Forte di Bard


Publiziert von paoloski , 4. März 2014 um 14:01.

Region: Welt » Italien » Aostatal
Tour Datum: 2 März 2014
Wandern Schwierigkeit: T1 - Wandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Aufstieg: 100 m
Abstieg: 100 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada A26 per Genova, poi autostrada A4 per Torino, a Santhià prendere il raccordo per Aosta e ad Ivrea immettersi sulla A5, uscire a Pont Saint Martin, proseguire per Donnas e per il forte (ben indicato). Vi è un parcheggio multipiano coperto sotto il forte. Prima di questo c'è un parcheggio gratuito (P2), un altro parcheggio gratuito si trova oltre il forte, lungo la strada statale, a sinistra, poco oltre l'abitato di Bard (P1).
Unterkunftmöglichkeiten:A Bard vi sono hotel, pensioni e B&B.

In attesa di rimettere gli sci da alpinismo ai piedi approfitto della bella giornata per andare, con Anna e Daniela, a Bard dove nel complesso del forte è in corso (fino al 2 giugno) la mostra dei capolavori provenienti dall'abbazia catalana di Montserrat: circa duecento opere di autori come Caravaggio, Tiepolo, Rembrandt, Monet, Degas, Picasso, Dalì, Mirò ed altri forse meno conosciuti ma, senz'altro, molto interessanti.
In concomitanza sono esposte anche cento immagini del "Wildlife Photographer of the Year", un concorso fotografico nato dalla collaborazione fra il Natural History Museum ed il BBC Wildlife Magazine, in pratica la garanzia di vedere delle foto straordinarie.
"Last but not least" vi è anche il Museo delle Alpi: io ed Anna l'abbiamo già visitato in un'altra occasione ma Daniela non lo ha ancora visto.
Partiamo con tutta calma ed in poco più di un'ora siamo a Bard, vista la bella giornata decidiamo di parcheggiare prima del forte, qui vi è un comodissimo parcheggio gratuito da cui parte un bel sentiero, chiaramente indicato, per il paese ed il forte di Bard.
Il sentiero, di recente costruzione e ottimamente progettato offre degli scorci molto suggestivi sulla valle e, prima di arrivare al paese, passa anche nei pressi del cimitero in cui si trova l'Archeoparc, una zona dove sulle rocce montonate dal ghiacciaio si trovano coppelle ed incisioni di varie epoche con dei cartelli esplicativi.
Ammirati i petroglifi arriviamo all'ingresso settentrionale del complesso fortificato, disdegnamo la comoda salita con gli ascensori ed iniziamo a percorrere una delle due strade a tornanti che portano alla parte sommitale del complesso. Lungo il percorso si incontrano altre opere militari, si può dire che l'intera collina è un sovrapporsi di fortificazioni, e numerosi cartelli esplicativi, lungo il tragitto ci imbattiamo anche nel vecchio bivacco Lampugnani, trasportato qui dal Massiccio del Monte Bianco e riambientato con tanto di scaletta metallica e corda per facilitare l'accesso.
Finalmente, perchè per tutta la salita siamo stati sferzati da un vento micidiale, arriviamo all'ingresso. C'è già un bel po' di persone in coda per fare i biglietti ma in un quarto d'ora riusciamo a venire in possesso dei tre ticket usufruendo anche di qualche facilitazione (vi sono diverse convenzioni di cui approfittiamo).
Iniziamo la visita dal museo, Pur conoscendolo sia io che Anna l'abbiamo rivisto volentieri: il percorso illustra praticamente ogni aspetto della natura, della genesi, della storia e della vita nelle Alpi con una serie di filmati, installazioni, oggetti, fotografie che ne fanno non un qualcosa di statico e stantìo ma un insieme da cui ognuno può scegliere e ritenere quanto di suo interesse.
A mio avviso vi sono alcune sale veramente eccezionali: quella dedicata ai bambini con la ricostruzione di una classe rurale ed una magnifica installazione con i vecchi giocattoli innanzitutto, poi la stalla con una serie di filmati illustranti le varie attività, il filmato del percorso a volo d'aquila dal Monte Bianco al Forte di Bard, cosiccome i bellissimi filmati delle feste tradizionali (Primavera, Carnevale, Nuovo Anno...) in varie località dell'arco alpino, alcune sale sono dedicate all'alpinismo (forse, sempre a mio parere, queste sono le più scontate e "già viste"), altre sono dedicate al turismo ed alla sua evoluzione, allo sport, alle comunicazioni; praticamente ogni aspetto del mondo alpino viene toccato giungendo infine, ça va sans dire, ad interrogarsi sul futuro delle Alpi.
Dopo esserci rifocillati con una fetta del plum cake fatto da Anna, riprendiamo con l'esposizione delle fotografie del Wordl Wildlife Photographer of the Year...che dire? Cento immagini una più incredibile dell'altra: in maggioranza si tratta dei classici soggetti della fotografia naturalistica, leoni, tigri, elefanti, gorilla e coccodrilli ripresi nel loro ambiente ma in momenti, atteggiamenti e iterazioni con l'ambiente affatto nuovi che fanno di ogni immagine un "unicum". Anche soggetti che, almeno per noi, dovrebbero essere più consueti: uno stambecco o una pernice variabile ad esempio, sono ritratti con una tale maestria (associata comunque anche ad una perseveranza e fors'anche ad un pizzico di fortuna) da lasciare a bocca aperta.
Forse io, Anna e Daniela avremmo premiato altre immagini ma credo che giudicare delle fotografie di una tale qualità sia una fatica improba , probabilmente noi le avremmo premiate tutte o quasi.
Infine eccoci ai capolavori provenienti dal monastero di Montserrat, nonostante appartengano ad un'istituzione religiosa solo una piccola parte dei quadri hanno carattere devozionale. Fra questi il magnifico Caravaggio, un San Girolamo in meditazione, giustamente preso come icona dell'esposizione.
Vi sono poi un Tiepolo, un Luca Giordano e diverse opere di maestri del Rinascimento e del Barocco italiano e spagnolo. La maggior parte delle opere però hanno carattere profano: dipinti, disegni e grafiche di impressionisti francesi come Monet e Degas, e di pittori spagnoli a loro contemporanei: la mostra è interessante anche per il buon numero di opere di pittori iberici, a me completamente sconosciuti, che fanno ben comprendere gli scambi e le influenze del mondo artistico europeo dell'ottocento, interamente gravitante intorno a Parigi.
Magnifiche sono le due opere giovanili di Picasso: un ritratto di pescatore eseguito a 14 anni ed un chierichetto dipinto a 15 anni che da soli valgono la mostra: è raro trovare esposte opere giovanili di Picasso e vedendole ci si può render conto di quanto fosse inevitabile la successiva evoluzione del pittore: "se a 14 anni dipingi già come Raffaello devi necessariamente rivoluzionare la pittura, non puoi continuare su quel binario".
Vi è poi un grande Dali, con una citazione picassiana, e due ritratti a carboncino dello stesso che ben illustrano il valore di questo pittore che è forse più conosciuto per la sua eccentricità che per le sue opere.
L'unica, bellissima, opera di Fortuny esposta mi ha fatto venir voglia di tornare a Venezia per visitare il suo Palazzo.
Bellissima mostra: opere ben selezionate, ben collocate e bene illuminate in spazi espositivi che sono quasi ideali.
Sono le 15, usciamo dal forte e questa volta scendiamo per il versante meridionale, il vento è calato, vi è un bel sole ed è un piacere scendere con tutta calma lungo la strada che ci porta alla base della collina su cui sorge questo incredibile complesso. Visitiamo il paese di Bard che, per quanto piccolo, presenta numerose rilevanze architettoniche: bei palazzi con resti di affreschi, case con finestre e porte medioevali, una bella fontana...arriviamo fino alla porta occidentale del borgo, ammiriamo il bel ponte sulla Dora Baltea e torniamo sui nostri passi per riguadagnare il parcheggio e l'auto: la fame comincia a farsi sentire, per fortuna in zona di locali con cucina aperta a tutte le ore ce ne sono diversi, un breve salto fino ad Arnad e possiamo soddisfare il palato e lo stomaco con una merenda "sinoira".

