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grandemago
Prima uscita dell’anno per la nostra piccola sottosezione Cai (www.caipaullo.it), meta Monte Barbarossa in Val di Scalve.
Partecipanti: 13......siamo perseguitati, qualcuno si tocca!!!
Fà freddo e c’è poca neve.
Al parcheggio di Teveno, ormai ridotto a una pista di pattinaggio, superiamo non senza difficoltà la parte più difficile della nostra escursione: parcheggiare le auto!
Risolto il problema partiamo armati fino ai denti: ciaspole, ramponi, picozze.....nessuno ci fermerà! I più aggressivi li vedo già “ramponati” per uscir fuori indenni dal parcheggio.....che grinta ragazzi!
Superata la Baita Bassa di Barbarossa calziamo le ciaspole. Non sarebbe indispensabile, ma per non essere costretti a rimanere sulla pista battuta decidiamo di metterle e ce le terremo fino al colletto dove inizia la cresta per la cima.
Qui lasciamo zaini e ciaspole e proseguiamo con ramponi e picozza.
C’è poca neve, ma proprio per questo l’ultimo tratto risulterà il più insidioso, tuttavia, senza problemi, in sette raggiungiamo la cima.
Tornati al colletto, al tepore di un sole che finalmente si è deciso a fare il suo dovere, ci fermiamo tutti insieme per il pranzo.
Infine, ricalzate le ciaspole, scendiamo in perfetto ordine sparso fino alla Baita Bassa dove, tolte le ciaspole e rimessi i ramponi, proseguiamo tranquilli lungo la stradina tornando così alla “ghiacciaia” da dove siamo partiti, concludendo una giornata che possiamo definire meravigliosa....nonostante il 13!
Tempo impiegato per salita e discesa: il necessario
Tempo impiegato per il “metti-togli-metti”: molto più del necessario
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lumi
Se potessi... prenderei le montagne e me le metterei dentro le valige…Cosi ogni volta quando mi sposto per ‘’il dovere’’ avrei la libertà di volare ‘’lontano’’, con lo spirito e il corpo nella stessa direzione..
Oggi il cielo è limpido azzurro, faccio un check-in veloce e prendo il volo verso la Barbarossa...Sto fissando ogni dettaglio dei panorami con gli occhi intensi come fossi ipnotizzata .. mi sento in un’altra dimensione...il paesaggio incantevole...trovo ‘’casa’’ al mio cuore che raggiunge una profonda e sicura pace interiore.. respiro l’aria di montagna, aria della libertà.
Sono un ''piccolo'' nel quotidiano ...ma ho la certezza che l’amore, l’amicizia, le passioni, le emozioni lo scaldano...
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lebowski
La montagna è una droga.
Il nostro pusher di oggi si chiama Monte Barbarossa, un chilometro verticale da conquistare insieme agli amici del CaiPaullo.C ]]] ]]]]]]
]]] ]]]]]]Diversa da quelle istituzionali come alcool tabacco e giochi del lotto, priva della nocività di quelle proibite: hashish, pasticche e cocaina.
Una volta rivelato nell'intimo l'ambiente montano assume i connotati di uno stupefacente, se ne deve assumere regolarmente una certa dose per stare bene.
Recenti studi del professor Oldini dell'Università di Zelo Buon Persico attestano con dati strumentali questa recente scoperta.
Da Wikipedia:
"L'aria di montagna contiene una tossina che se inspirata, si installa nell'organismo con un meccanismo simile a quello dei virus. Non abbandona più l'ospite dopo la prima infezione, e si annida in ogni tipo di cellula dell'organismo in stato quiescente, creando uno stato di dipendenza alle altitudini più o meno marcata."
Le oscillazioni della mente e dello sguardo nella prima fase della salita si focalizzano sugli alberi,
vere schegge di vita che si insinuano tra le rocce, i pensieri si dilatano tra un passo e l'altro.
