rosa al Bernina, dal Disgrazia al dirimepettaio Ferrè!
Dopo 2,50 ore di cammino e quasi 1200 metri di dislivello ci complimentiamo a vicenda e facciamo qualche foto con la sgangherata croce di vetta.
Stranamente non fa molto freddo e la temperatura è gradevole, ci rilassiamo un attimo e pranziamo; poi scendiamo facendo attenzione sopratutto ai detriti nella prima parte. Scendendo sbagliamo un paio di passaggi e andiamo ad infilarci in un nevaio non battuto, ne usciamo comunque senza grossi problemi. Il sentiero non è minimamente bollato e bisogna fidarsi degli ometti, non sempre chiari e presenti, consiglio di fare la salita solo col bel tempo, magari con una traccia GPS al seguito.
I ramponi non li abbiamo usati, ma vanno sempre portati, le condizioni cambiano repentinamente in zona, siamo stati fortunati a trovare una giornata così.
Sicuramente una delle più belle cime che ho fatto, dà grande soddisfazione! È da affrontare però col giusto meteo, esperienza e attrezzatura, non va sottovalutata insomma.
Tourengänger:
lucalore
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