Dato che la giornata non era tanto per la quale e in nostra compagnia si è aggregata Luisa,sorella di Piero,( e mi ha fatto piacere) la quale non era molto allenata,decido per una escursione poco “rischiosa” in caso di pioggia. Così,partiamo con gli altri amici,Giuseppe e Francesco alla volta della valle Verzasca,la stupenda valle che rimane il “diamante” del canton Ticino,a mio modo di vedere. Giunti a Costa Piana,fortuna vuole troviamo parcheggio (è ancora un po prestino per l'affollamento) e ci incamminiamo sul comodo sentiero,dove in due punti riusciamo,io per primo,a vedere un camoscio che ci osserva,poi poco sopra,oramai fuori dal bosco,ecco il grido di Luisa,spaventata per una coppia di cervi che correndo le passano davanti tagliandogli la strada,che con moderata e poco sofferente salita,ci conduce alla capanna. Gli amici sono entusiasta della bella struttura,la quale ci permette di sostare in un luogo idilliaco. Dato che la temperatura non era da costume da bagno,mi metto all'opera per scaldare il locale: Francesco taglia pezzi di legna fini e intanto io scaldo la canna fumaria con la torcia a fuoco,in modo da evitare il fumo in capanna e far sì che vi sia un buon tiraggio. Nel frattempo un gruppetto della svizzera tedesca giungono alla capanna: scambiandomi per il capanat,mi chiedono se si poteva avere un caffè ed io gli spiego come stanno le cose. Così,anche loro con il sistema fai da tè,si preparano il loro caffè ed io con pazienza faccio partire di gran carriera un bel focherello,tanto che,chi era fuori e poi entrava,sentiva la diversità di temperatura. Mi rendo conto che molti escursionisti,in generale,non prestano molta attenzione quando devono dare l'obolo per aver usufruito della struttura: semplicemente mettono il denaro dentro la cassetta,senza registrarsi e senza segnalare ciò di cui hanno usufruito,così facendo,chi dovrà fare i conti farà un poco di fatica a capire cosa fossero statti destinati quei denari,pazienza,alcuni non amano la burocrazia. Mentre la pasta cuoce,metto i congelati piatti nel forno a legna,in modo tale che la pasta rimanga calda una volta versata al loro interno. Luisa si sentiva una regina: una volta ogni tanto,era lei ad essere servita,senza che muovesse un dito e mi pare giusto! Dopo che il nostro lava piatti Francesco ha finito e tutti sono fuori,mi accingo alle pulizie della capanna. Poi,ci sediamo fuori,per farci riscaldare dal sole che oramai prevale e altri escursionisti nel frattempo,erano pervenuti in questa zona. Collaborazione fotografica di Giuseppe R. e Francesco “senior”
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