Cima delle Croci-Cima Carnera


Publiziert von ciolly , 19. August 2014 um 00:47.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:15 August 2014
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 8:30
Aufstieg: 1900 m
Abstieg: 1800 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Varallo Sesia-Balmuccia-Scopa-Mollia-Riva Valdobbia (loc. Gabbio) Ampio parcheggio area Camping
Kartennummer:Kompass 88 Monte Rosa

La mia intenzione è di riprendere a percorrere la cresta che divide la Val Sermenza dalla Val Sesia esattamente dove c’eravamo stoppati Edy ed io, circa un mese fa, nell’anello Mollia-Valpiana. 

La mia intenzione è di riprendere a percorrere la cresta che divide la Val Sermenza dalla Val Sesia esattamente dove c’eravamo stoppati Edy ed io, circa un mese fa, nell’anello Mollia-Valpiana.

Per cambiare totalmente percorso non ritorno in Valpiana ma parto da Gabbio (Riva Valdobbia) e risalgo nuovamente alla Cima delle Croci passando però dal Finestrolo di Rose, punto di collegamento con la Val Nonay e la frazione San Giuseppe di Rima.

 

Gabbio ore 7.30: Dall’ampio parcheggio adiacente al Centro Sportivo (cartello Gabbio) attraverso la passerella sul Sesia e proseguo per un breve tratto sul viottolo che lo costeggia prima di prendere la deviazione per l’Alpe Casarolo dove un grosso segnale b/r con il n°12 sta a indicare la partenza del sentiero.

Una volta preso il sentiero non ci sono più problemi… c’è solo quello… almeno fino all’ometto posto poco più in alto dell’alpe Casere di Sopra, punto in cui il percorso, oltre a dividersi, diventa meno evidente (tracce).

Continuo da qui la salita dirigendomi a sinistra verso l’erboso canale del Rio Mezzana arrivando facilmente al Finestrolo di Pian di Rose, già ben visibile anche dal basso, per tornare da NO, in circa mezz’ora, alla Cima delle Croci.

Dall’ometto sopra l’Alpe Casere si può salire alla Cima delle Croci anche aggirandola a destra (traccia ben visibile) per prendere poi la cresta SE (facile) dal Passo di Valle (mt 2350), punto  interno di collegamento con la Valpiana.

 

Raggiungo la cima giusto in tempo per fare qualche scatto prima che inesorabilmente (ci siamo abituati) tornino le nuvole a impossessarsi di tutto il settore rivolto alla Val Sermenza… per il momento se ne stanno di là, come se una barriera invisibile non gli permettesse di valicare la cresta… ma ancora per quanto?

 

Vedo solo parzialmente la Mezzana, mentre la Carnera, protesa interamente in territorio Valsesiano mi appare interamente…

…che fare? Vado non vado?

 

Per “fortuna” oggi ho portato con me anche la “bibbia” Saglio-Boffa Guida Cai Monte Rosa 1960… giusto tre righe per spiegare tutta la via dal Finestrolo alla Cima Carnera…

Categorico “Facile”…

…tutto “facile” per loro… e se è “facile” ci provo comunque a raggiungere la Carnera.

Hai tempi probabilmente esistevano solo le due categorie di classificazione: Facile o Difficile.

 …e per itinerari di livello mediano (PD/PD+/AD) penso tirassero a sorte…

perciò quello che hanno scritto è tutto da prendere un po’ “con le molle”, e, infatti, la cresta NO della Mezzana, non mi pareva così “facile”.

Roccette frastagliate con molti appigli, ma anche qualche muro esposto da non sottovalutare… poi in discesa, da solo, con fondo umido, senza nulla per proteggere e non vedendo cosa c’è sotto…

Fin che posso seguo la cresta poi mi abbasso sul versante del Sesia, dove si riesce ancora a vedere, ma capisco subito che da quella parte non si passa, ritorno quindi di nuovo in cresta e, presso un grosso masso, provo a scendere qualche metro nella nebbia dalla parte opposta muovendomi con la massima circospezione sul ripido e viscido fondo erboso.

Per fortuna le tracce del passaggio di animali mi aiutano a trovare il giusto percorso per superare anche questo delicato tratto di cresta.

Raggiunta la Spalla 2673 tornano a esserci roccette frastagliate ma, per fortuna, veramente “facili”.

 

Cima Carnera Ore 12.45: Non sono il solo, infatti, oltre a me, alla Cima Carnera c’è anche un piccolo camoscio malato con gli occhi ricoperti da pellicola bianca (cataratta?)… non vede più e si lascia avvicinare senza nemmeno provare la fuga… ma ancora sente, muove la testa, trema, annusa, annaspa, ma non riesce ugualmente a scappare… è questa la triste legge della selezione naturale.

