Trekking in Perù - El Diablo Mudo 5350m


Publiziert von Chiara , 8. Dezember 2010 um 22:48.

Region: Welt » Peru
Tour Datum:28 August 2010
Wandern Schwierigkeit: T5 - anspruchsvolles Alpinwandern
Hochtouren Schwierigkeit: ZS
Wegpunkte:
Geo-Tags: PE 
Zeitbedarf: 11:15
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Quebrada Gashpampa 4550m
Zufahrt zum Ankunftspunkt:Laguna Jahuacocha 4050m

DAL SUBLIME ASILO DI UNA CIMA MONTUOSA CI SI RAMMENTA A MALAPENA DEL VIA VAI E DELLA CALCA DI UOMINI LA' SOTTO: A NOI QUASSU' NON ARRIVA ALCUN SUONO, VEDIAMO SOLAMENTE IL TEATRO DELLE LORO AZIONI E SORRIDIAMO FILOSOFICAMENTE, ESTRANIATI PER QUALCHE ATTIMO DALLA PROFANA TRIVIALITA', SUL MICROCOSMO DELLA LORO ESISTENZA.
(J. Payer)

Giornata precedente: Huayllapa 3490m/Quebrada Gashpampa 4550m - campo 8

Commento di Chiara.

"Dedicato a Flò"

Come da previsione e da programmi, puntuale - purtroppo - come un orologio svizzero, Edgar ci dà la sveglia all'alba delle 2,00. E all'alba comunque si fa per dire, visto che mancherà ancora un bel pezzo prima del sorgere del sole!
Purtroppo, oltre a Ludovico,che già dalla sera prima aveva dato forfait, anche Flo è costretto, molto a malincuore (suo, ma anche mio!), a rinunciare all'impresa causa malessere. Invece io e Fausto ci presentiamo, un pò assonnati ma molto eccitati, alla tenda cucina. Colazione abbondante (grazie anche a Giovanna che molto carinamente si è alzata per prepararci il tutto), ultimo controllo agli zaini per verificare che ci sia tutta l'attrezzatura necessaria (frontale, ramponi, picozza, imbrago, guanti e berretta pesante) e via che si parte. Sono  le 3,15 circa.

A dispetto della nevicata della sera prima, la temperatura non sembra così rigida, anche se le tende sono completamente gelate (ma questo sempre!); la radura è coperta da un leggero strato di neve che ci accompagnerà fino all'imbocco del ghiacciaio e il cielo ci regala una magnifica stellata e una luna splendente (anche se non più piena).
Davanti Edgar, che fa il passo (passo "Enel", ovvero tranquillo, come da "comando" di Fausto), in mezzo Fausto (pronto a rallentare Edgar quando serve) e io a chiudere. Nessuno parla, un pò per l'emozione e l'ansia di ciò che ci aspetta, ma soprattutto per il fiatone e la quota che lentamente, e inesorabilmente, aumentano.. E poi i pensieri nella testa sono tanti, rivolti ai compagni che non sono riusciti ad essere con noi.

All'inizio il sentiero non è particolarmente pendente e si snoda attraverso un susseguirsi di altopiani sempre più a quote maggiori. Man mano che ci avviciniamo al ghiacciaio però le pendenze aumentano e camminare diventa sempre più disagevole, in mezzo a pietraie e ghiaioni.
Cavoli, me li ero scordati i ghiacciai peruviani, anche se fatti solo l'anno scorso! Quello che ti frega non è solo la parte su ghiaccio ma anche le interminabili morene! 
Incominciamo infatti a risalire la classica morena, fatta prima di massi di una certa dimensione (e al buio non sono certo comodi da attraversare!), che poi, man mano che si sale, diventano sempre più fini e ciottolosi anche se il pendio si fà sempre più pendente, fino ad arrivare ad una specie di passo a Q4900 circa, dove incominciamo a intravedere le prime luci dell'alba in direzione della vallata parallela a quella dove è situato il nostro campo e da cui dovremo scendere. Sono circa le 6.00.
Una piccola sosta ristoratrice, un sorso di "mate de coca" e si riparte. Da questo momento percorriamo un sentiero roccioso di cresta (una cresta larga, fortunatamente!) con tratti più o meno ripidi, fino ad arrivare a Q5100 circa dove ci fermiamo a mettere i ramponi e a legarci per iniziare la vera parte su ghiaccio.

