Rifugio Grassi, passo Camisolo
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L'uscita è stata organizzata durante un noioso pomeriggio in ufficio, con poco o niente da fare. Il tempo volge al bello, io, dopo la nascita del primo figlio, non vado in montagna da 4 mesi...direi che è ora di ricominciare!
Scelgo la meta controllando carte e sentieri, verificando tempi di percorrenza in macchina e altri fattori e la scelta cade sul rif. Grassi.
L' indomani si parte di buon mattino da casa di Andrea, ma dopo 4km facciamo ritorno alla base perchè l'autista ha dimenticato la tessera del CAI e vuole avere gli sconti in rifugio (peccato che il Grassi è del SEL!).
Ripartiamo per la seconda volta, attraversiamo la bassa lodigiana, dirigiamo verso Milano, tangenziale est, verso Lecco e in poco più di 2 ore siamo a Introbio.
Cerchiamo subito un parcheggio per l'auto e dopo averne cambiati 3, finalmente imbocchiamo il sentiero mentre già diversi gruppi di 4-5 persone ci precedono. Io sono gasatissimo, parto spedito, voglio gustarmi ogni secondo di questa giornata tra i monti, osservo, annuso l'aria, fotografo; i miei compagni mi prendono in giro, "Povero dai, sono mesi che non esce".
Percorriamo il sentiero che porta verso il rif Tavecchia, superiamo un nutrito gruppo di persone che vi si fermerà per tutto il pomeriggio.
Al Tavecchia facciamo il pieno d'acqua alle borracce, scattiamo qualche foto e dopo 5 minuti di sosta, ripartiamo verso la casa Pio X e il Grassi. Qui di gente ce n'è ben poca, la maggior parte delle persone che troveremo al rifugio arrivano da Valtorta / Piani di Bobbio. Mentre saliamo vediamo in lontananza che il Tavecchia si riempie di gente, un po' tamarra a dire il vero. Siamo contenti di non esserci fermati con loro.
Il sentiero qui comincia a salire un po', Matteo rallenta mentre Andrea mi segue a ruota. Durante la salita incrociamo capre e stambecchi, una rigogliosa vegetazione e tanti fiori che si meritano qualche scatto. Ogni tanto alziamo lo sguardo aspettando che il passo di Camisolo ci dia di nuovo il leva, facendoci immaginare il bellissimo paesaggio che ora cela.
Superiamo qualche nevaio ed eccoci finalmente sul passo e dall' altra parte il mitico rifugio Grassi! Velocemente scolliniamo, raggiungiamo il rifugio e sganciamo gli zaini osservando con bramosia i piatti fumanti di pizzoccheri che la sorridente rifugista mette in tavola.
La discesa nel pomeriggio sarà tranquilla e sotto un sole cocente che mi procuerà un bel mal di testa per i due giorni a seguire, ma che importa...ne è valsa la pena!
Alla prossima!
Scelgo la meta controllando carte e sentieri, verificando tempi di percorrenza in macchina e altri fattori e la scelta cade sul rif. Grassi.
L' indomani si parte di buon mattino da casa di Andrea, ma dopo 4km facciamo ritorno alla base perchè l'autista ha dimenticato la tessera del CAI e vuole avere gli sconti in rifugio (peccato che il Grassi è del SEL!).
Ripartiamo per la seconda volta, attraversiamo la bassa lodigiana, dirigiamo verso Milano, tangenziale est, verso Lecco e in poco più di 2 ore siamo a Introbio.
Cerchiamo subito un parcheggio per l'auto e dopo averne cambiati 3, finalmente imbocchiamo il sentiero mentre già diversi gruppi di 4-5 persone ci precedono. Io sono gasatissimo, parto spedito, voglio gustarmi ogni secondo di questa giornata tra i monti, osservo, annuso l'aria, fotografo; i miei compagni mi prendono in giro, "Povero dai, sono mesi che non esce".
Percorriamo il sentiero che porta verso il rif Tavecchia, superiamo un nutrito gruppo di persone che vi si fermerà per tutto il pomeriggio.
Al Tavecchia facciamo il pieno d'acqua alle borracce, scattiamo qualche foto e dopo 5 minuti di sosta, ripartiamo verso la casa Pio X e il Grassi. Qui di gente ce n'è ben poca, la maggior parte delle persone che troveremo al rifugio arrivano da Valtorta / Piani di Bobbio. Mentre saliamo vediamo in lontananza che il Tavecchia si riempie di gente, un po' tamarra a dire il vero. Siamo contenti di non esserci fermati con loro.
Il sentiero qui comincia a salire un po', Matteo rallenta mentre Andrea mi segue a ruota. Durante la salita incrociamo capre e stambecchi, una rigogliosa vegetazione e tanti fiori che si meritano qualche scatto. Ogni tanto alziamo lo sguardo aspettando che il passo di Camisolo ci dia di nuovo il leva, facendoci immaginare il bellissimo paesaggio che ora cela.
Superiamo qualche nevaio ed eccoci finalmente sul passo e dall' altra parte il mitico rifugio Grassi! Velocemente scolliniamo, raggiungiamo il rifugio e sganciamo gli zaini osservando con bramosia i piatti fumanti di pizzoccheri che la sorridente rifugista mette in tavola.
La discesa nel pomeriggio sarà tranquilla e sotto un sole cocente che mi procuerà un bel mal di testa per i due giorni a seguire, ma che importa...ne è valsa la pena!
Alla prossima!
Tourengänger:
Barbacan

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