La fabbrica della neve celeste, quest'anno probabilmente soffre della crisi economica mondiale e delle ristrettezze decretate dal governo Monti, la quantità del prezioso manto è scarsa, per un qualunque mese di gennaio.
Tuttavia dalla Baita Barbarossa bassa è necessario indossare le odiate ciaspole, in quanto il wafer superficiale della neve si sbriciola al minimo contatto.
Il mio andamento diventa simile a quello di un papero con lo zaino, e per onorare fino in fondo questa similitudine pennuta, sgambetto sbuffante fino al Colle delle Oche.
Quack!
Il sole brilla nell'azzurro come l'occhio incastrato nel viso di un ciclope avatar.Il Barbarossa è lassù, beffardo e gonfio della nostra preziosa aria di conquista.
Per superare l'ultimo tratto è necessaria la metamorfosi: tolti i piedi palmati ci trasformiamo in agili gattoni delle nevi, grazie ai ramponi che ci spuntano sotto i piedi; la picozza come un artiglio supplementare di sicurezza.
Lungo una ripida cresta di terreno misto, si accede alla vetta.
Ho la mia dose di soddisfazione, la inspiro avido, mentre il tasso di benessere aumenta sento la pressione del sangue che lava la stanchezza.
Anche se la cima è modesta l'effetto taumaturgico è notevole, la solita allegria da traguardo raggiunto pervade il nostro sestetto di drogati di montagna.
Abbracciare con lo sguardo il mare estinto del fondo valle con la picozza in mano, rende simili all'altero archimandrita ortodosso che benedice il mondo intero con una piccola croce in mano.
soundtrack: Nine Inch Nails " The perfect drug"
http://www.youtube.com/watch?v=Hpuu_xODUpo
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grandemago
Prima uscita dell’anno per la nostra piccola sottosezione Cai (www.caipaullo.it), meta Monte Barbarossa in Val di Scalve.
Partecipanti: 13......siamo perseguitati, qualcuno si tocca!!!
Fà freddo e c’è poca neve.
Al parcheggio di Teveno, ormai ridotto a una pista di pattinaggio, superiamo non senza difficoltà la parte più difficile della nostra escursione: parcheggiare le auto!
Risolto il problema partiamo armati fino ai denti: ciaspole, ramponi, picozze.....nessuno ci fermerà! I più aggressivi li vedo già “ramponati” per uscir fuori indenni dal parcheggio.....che grinta ragazzi!
Superata la Baita Bassa di Barbarossa calziamo le ciaspole. Non sarebbe indispensabile, ma per non essere costretti a rimanere sulla pista battuta decidiamo di metterle e ce le terremo fino al colletto dove inizia la cresta per la cima.
Qui lasciamo zaini e ciaspole e proseguiamo con ramponi e picozza.
C’è poca neve, ma proprio per questo l’ultimo tratto risulterà il più insidioso, tuttavia, senza problemi, in sette raggiungiamo la cima.
Tornati al colletto, al tepore di un sole che finalmente si è deciso a fare il suo dovere, ci fermiamo tutti insieme per il pranzo.
Infine, ricalzate le ciaspole, scendiamo in perfetto ordine sparso fino alla Baita Bassa dove, tolte le ciaspole e rimessi i ramponi, proseguiamo tranquilli lungo la stradina tornando così alla “ghiacciaia” da dove siamo partiti, concludendo una giornata che possiamo definire meravigliosa....nonostante il 13!
Tempo impiegato per salita e discesa: il necessario
Tempo impiegato per il “metti-togli-metti”: molto più del necessario
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lumi
Se potessi... prenderei le montagne e me le metterei dentro le valige…Cosi ogni volta quando mi sposto per ‘’il dovere’’ avrei la libertà di volare ‘’lontano’’, con lo spirito e il corpo nella stessa direzione..
Oggi il cielo è limpido azzurro, faccio un check-in veloce e prendo il volo verso la Barbarossa...Sto fissando ogni dettaglio dei panorami con gli occhi intensi come fossi ipnotizzata .. mi sento in un’altra dimensione...il paesaggio incantevole...trovo ‘’casa’’ al mio cuore che raggiunge una profonda e sicura pace interiore.. respiro l’aria di montagna, aria della libertà.
