Monte Zatta m 1404 - Parco Regionale dell'Aveto
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Nell’archivio degli insoluti tengo anche il Monte Zatta, che faceva parte di un programma di tre giorni saltato l’autunno scorso. Oggi, visto che a Nord ci sarà neve fresca, decido di spingermi giù in Liguria dove, oltre a non esserci neve, è prevista una giornata splendida!
Il programma originale prevedeva l’anello del versante meridionale, ma non potendomelo permettere nelle mie attuali condizioni, ripiego sul versante Nord, dimezzando così l’impegno necessario.
Dal Passo del Bocco prendo la strada per Varese Ligure e dopo 500 metri parcheggio l’auto di fronte ad una costruzione abbandonata. Appena dopo, sulla destra, m’incammino lungo una sterrata che seguirò per una decina di minuti, poi, sempre sulla destra, prendo il sentiero che attraverso il magnifico bosco mi porta sul crinale dello Zatta, passando prima dall’area picnic di Poggio Buenos Aires.
Arrivato sulla cima di Ponente trovo un cercatore di funghi in “sosta banana”: sarà l’unica persona che incontrerò sul mio giro. Ci scambiamo quattro chiacchiere e poi riparto.
Dopo mezz’ora di saliscendi arrivo sulla cima di Levante, la più alta, dove faccio la pausa pranzo con vista che spazia dalle Apuane alla Riviera di Ponente. C’è un sole tiepido, una leggera brezza e….tanto silenzio. Si sta da Dio!
Solito riposino e poi riprendo il cammino, sempre lungo il crinale. In breve arrivo al punto in cui dovrei scendere a sinistra lungo il sentiero A10, ma non vedo i segni, piuttosto defilati su di un albero. Arrivo così al cartello di Monte Prato Pinello, dove mi prende il dubbio di aver sbagliato. Torno sui miei passi e dopo pochi minuti trovo la deviazione. Scendo nella foresta dello Zatta, una delle più belle faggete di tutta la Liguria e seguendo fedelmente i segni sugli alberi mi riporto sulla sterrata fatta all’inizio, chiudendo così l’anello.
Alle 14 sono all’auto. E’ presto e ho tutto il tempo per tornare a casa con calma. Invece di puntare Borgotaro mi avventuro per una stradina infinita nella Foresta del Monte Penna, che a differenza dello Zatta ha già preso i colori dell’autunno. Un percorso molto suggestivo e un po’ inquietante, visto che non c’è in giro anima viva! Arrivato sulla strada che da S. Stefano d’Aveto porta in Val Nure mi dirigo verso quest’ultima, quindi verso casa.
Alla fine la mia piccola escursione si è trasformata in un piccolo viaggio!

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