 

Una breve pausa prima di tornare sulla via di cresta alla Spalla 2673 per potermi abbassare verso l’intaglio, il passaggio obbligato per uscire sui pascoli del versante valsesiano e raggiungere, con un traverso diagonale, il sentiero segnalato che scende ad Alagna dalla Bocchetta di Moanda.

 

In realtà la mia idea era di continuare fino al Tagliaferro ma, visto come si sono messe le condizioni meteo ho preferito rimandare… meglio non tirare troppo la corda… e ne riparleremo al più presto.

 

…Per mia fortuna, oggi, anche Giorgio, come me socio Cai Omegna, e la sua compagna, di cui non ricordo il nome, hanno deciso di salire alla Moanda da Pedemonte-Alagna… un fortuito piacevole incontro che mi ha fatto risparmiare una buona oretta per il noioso e “piovoso” fondovalle Alagna-Riva Valdobbia.

 

Gabbio Ore 16: Anche questa è andata!

 

La mia intenzione è di riprendere a percorrere la cresta che divide la Val Sermenza dalla Val Sesia esattamente dove c’eravamo stoppati Edy ed io, un mese fa, nell’anello Mollia-Valpiana.

Per cambiare totalmente percorso non ritorno in Valpiana ma parto da Gabbio (Riva Valdobbia) e risalgo nuovamente alla Cima delle Croci passando però dal Finestrolo di Rose, punto di collegamento con la Val Nonay e la frazione San Giuseppe di Rima.

 

Gabbio ore 7.30: Dall’ampio parcheggio adiacente al Centro Sportivo (cartello Gabbio) attraverso la passerella sul Sesia e proseguo per un breve tratto sul viottolo che lo costeggia prima di prendere la deviazione per l’Alpe Casarolo dove un grosso segnale b/r con il n°12 sta a indicare la partenza del sentiero.

Una volta preso il sentiero non ci sono più problemi… c’è solo quello… almeno fino all’ometto posto poco più in alto dell’alpe Casere di Sopra, punto in cui il percorso, oltre a dividersi, diventa meno evidente (tracce).

Continuo da qui la salita dirigendomi a sinistra verso l’erboso canale del Rio Mezzana arrivando facilmente al Finestrolo di Pian di Rose, già ben visibile anche dal basso, per tornare da NO, in circa mezz’ora, alla Cima delle Croci.

Dall’ometto sopra l’Alpe Casere si può salire alla Cima delle Croci anche aggirandola a destra (traccia ben visibile) per prendere poi la cresta SE (facile) dal Passo di Valle (mt 2350), punto  interno di collegamento con la Valpiana.

 

Raggiungo la cima giusto in tempo per fare qualche scatto prima che inesorabilmente (ci siamo abituati) tornino le nuvole a impossessarsi di tutto il settore rivolto alla Val Sermenza… per il momento se ne stanno di là, come se una barriera invisibile non gli permettesse di valicare la cresta… ma ancora per quanto?

 

Vedo solo parzialmente la Mezzana, mentre la Carnera, protesa interamente in territorio Valsesiano mi appare interamente…

…che fare? Vado non vado?

 

Per “fortuna” oggi ho portato con me anche la “bibbia” Saglio-Boffa Guida Cai Monte Rosa 1960… giusto tre righe per spiegare tutta la via dal Finestrolo alla Cima Carnera…

Categorico “Facile”…

…tutto “facile” per loro… e se è “facile” ci provo comunque a raggiungere la Carnera.

Hai tempi probabilmente esistevano solo le due categorie di classificazione: Facile o Difficile.

 …e per itinerari di livello mediano (PD/PD+/AD) penso tirassero a sorte…

perciò quello che hanno scritto è tutto da prendere un po’ “con le molle”, e, infatti, la cresta NO della Mezzana, non mi pareva così “facile”.

Roccette frastagliate con molti appigli, ma anche qualche muro esposto da non sottovalutare… poi in discesa, da solo, con fondo umido, senza nulla per proteggere e non vedendo cosa c’è sotto…

Fin che posso seguo la cresta poi mi abbasso sul versante del Sesia, dove si riesce ancora a vedere, ma capisco subito che da quella parte non si passa, ritorno quindi di nuovo in cresta e, presso un grosso masso, provo a scendere qualche metro nella nebbia dalla parte opposta muovendomi con la massima circospezione sul ripido e viscido fondo erboso.

Per fortuna le tracce del passaggio di animali mi aiutano a trovare il giusto percorso per superare anche questo delicato tratto di cresta.

Raggiunta la Spalla 2673 tornano a esserci roccette frastagliate ma, per fortuna, veramente “facili”.