Sono un ''piccolo'' nel quotidiano ...ma ho la certezza che l’amore, l’amicizia, le passioni, le emozioni lo scaldano...
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lebowski
La montagna è una droga.
Il nostro pusher di oggi si chiama Monte Barbarossa, un chilometro verticale da conquistare insieme agli amici del CaiPaullo.C ]]] ]]]]]]
]]] ]]]]]]Diversa da quelle istituzionali come alcool tabacco e giochi del lotto, priva della nocività di quelle proibite: hashish, pasticche e cocaina.
Una volta rivelato nell'intimo l'ambiente montano assume i connotati di uno stupefacente, se ne deve assumere regolarmente una certa dose per stare bene.
Recenti studi del professor Oldini dell'Università di Zelo Buon Persico attestano con dati strumentali questa recente scoperta.
Da Wikipedia:
"L'aria di montagna contiene una tossina che se inspirata, si installa nell'organismo con un meccanismo simile a quello dei virus. Non abbandona più l'ospite dopo la prima infezione, e si annida in ogni tipo di cellula dell'organismo in stato quiescente, creando uno stato di dipendenza alle altitudini più o meno marcata."
Le oscillazioni della mente e dello sguardo nella prima fase della salita si focalizzano sugli alberi,
vere schegge di vita che si insinuano tra le rocce, i pensieri si dilatano tra un passo e l'altro.
La fabbrica della neve celeste, quest'anno probabilmente soffre della crisi economica mondiale e delle ristrettezze decretate dal governo Monti, la quantità del prezioso manto è scarsa, per un qualunque mese di gennaio.
Tuttavia dalla Baita Barbarossa bassa è necessario indossare le odiate ciaspole, in quanto il wafer superficiale della neve si sbriciola al minimo contatto.
Il mio andamento diventa simile a quello di un papero con lo zaino, e per onorare fino in fondo questa similitudine pennuta, sgambetto sbuffante fino al Colle delle Oche.
Quack!
Il sole brilla nell'azzurro come l'occhio incastrato nel viso di un ciclope avatar.Il Barbarossa è lassù, beffardo e gonfio della nostra preziosa aria di conquista.
Per superare l'ultimo tratto è necessaria la metamorfosi: tolti i piedi palmati ci trasformiamo in agili gattoni delle nevi, grazie ai ramponi che ci spuntano sotto i piedi; la picozza come un artiglio supplementare di sicurezza.
Lungo una ripida cresta di terreno misto, si accede alla vetta.
Ho la mia dose di soddisfazione, la inspiro avido, mentre il tasso di benessere aumenta sento la pressione del sangue che lava la stanchezza.
Anche se la cima è modesta l'effetto taumaturgico è notevole, la solita allegria da traguardo raggiunto pervade il nostro sestetto di drogati di montagna.
Abbracciare con lo sguardo il mare estinto del fondo valle con la picozza in mano, rende simili all'altero archimandrita ortodosso che benedice il mondo intero con una piccola croce in mano.
soundtrack: Nine Inch Nails " The perfect drug"
http://www.youtube.com/watch?v=Hpuu_xODUpo
By grandemago
Prima uscita dell’anno per la nostra piccola sottosezione Cai (www.caipaullo.it), meta Monte Barbarossa in Val di Scalve.
Partecipanti: 13......siamo perseguitati, qualcuno si tocca!!!
Fà freddo e c’è poca neve.
Al parcheggio di Teveno, ormai ridotto a una pista di pattinaggio, superiamo non senza difficoltà la parte più difficile della nostra escursione: parcheggiare le auto!
Risolto il problema partiamo armati fino ai denti: ciaspole, ramponi, picozze.....nessuno ci fermerà! I più aggressivi li vedo già “ramponati” per uscir fuori indenni dal parcheggio.....che grinta ragazzi!