Noi ci siamo recati a Bard appositamente ma vale la pena anche tornando dalla montagna fare una sosta per visitare il forte con il suo museo e le mostre.

Tourengänger: paoloski, annna
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (4)


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andrea62 hat gesagt:
Gesendet am 20. März 2014 um 11:37
Due parole sul Mueso delle Alpi, che ho visitato lo scorso luglio : io l'ho trovato un pò troppo multimediale per i miei gusti e con poche didascalie, ma se questo è il futuro dovrò abituarmi.

Prendo ad esempio l'esposizione delle foto degli alpinisti ottocenteschi: una galleria di nomi e ritratti senza due righe per indicare le date fondamentali e le ascensioni principali. Vicino ci sono due vetrine dedicate a due di loro, John Tyndall e Leslie Stephen, senza due parole di curriculum non solo alpinistico. IL primo è stato un brillante scienziato, il secondo avvocato e padre di Virginia Woolf, E' facile che un visitatore che ha letto "La gita al faro" della Woolf non immagini nemmeno che il protagonista sia questo Leslie Stephen.

Ho trovato carenza di didascalie anche nel settore dedicato ai trasporti, perché è un campo che non conosco, mentre nelle altre sale me la sono cavata bene, ma per molti visitatori che frequentano la montagna occasionalmente questo può essere un problema.

Ciao
Andrea

andrea62 hat gesagt: RE:
Gesendet am 20. März 2014 um 11:44
Anche per me le sale migliori sono quelle dedicate alla ricostruzione di ambienti di vita come ad esempio la scuola e la stalla, il filmato a volo d'aquila, i costumi tradizionali oltre all'esposizione di dati statistici sull'ambiente alpino

paoloski hat gesagt: RE:
Gesendet am 20. März 2014 um 17:45
In effetti le sale dedicate all'alpinismo sono le meno riuscite anche a mio avviso. Rimane comunque un bel museo.
Ciao, buone gite, Paolo

andrea62 hat gesagt: RE:
Gesendet am 20. März 2014 um 22:50
Grazie!
Ciao


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