Pizzo Bareta W (2450 m) – [salita da Stou, discesa da Vignone] - Skitour
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“Pizzo Bareta: lunga cresta sopra il paese di Molare che offre una bella vista sulla Valle Santa Maria. La salita alla vetta 2450 è la più bella dal punto di vista sciistico” (Gabuzzi- Cavallero)
Il fatto che gli autori citati apostrofino, poco oltre, la cima W del Pizzo Bareta come “classica salita” non autorizza a pensare che sia una cima frequentatissima. Eppure, nel giro di pochi giorni, all’insaputa uno dell’altro, sia io che paoloski abbiamo avuto la stessa idea. In questo caso, per me che sono venuto dopo, c’è stato il vantaggio di trovare una traccia già fatta, particolarmente utile nel primo tratto della salita, per superare la zona boschiva.
Il fil rouge di giornata è stato il gran caldo, ma dopo l’ultimo giro nel Vallone di Ban, questo particolare non è certo stato sgradito, anche se la neve ne ha naturalmente risentito. Non mi dilungherò sulla descrizione della salita, alla voce sintetica “percorso” ci sono già le indicazioni necessarie. Comunque, molto brevemente, essa si è svolta nella conca dell’Alpe Stou, sempre in direzione NNE (quindi con esposizione S) fino al momento di salire alla bocchetta tra il Poncione di Mezzo e la cima W del Pizzo Bareta. Qui un breve cambio di direzione verso NW e da lì presto in vetta.
Dato il clima quasi estivo e l’assenza di vento mi sono concesso un’ora piena di permanenza, gustando le vettovaglie, la birra di vetta ed il glorioso panorama (Eiger compreso!)
La via di salita viene quotata dal Gabuzzi come PD+. Su questo punto mi trovo abbastanza d’accordo, forse si può togliere nelle condizioni odierne quel piccolo “+”, ma tutto sommato la valutazione è corretta.
Per quanto riguarda la discesa, invece, sento che è arrivato il momento di provare in solitaria una via quotata “D-“. Le altre due alternative possibili sono il ritorno dalla via di salita (PD+) e la discesa verso Carì (AD+). Seguendo alla lettera quanto riportato sulla guida, mi abbasso restando sempre in cresta, leggermente sul lato della Val di Blenio (più sciabile) fino alla Sella di Ör Languosa. Da qui senza nessuna difficoltà raggiungo la Capanna Gana Rossa ed il sottostante laghetto. La neve è primaverile e richiede una certa attenzione, ma tutto sommato si va via bene.
Da qua effettuo un traverso verso le pendici W del Poncione di Mezzo, visto che il ripido pendio sottostante presenta parecchi affioramenti rocciosi. Vado a prendere l’unico canalino libero da roccia: questo tratto presenta delle pendenze comprese tra il 38° ed il 42°. Scendo però senza nessun problema, tenendo anche conto del fatto che il pianoro sottostante infonde una certa sensazione di sicurezza.
Per questi motivi ritengo esagerato il D- (pur senza voler mettere in dubbio la correttezza “tecnica” basata sull’inclinazione del pendio) e concludo che, nelle condizioni odierne, la difficoltà non va oltre un AD. Il passaggio obbligato è sì ripido, ma davvero corto, quindi l’AD, secondo me, è sufficiente.
Dal pianoro raggiungo in breve l’Alpe di Vignone ed, inizialmente nel bosco, poi sotto i fili dell’alta tensione, mi abbasso fino a Tidöcc, con anche dei divertenti intermezzi di sci sull’erba (però… tiene bene! ...più della neve!). Con questi espedienti riesco ad arrivare a Stèisgia e da qui a raggiungere Molare con meno di un minuto di sci a spalla.
A parte le condizioni davvero poco invernali, si è trattato davvero di una bella gita, da ripetere con qualche variante, possibilmente in costanza di polvere. Staremo a vedere come evolve l’inverno…
Tempi di percorrenza: 4 ore e 30’
Salita (via Stou di Sotto, Mottella, e Lago Sup. di Mottella): 3 ore e 15’
Discesa (via Rif. Gana Rossa, Alpe di Vignone e Tidöcc): 1 ora e 15’

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