Prendi questa mano... Zingla! 1497 mt - Giro ad anello -
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Dopo la bella escursione sul Monte Stino, rieccomi nelle Prealpi Gardesane. Affrontando una tortuosa salita in macchina, arrivo al Dosso Corpaglione (1090 mt ), qua, trovo uno slargo dove si può parcheggiare (non più di 5/6 maccnine). Metto gli scarponi e subito trovo la segnaletica; a sx si va ad una malga dove vendono formaggi, in leggera discesa parte il sentiero N° 3 (c’è una pozza + baita) e sulla dx una larga carrareccia, porta al M. Zingla. Il sentiero è il N°12 e la palina da come tempistica 1h30.
La mattinata è fresca e ci sono un po’ di nuvole che coprono il sole, il mio abbigliamento , è simile a quello di uno Yankee color latte che sbarca sull’Isola di Capri. Mi ci vorrà un quarto d’ora di cammino, prima di trovare la temperatura corporea ideale. E’ un trotterellare quasi in piano, in un bosco di faggi ed evidente bollatura, non ci sono strambe deviazioni e questo mi permette di arrivare spedito sino ad una malga, la aggiro sulla sx (vedi foto) e giungo all’unico roccolo che vedrò in tutta la giornata. 1h dal via. Adesso la carrareccia si fa sentiero, passo per un selvaggio boschetto e la mulattiera comincia a salire in maniera decisa… insomma, si cambia registro!
In mezzacosta, cammino su i ripidi pendii e la visuale comincia a farsi interessante. Dopo poco arrivo in prossimità di una pozza, la aggiro seguendo un corrimano in legno e per traccia di sentiero mi porto alla Sella del Moltrino (1342 mt). A sx si può andare alla Cima Moltrino (1392 mt), sulla dx si prosegue per lo Zingla. La pendenza aumenta in maniera esponenziale e la respirazione diventa simile a quella di un Carlino, mi aggrappo alle roccette e ciuffi d’erba, e dopo 10 minuti arrivo allo Zingla Orientale (1492 mt); se non avete “piede fermo” e soffrite di vertigini, evitate l’avventura. Seguendo l’evidente sentiero posto sul crinale, faccio diversi saliscendi, e con un’ultimo breve strappo arrivo finalmente sul M. Zingla (1497 mt). 1h30 dalla partenza. Qua la vista è bellissima e spazia a 360°, noto in maniera chiara il Golèm, il Baldo, il Tombea insieme al Caplone, l’Adamello ed il Pizzoccolo, il M. Spino ed uno spicchio di L. di Garda… c’è tanto da vedere.
Mentre mi rifocillo, ammiro l’infinito e mi riconcilio col Mondo… il relax è totale e non c’è un’anima viva.
Il tempo scorre veloce e devo fare il giro ad anello, il sentiero N°12 segue tutta la cresta in direzione Rif. Campei de Cima ; l’unica descrizione un po’ chiara che ho trovato, dice che il percorso scende ripido e assistito da corda fissa, quindi… E così è. Dopo un breve tratto comodo, la traccia di sentiero si perde tra roccette e pinnacoli, trovo la prima corda fissa , faccio alcuni passaggi aggrappato ai rami e poi… fine della traccia. La cosa si fa pericolosa e anche Olmo non ne vuol sapere di seguirmi, saggiamente, decido di tornare sulla sommità e verificare un altro percorso. Per la mia “targa a ricordo” dovete ancora aspettare. :)
Quando arrivo di nuovo in cima, trovo una simpatica comitiva di escursionisti del Cai di Brescia, scambio quattro chiacchere e chiedo lumi su come arrivare al rifugio. Evitato il sentiero che ripidamente scende a Sud partendo dalla croce, ripercorro il crinale direzione Zingla Orientale, su una selletta a cavallo delle due cime principali, un sentiero si stacca a sx in mezzacosta, lo imbocco e via! Ripidi zig zag fanno perdere decisamente quota. Il sentiero è bollato bianco/rosso ma non è numerato, prendetelo tranquilli in direzione di una cascina sottostante; la cascina si nota già dalla cima. Il sentiero per lungo tempo scende a “sole battente”, arrivati in un bosco rado, trovate su una pianta(vedi foto) le indicazioni per il Prato delle Noci, seguite il sentiero che prosegue a sx e percorretelo in mezzacosta per breve tempo . Su un’altra pianta (vedi foto), trovate l’indicazione per Zingla sent. N°10, scendete a Sud in maniera decisa e dopo poco siete al Prato delle Noci (879 mt). Qua, saluto gli amici bresciani che mi hanno fatto compagnia, sono partiti con me dalla cima e adesso le nostre strade si dividono. Seguendo a sx la carrareccia, viaggio spedito direzione Campei de Cima, la bollatura è bianco/rossa sent. N°7.
In falsopiano e passando alcuni rivoli d’acqua, arrivo al Passo della Fobbiola (961 mt), poi, come da indicazioni (sent. N°3/7), seguo ancora la carrareccia sino al Rif. Campei (1017 mt). 2h circa dal Zingla. Il posto è bellissimo e ben tenuto ed in prossimità del Rifugio c’è la chiesetta “madonna della neve”… anche qua foto a “nastro”!
Neanche il tempo di bere una bevanda rigenerante e riparto seguendo le indicazione poste su delle paline; continuando sul N°3 ( P.sso Fobbia- Dosso Corpaglione), imbocco un largo sentiero che dopo 10 minuti si restringe , diventando una bella mulattiera. La bollatura è presente. Adesso si cammina all’ombra di una immensa faggeta in continui saliscendi (più sali), di tanto in tanto, potete ammirare il Lago di Vesta che fa capolino, racchiuso da stretti valloni. Se mangiate al Rifugio, non esagerate col cibo, questo è un bel sentiero ma è ingannevole… alcuni “strappetti” vi potrebbero far pentire di aver mangiato come gli antichi romani! Se seguite l’evidente mulattiera, non c’è pericolo di perdersi; dal Rifugio al parcheggio ho camminato per 1h20 a passo “allegro”.
Nota 1: Bel giro ad anello in un luogo poco frequentato (tranne il Rifugio), ottima visuale dalla vetta. NON FATELO dopo che ha piovuto oppure con la neve, sconsigliato a chi non ha un minimo di esperienza in fatto di montagna: il tracciato è considerato T4 sulla scala delle difficoltà. Dislivello 407 mt , cui vanno aggiunti altri 300 mt causa saliscendi. Tempo impiegato per il giro ad anello escluso il tentativo di discesa con le corde, 4h50 a passo costante.
Nota 2: Dalla Loc. di Eno sino al Dosso di Corpaglione, guidate con attenzione e prudenza, strada stretta e sterrata.
Nota 3: Un saluto agli amici bresciani che ho conosciuto sullo Zingla… Grazie per le info.
A la Prochaine. Domenico e il fido Olmo.
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