 

Cima Carnera Ore 12.45: Non sono il solo, infatti, oltre a me, alla Cima Carnera c’è anche un piccolo camoscio malato con gli occhi ricoperti da pellicola bianca (cataratta?)… non vede più e si lascia avvicinare senza nemmeno provare la fuga… ma ancora sente, muove la testa, trema, annusa, annaspa, ma non riesce ugualmente a scappare… è questa la triste legge della selezione naturale.

 

Una breve pausa prima di tornare sulla via di cresta alla Spalla 2673 per potermi abbassare verso l’intaglio, il passaggio obbligato per uscire sui pascoli del versante valsesiano e raggiungere, con un traverso diagonale, il sentiero segnalato che scende ad Alagna dalla Bocchetta di Moanda.

 

In realtà la mia idea era di continuare fino al Tagliaferro ma, visto come si sono messe le condizioni meteo ho preferito rimandare… meglio non tirare troppo la corda… e ne riparleremo al più presto.

 

…Per mia fortuna, oggi, anche Giorgio, come me socio Cai Omegna, e la sua compagna, di cui non ricordo il nome, hanno deciso di salire alla Moanda da Pedemonte-Alagna… un fortuito piacevole incontro che mi ha fatto risparmiare una buona oretta per il noioso e “piovoso” fondovalle Alagna-Riva Valdobbia.

 

Gabbio Ore 16: Anche questa è andata!

Per cambiare totalmente percorso non ritorno in Valpiana ma parto da Gabbio (Riva Valdobbia) e risalgo nuovamente alla Cima delle Croci passando però dal Finestrolo di Rose, punto di collegamento con la Val Nonay e la frazione San Giuseppe di Rima.

 

Gabbio ore 7.30: Dall’ampio parcheggio adiacente al Centro Sportivo (cartello Gabbio) attraverso la passerella sul Sesia e proseguo per un breve tratto sul viottolo che lo costeggia prima di prendere la deviazione per l’Alpe Casarolo dove un grosso segnale b/r con il n°12 sta a indicare la partenza del sentiero.

Una volta preso il sentiero non ci sono più problemi… c’è solo quello… almeno fino all’ometto posto poco più in alto dell’alpe Casere di Sopra, punto in cui il percorso, oltre a dividersi, diventa meno evidente (tracce).

Continuo da qui la salita dirigendomi a sinistra verso l’erboso canale del Rio Mezzana arrivando facilmente al Finestrolo di Pian di Rose, già ben visibile anche dal basso, per tornare da NO, in circa mezz’ora, alla Cima delle Croci.

Dall’ometto sopra l’Alpe Casere si può salire alla Cima delle Croci anche aggirandola a destra (traccia ben visibile) per prendere poi la cresta SE (facile) dal Passo di Valle (mt 2350), punto  interno di collegamento con la Valpiana.

 

Raggiungo la cima giusto in tempo per fare qualche scatto prima che inesorabilmente (ci siamo abituati) tornino le nuvole a impossessarsi di tutto il settore rivolto alla Val Sermenza… per il momento se ne stanno di là, come se una barriera invisibile non gli permettesse di valicare la cresta… ma ancora per quanto?

 

Vedo solo parzialmente la Mezzana, mentre la Carnera, protesa interamente in territorio Valsesiano mi appare interamente…

…che fare? Vado non vado?

 

Per “fortuna” oggi ho portato con me anche la “bibbia” Saglio-Boffa Guida Cai Monte Rosa 1960… giusto tre righe per spiegare tutta la via dal Finestrolo alla Cima Carnera…

Categorico “Facile”…

…tutto “facile” per loro… e se è “facile” ci provo comunque a raggiungere la Carnera.

Hai tempi probabilmente esistevano solo le due categorie di classificazione: Facile o Difficile.

 …e per itinerari di livello mediano (PD/PD+/AD) penso tirassero a sorte…

perciò quello che hanno scritto è tutto da prendere un po’ “con le molle”, e, infatti, la cresta NO della Mezzana, non mi pareva così “facile”.

Roccette frastagliate con molti appigli, ma anche qualche muro esposto da non sottovalutare… poi in discesa, da solo, con fondo umido, senza nulla per proteggere e non vedendo cosa c’è sotto…

Fin che posso seguo la cresta poi mi abbasso sul versante del Sesia, dove si riesce ancora a vedere, ma capisco subito che da quella parte non si passa, ritorno quindi di nuovo in cresta e, presso un grosso masso, provo a scendere qualche metro nella nebbia dalla parte opposta muovendomi con la massima circospezione sul ripido e viscido fondo erboso.


Tourengänger: ciolly
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