Superata la Baita Bassa di Barbarossa calziamo le ciaspole. Non sarebbe indispensabile, ma per non essere costretti a rimanere sulla pista battuta decidiamo di metterle e ce le terremo fino al colletto dove inizia la cresta per la cima.
Qui lasciamo zaini e ciaspole e proseguiamo con ramponi e picozza.
C’è poca neve, ma proprio per questo l’ultimo tratto risulterà il più insidioso, tuttavia, senza problemi, in sette raggiungiamo la cima.
Tornati al colletto, al tepore di un sole che finalmente si è deciso a fare il suo dovere, ci fermiamo tutti insieme per il pranzo.
Infine, ricalzate le ciaspole, scendiamo in perfetto ordine sparso fino alla Baita Bassa dove, tolte le ciaspole e rimessi i ramponi, proseguiamo tranquilli lungo la stradina tornando così alla “ghiacciaia” da dove siamo partiti, concludendo una giornata che possiamo definire meravigliosa....nonostante il 13!
Tempo impiegato per salita e discesa: il necessario
Tempo impiegato per il “metti-togli-metti”: molto più del necessario
By lumi
Se potessi... prenderei le montagne e me le metterei dentro le valige…Cosi ogni volta quando mi sposto per ‘’il dovere’’ avrei la libertà di volare ‘’lontano’’, con lo spirito e il corpo nella stessa direzione..
Oggi il cielo è limpido azzurro, faccio un check-in veloce e prendo il volo verso la Barbarossa...Sto fissando ogni dettaglio dei panorami con gli occhi intensi come fossi ipnotizzata .. mi sento in un’altra dimensione...il paesaggio incantevole...trovo ‘’casa’’ al mio cuore che raggiunge una profonda e sicura pace interiore.. respiro l’aria di montagna, aria della libertà.
Sono un ''piccolo'' nel quotidiano ...ma ho la certezza che l’amore, l’amicizia, le passioni, le emozioni lo scaldano...
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lebowski
La montagna è una droga.
Il nostro pusher di oggi si chiama Monte Barbarossa, un chilometro verticale da conquistare insieme agli amici del CaiPaullo .C ]]] ]]]]]]
]]] ]]]]]]Diversa da quelle istituzionali come alcool tabacco e giochi del lotto, priva della nocività di quelle proibite: hashish, pasticche e cocaina.
Una volta rivelato nell'intimo l'ambiente montano assume i connotati di uno stupefacente, se ne deve assumere regolarmente una certa dose per stare bene.
Recenti studi del professor Oldini dell'Università di Zelo Buon Persico attestano con dati strumentali questa recente scoperta.
Da Wikipedia:
"L'aria di montagna contiene una tossina che se inspirata, si installa nell'organismo con un meccanismo simile a quello dei virus. Non abbandona più l'ospite dopo la prima infezione, e si annida in ogni tipo di cellula dell'organismo in stato quiescente, creando uno stato di dipendenza alle altitudini più o meno marcata."
Le oscillazioni della mente e dello sguardo nella prima fase della salita si focalizzano sugli alberi,
vere schegge di vita che si insinuano tra le rocce, i pensieri si dilatano tra un passo e l'altro.
La fabbrica della neve celeste, quest'anno probabilmente soffre della crisi economica mondiale e delle ristrettezze decretate dal governo Monti, la quantità del prezioso manto è scarsa, per un qualunque mese di gennaio.
Tuttavia dalla Baita Barbarossa bassa è necessario indossare le odiate ciaspole, in quanto il wafer superficiale della neve si sbriciola al minimo contatto.
Il mio andamento diventa simile a quello di un papero con lo zaino, e per onorare fino in fondo questa similitudine pennuta, sgambetto sbuffante fino al Colle delle Oche.
Quack!
Il sole brilla nell'azzurro come l'occhio incastrato nel viso di un ciclope avatar.Il Barbarossa è lassù, beffardo e gonfio della nostra preziosa aria di conquista.
