Bec Gavin 2022 m
|
||||||||||||||||||
Nella giornata di ieri quello che avremmo dovuto fare era altro, quello che ne è poi venuto fuori è stato molto di più, abbiamo fatto tardi e non c’è stato tempo di trovare qualcosa per oggi che fosse un po’ meno lungo. Tra l’altra riguardando le previsioni ci sono delle diversità abissali tra quelle regionali e quelle generali per cui manteniamo i nostri programmi e speriamo in bene.
Poco prima di abbioccarmi sul divano sento arrivare un sms, è Marco N. che ha deciso di venire anche domani, bene, sta riprendendo alla grande ma non ne avevamo dubbi.
Arriviamo a Verres con un tempo spettacolare, cielo limpido e un po’ d’arietta.
Saliamo a Champdepraz e posteggiamo l’auto qualche tornante sopra, indicazione Gettaz. C’è subito un cartello di divieto e pochi posti ma volendo si può proseguire ancora un poco e se ne trovano altri al successivo divieto nei pressi di un ponte dove praticano il torrentismo. Il sentiero parte da qui.
Si segue il sentiero N.3 per l’Alpe Panaz. Il sentiero sale con costanti tornanti nel bosco fino al punto panoramico a 1600 m. Si prosegue ora per prati fino all’Alpe Panaz. Senza raggiungere l’alpe ci spostiamo verso sinistra e raggiungiamo un sasso con i vari bivi e decidiamo di proseguire per il lago Panaz. Veloce visita al lago e poi torniamo al bivio, dove riprendiamo il sentiero N. 3 in direzione del colletto. Con pendenza quasi nulla raggiungiamo l’ometto che indica il valico e da qui cominciamo a cercare la traccia che dovrebbe portarci al Bec Gavin.
Essendo la cima proprio sul confine del parco, saggiamente Marco decide di seguirne i cartelli nel bosco. Raggiungiamo così lo strappo finale su pietraia dove c’è qualche ometto a indicare la via migliore.
Sicuramente la cima non è tra la più memorabili ma il panorama che offre è spettacolare peccato la presenza d’innumerevoli mosche e tafani. Facciamo un po’ di foto, smangiucchiamo qualcosa ma per il pranzo decidiamo di scendere all’alpe Aveuil dove dovrebbero esserci anche dei laghetti.
Torniamo quindi al colle e scendiamo ripidamente all’alpe posta su un’ampia e assolata radura. Dell’alpe è rimasto solo un rudere e un camper (mistero!), dei laghi neanche l’ombra ormai sono solo un ricordo, rimangono solo le depressioni.
Oltre a non esserci neanche un filo d’acqua non c’è nemmeno un poco d’ombra e oggi ce n’è bisogno proseguiamo quindi fino al bel borgo di Vesey, dove troviamo un comodo posticino sui gradini di un’abitazione e la fontana. Bella sosta al fresco, controllo cartina e vediamo che la strada da percorrere è ancora lunga e sicuramente ci aspetta almeno un’altra salita.
Al tornante del borgo lasciamo la strada e prendiamo a sx il sentiero N. 4 che sulla nostra carta è indicato con 5. Bel sentiero a mezza costa che passa sotto il Bec Gavin e il Bec du Merle. Numerosi sali scendi di cui uno bello importante. Raggiungiamo quindi Fritey, Seiture e Succarbè. A Seiture non scendere alla baita ma tenere il sentiero alto a sx. Dopo una ripida discesa il sentiero si allarga e diventa una sorta di sterrata che seguiamo fino al borgo di Chanterey. Dal borgo scendiamo alla strada asfaltata che seguiamo verso dx (1,5 km circa) fino al posteggio.
Bel giro in ambiente poco frequentato pur essendo nel Parco del Mont Avic. In un anno normale sarebbe stato meglio farlo qualche settimana prima per via del caldo ma per nostra fortuna buona parte del percorso si è svolta nel bosco per cui i momenti in cui abbiamo sofferto il sole a picco non sono stati molti.
DATI GPS
Dislivello 1716 m
Km 19,80
Kommentare (4)