E qui la sorpresa: il ghiaccio non è assolutamente come me l'aspettavo, memore delle 3 ascensioni dell'anno scorso.  Ma neanche come se l'aspettavano ne Fausto, e ne Edgar! Causa il periodo di fine stagione, il vento, il freddo e chissà che altro, i versanti del Diablo non presentano la classica coltre ghiacciata liscia, bensì un susseguirsi di pinnacoli, più o meno alti (fino a poco meno di un metro) più o meno a punta e vicini tra loro, che danno l'aspetto di una specie di stranissimo ma bellissimo paesaggio lunare. In pratica ci troviamo di fronte ai cosiddetti "penitentes" (tipici appunto della cordigliera andina).
... E noi ci dobbiamo camminare in mezzo!!!! Procediamo categoricamente legati ad Edgar: Fausto sempre in mezzo, con le sue immancabili bacchette, e io a chiudere la cordata e che per precauzione, sicurezza e aiuto, ho tirato fuori la picozza. Percorriamo un lungo tratto in traverso per aggirare un lungo crepaccio, e poi su, per la linea di massima pendenza (e che pendenza, secondo me oltre il 35%!), mentre sotto di noi, lontano lontano, si intravede il nostro campo ancora immerso nelle ombre. 
Noi invece risbuchiamo sulla cresta e veniamo inondati dai raggi del sole appena sorto. Qui Edgar decide che non è il caso di proseguire su ghiaccio, come aveva ipotizzato prima dell'escursione, ma che invece conviene continuare su roccia e sempre sulla cresta. Quindi: via i ramponi e si ricomincia a salire, inframmezzando tratti più semplici con qualche tratto di pseudo-arrampicata (sarà un primo o un secondo grado?!? Ma, chi lo sà! Se ci fosse stato Flò avremmo incominciato a disquisirne amichevolmente!! ... Certo che è un peccato che non sia riuscito ad essere dei nostri oggi: avrebbe fatto un enorme piacere a lui. E a me!)
Arriviamo così più o meno a Q5250/5300 dove le rocce finiscono e siamo costretti a ritornare su ghiaccio: qui però le pendenze sono meno accentuate e i pinnacoli più bassi, a tal punto che non mettiamo neanche i ramponi e con una certa scioltezza superiamo gli ultimi 50/100 mt che ci separano dalla cima.

Siamo così in vetta al Diablo Mudo - 5350m - più o meno alle 8,30. L'emozione è grande, sia per Fausto (il suo primo 5000!) che per me (il quarto 5000 che raggiungo in Cordillera Andina ... tutte cime relativamente facili, ok, ma sempre cime!). Anche se pensare che Flò non sia potuto venire mi rattrista un pò. Gli mando idealmente un grosso abbraccio e un bacio, guardando le nostre tende che si scorgono in lontananza piccine piccine e che ora incominciano ad essere toccate dal sole, e penso 
"chissà se ci sta guardando?" ... Le classiche foto di vetta e poi via, si ricomincia a scendere. Al primo spuntone di roccia poco sotto la vetta mi fermo a mettere le bandierine tibetane di Flò (mi ha lasciato questo "incarico". E poi stavolta ce l'ho una "preghiera": che si riprenda in fretta!).

Riprendiamo la discesa, solo per un breve tratto percorrendo la cresta fatta in mattinata: dobbiamo infatti imboccare la valle quasi parallela a quella da cui siamo venuti e separata da questa dal Cerro Nitishccocha. In questa valle però praticamente non c'è sentiero (solo qualche ometto ogni tanto, e più verso il basso) e incominciamo quindi a scendere, più o meno a caso, tra sfasciumi, ciottolame e pietrame. All'inizio Edgar preferisce tenerci legati, ma dopo qualche scivolata di troppo - e della serie "uno tira l'altro" - decidiamo che è meglio sciogliere la cordata. Ci concediamo quindi una pausa, la più lunga della giornata: oltre 45 minuti (!) e ci crogioliamo al sole mattutino. Sono le 9,30/10,00. 
Ma le nubi purtroppo aumentano e la strada da fare è ancora lunga. Riprendiamo il cammino, sempre su , ghiaione e pietrame, da percorrer con attenzione in discesa, e raggiungiamo un primo altopiano. La strada normale prevederebbe di scendere ancora più giù, fino a raccordarsi alla "carrarecha" principale che porta al LLaucha Punta4850m e quindi risalire ... Ma chi ce lo fa fare!? Edgar ci propone di continuare a percorrere sentieri poco segnati e magari un pò disagevoli, con tratti anche di rocce (ma non difficili) di modo da perdere il meno possibile quota. E sia!
Dopo alcune alternanze di saliscendi, vallate percorse a mezza costa, qualche crestina e un passo - l'Escalon Punta 4800m circa - e sempre contornati da montagne superbe per le loro altezze, i loro colori (rocce dal rosso al viola, al giallo) e la loro geologia strutturale (pieghepiù o meno rovesciate), verso le 12,00 siamo al Lauhcha Punta e al raccordo con il sentiero principale.
Bene: ci aspettano ora giusti giusti 800 mt di dislivello in discesa per raggiungere la Laguna Jahuacocha (4050m) e la località Incahuain, dove ci aspetta il nostro campo 9. Iniziamo a scendere, meno male su un sentiero ben tracciato e meno impervio rispetto quelli da cui siamo venuti. Ci concediamo solo una sosta più o meno a metà discesa e in prossimità del torrente, dove ci fermiamo per un bagnetto ai nostri piedi supersollecitati, e verso le 14,30 raggiungiamo il nostro campo, il resto della "truppa", e finalmente Flò!

Giornata successiva: Trekking in Perù - Laguna Jahuacocha 4050m/LLamac 3250m

Partecipanti: Chiara, Edgar, Fausto

Tourengänger: Chiara


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