By grandemago
Prima uscita dell’anno per la nostra piccola sottosezione Cai (www.caipaullo.it), meta Monte Barbarossa in Val di Scalve.
Partecipanti: 13......siamo perseguitati, qualcuno si tocca!!!
Fà freddo e c’è poca neve.
Al parcheggio di Teveno, ormai ridotto a una pista di pattinaggio, superiamo non senza difficoltà la parte più difficile della nostra escursione: parcheggiare le auto!
Risolto il problema partiamo armati fino ai denti: ciaspole, ramponi, picozze.....nessuno ci fermerà! I più aggressivi li vedo già “ramponati” per uscir fuori indenni dal parcheggio.....che grinta ragazzi!
Superata la Baita Bassa di Barbarossa calziamo le ciaspole. Non sarebbe indispensabile, ma per non essere costretti a rimanere sulla pista battuta decidiamo di metterle e ce le terremo fino al colletto dove inizia la cresta per la cima.
Qui lasciamo zaini e ciaspole e proseguiamo con ramponi e picozza.
C’è poca neve, ma proprio per questo l’ultimo tratto risulterà il più insidioso, tuttavia, senza problemi, in sette raggiungiamo la cima.
Tornati al colletto, al tepore di un sole che finalmente si è deciso a fare il suo dovere, ci fermiamo tutti insieme per il pranzo.
Infine, ricalzate le ciaspole, scendiamo in perfetto ordine sparso fino alla Baita Bassa dove, tolte le ciaspole e rimessi i ramponi, proseguiamo tranquilli lungo la stradina tornando così alla “ghiacciaia” da dove siamo partiti, concludendo una giornata che possiamo definire meravigliosa....nonostante il 13!
Tempo impiegato per salita e discesa: il necessario
Tempo impiegato per il “metti-togli-metti”: molto più del necessario
By lumi
Se potessi... prenderei le montagne e me le metterei dentro le valige…Cosi ogni volta quando mi sposto per ‘’il dovere’’ avrei la libertà di volare ‘’lontano’’, con lo spirito e il corpo nella stessa direzione..
Oggi il cielo è limpido azzurro, faccio un check-in veloce e prendo il volo verso la Barbarossa...Sto fissando ogni dettaglio dei panorami con gli occhi intensi come fossi ipnotizzata .. mi sento in un’altra dimensione...il paesaggio incantevole...trovo ‘’casa’’ al mio cuore che raggiunge una profonda e sicura pace interiore.. respiro l’aria di montagna, aria della libertà.
Sono un ''piccolo'' nel quotidiano ...ma ho la certezza che l’amore, l’amicizia, le passioni, le emozioni lo scaldano...
By
lebowski
La montagna è una droga.
Il nostro pusher di oggi si chiama Monte Barbarossa, un chilometro verticale da conquistare insieme agli amici del CaiPaullo .C ]]] ]]]]]]
]]] ]]]]]]Diversa da quelle istituzionali come alcool tabacco e giochi del lotto, priva della nocività di quelle proibite: hashish, pasticche e cocaina.
Una volta rivelato nell'intimo l'ambiente montano assume i connotati di uno stupefacente, se ne deve assumere regolarmente una certa dose per stare bene.
Recenti studi del professor Oldini dell'Università di Zelo Buon Persico attestano con dati strumentali questa recente scoperta.
Da Wikipedia:
"L'aria di montagna contiene una tossina che se inspirata, si installa nell'organismo con un meccanismo simile a quello dei virus. Non abbandona più l'ospite dopo la prima infezione, e si annida in ogni tipo di cellula dell'organismo in stato quiescente, creando uno stato di dipendenza alle altitudini più o meno marcata."
Le oscillazioni della mente e dello sguardo nella prima fase della salita si focalizzano sugli alberi,
vere schegge di vita che si insinuano tra le rocce, i pensieri si dilatano tra un passo e l'altro.
La fabbrica della neve celeste, quest'anno probabilmente soffre della crisi economica mondiale e delle ristrettezze decretate dal governo Monti, la quantità del prezioso manto è scarsa, per un qualunque mese di gennaio.
Tuttavia dalla Baita Barbarossa bassa è necessario indossare le odiate ciaspole, in quanto il wafer superficiale della neve si sbriciola al minimo contatto.
Il mio andamento diventa simile a quello di un papero con lo zaino, e per onorare fino in fondo questa similitudine pennuta, sgambetto sbuffante fino al Colle delle Oche.
Quack!
Il sole brilla nell'azzurro come l'occhio incastrato nel viso di un ciclope avatar.Il Barbarossa è lassù, beffardo e gonfio della nostra preziosa aria di conquista.
Per superare l'ultimo tratto è necessaria la metamorfosi: tolti i piedi palmati ci trasformiamo in agili gattoni delle nevi, grazie ai ramponi che ci spuntano sotto i piedi; la picozza come un artiglio supplementare di sicurezza.
Lungo una ripida cresta di terreno misto, si accede alla vetta.
Ho la mia dose di soddisfazione, la inspiro avido, mentre il tasso di benessere aumenta sento la pressione del sangue che lava la stanchezza.
Anche se la cima è modesta l'effetto taumaturgico è notevole, la solita allegria da traguardo raggiunto pervade il nostro sestetto di drogati di montagna.
Abbracciare con lo sguardo il mare estinto del fondo valle con la picozza in mano, rende simili all'altero archimandrita ortodosso che benedice il mondo intero con una piccola croce in mano.
soundtrack: Nine Inch Nails " The perfect drug"
http://www.youtube.com/watch?v=Hpuu_xODUpo
By grandemago
Prima uscita dell’anno per la nostra piccola sottosezione Cai (www.caipaullo.it), meta Monte Barbarossa in Val di Scalve.
Partecipanti: 13......siamo perseguitati, qualcuno si tocca!!!
Fà freddo e c’è poca neve.
Al parcheggio di Teveno, ormai ridotto a una pista di pattinaggio, superiamo non senza difficoltà la parte più difficile della nostra escursione: parcheggiare le auto!
Risolto il problema partiamo armati fino ai denti: ciaspole, ramponi, picozze.....nessuno ci fermerà! I più aggressivi li vedo già “ramponati” per uscir fuori indenni dal parcheggio.....che grinta ragazzi!
Superata la Baita Bassa di Barbarossa calziamo le ciaspole. Non sarebbe indispensabile, ma per non essere costretti a rimanere sulla pista battuta decidiamo di metterle e ce le terremo fino al colletto dove inizia la cresta per la cima.
Qui lasciamo zaini e ciaspole e proseguiamo con ramponi e picozza.
C’è poca neve, ma proprio per questo l’ultimo tratto risulterà il più insidioso, tuttavia, senza problemi, in sette raggiungiamo la cima.
Tornati al colletto, al tepore di un sole che finalmente si è deciso a fare il suo dovere, ci fermiamo tutti insieme per il pranzo.
Infine, ricalzate le ciaspole, scendiamo in perfetto ordine sparso fino alla Baita Bassa dove, tolte le ciaspole e rimessi i ramponi, proseguiamo tranquilli lungo la stradina tornando così alla “ghiacciaia” da dove siamo partiti, concludendo una giornata che possiamo definire meravigliosa....nonostante il 13!
Tempo impiegato per salita e discesa: il necessario
Tempo impiegato per il “metti-togli-metti”: molto più del necessario
By lumi
Se potessi... prenderei le montagne e me le metterei dentro le valige…Cosi ogni volta quando mi sposto per ‘’il dovere’’ avrei la libertà di volare ‘’lontano’’, con lo spirito e il corpo nella stessa direzione..
Oggi il cielo è limpido azzurro, faccio un check-in veloce e prendo il volo verso la Barbarossa...Sto fissando ogni dettaglio dei panorami con gli occhi intensi come fossi ipnotizzata .. mi sento in un’altra dimensione...il paesaggio incantevole...trovo ‘’casa’’ al mio cuore che raggiunge una profonda e sicura pace interiore.. respiro l’aria di montagna, aria della libertà.
Sono un ''piccolo'' nel quotidiano ...ma ho la certezza che l’amore, l’amicizia, le passioni, le emozioni lo scaldano...
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lebowski
La montagna è una droga.
Il nostro pusher di oggi si chiama Monte Barbarossa, un chilometro verticale da conquistare insieme agli amici del CaiPaullo .C ]]] ]]]]]]
]]] ]]]]]]Diversa da quelle istituzionali come alcool tabacco e giochi del lotto, priva della nocività di quelle proibite: hashish, pasticche e cocaina.
Una volta rivelato nell'intimo l'ambiente montano assume i connotati di uno stupefacente, se ne deve assumere regolarmente una certa dose per stare bene.
Recenti studi del professor Oldini dell'Università di Zelo Buon Persico attestano con dati strumentali questa recente scoperta.
Da Wikipedia:
"L'aria di montagna contiene una tossina che se inspirata, si installa nell'organismo con un meccanismo simile a quello dei virus. Non abbandona più l'ospite dopo la prima infezione, e si annida in ogni tipo di cellula dell'organismo in stato quiescente, creando uno stato di dipendenza alle altitudini più o meno marcata."
Le oscillazioni della mente e dello sguardo nella prima fase della salita si focalizzano sugli alberi,
vere schegge di vita che si insinuano tra le rocce, i pensieri si dilatano tra un passo e l'altro.
La fabbrica della neve celeste, quest'anno probabilmente soffre della crisi economica mondiale e delle ristrettezze decretate dal governo Monti, la quantità del prezioso manto è scarsa, per un qualunque mese di gennaio.
Tuttavia dalla Baita Barbarossa bassa è necessario indossare le odiate ciaspole, in quanto il wafer superficiale della neve si sbriciola al minimo contatto.
Il mio andamento diventa simile a quello di un papero con lo zaino, e per onorare fino in fondo questa similitudine pennuta, sgambetto sbuffante fino al Colle delle Oche.
Quack!
Il sole brilla nell'azzurro come l'occhio incastrato nel viso di un ciclope avatar.Il Barbarossa è lassù, beffardo e gonfio della nostra preziosa aria di conquista.
Per superare l'ultimo tratto è necessaria la metamorfosi: tolti i piedi palmati ci trasformiamo in agili gattoni delle nevi, grazie ai ramponi che ci spuntano sotto i piedi; la picozza come un artiglio supplementare di sicurezza.
Lungo una ripida cresta di terreno misto, si accede alla vetta.
Ho la mia dose di soddisfazione, la inspiro avido, mentre il tasso di benessere aumenta sento la pressione del sangue che lava la stanchezza.
Anche se la cima è modesta l'effetto taumaturgico è notevole, la solita allegria da traguardo raggiunto pervade il nostro sestetto di drogati di montagna.
Abbracciare con lo sguardo il mare estinto del fondo valle con la picozza in mano, rende simili all'altero archimandrita ortodosso che benedice il mondo intero con una piccola croce in mano.
soundtrack: Nine Inch Nails " The perfect drug"
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Per superare l'ultimo tratto è necessaria la metamorfosi: tolti i piedi palmati ci trasformiamo in agili gattoni delle nevi, grazie ai ramponi che ci spuntano sotto i piedi; la picozza come un artiglio supplementare di sicurezza.
Lungo una ripida cresta di terreno misto, si accede alla vetta.
Ho la mia dose di soddisfazione, la inspiro avido, mentre il tasso di benessere aumenta sento la pressione del sangue che lava la stanchezza.
Anche se la cima è modesta l'effetto taumaturgico è notevole, la solita allegria da traguardo raggiunto pervade il nostro sestetto di drogati di montagna.
Abbracciare con lo sguardo il mare estinto del fondo valle con la picozza in mano, rende simili all'altero archimandrita ortodosso che benedice il mondo intero con una piccola croce in mano.
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