Punta di Larescia / Cima di Gorda (m 2195)
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Le previsioni meteo annunciano una magnifica giornata; il richiamo della montagna è forte, sarebbe bello andare in alto! Purtroppo, il grado di pericolo valanghe è piuttosto elevato (3, arancione). Ci diamo da fare cercando una meta, poco esposta al rischio valanghe, abbastanza vicina a casa e con neve dal parcheggio … Trovata! La Punta di Larescia soddisfa i nostri requisiti, e sarebbe la mia prima volta con gli sci.
La Punta di Larescia, o Cima di Gorda (m 2195) costituisce l’estremità est della breve dorsale che si stacca, all’altezza del Pizzo Bareta (m 2501), dalla cresta che divide la Valle Levantina dalla Valle di Santa Maria. Sulla vetta sorge un piccolo ricovero d’emergenza, detto “Nido d’Aquila”: un cubo perfetto.
L’interesse dell’escursione è prevalentemente panoramico, per la stupenda vista che si gode dalla vetta, in particolare sulla Valle Blenio e sull’Adula.
È più adatta per una ciaspolata; con gli sci è un poco noiosa a causa del lungo tratto di stradina da percorrere.
LOCALITA' DI PARTENZA. Camperio (m 1225).
ATTREZZATURA.
Quella standard da scialpinismo. Non dimenticarsi dei dispositivi di sicurezza: ARTVA, pala e sonda. Meglio mettere nello zaino anche i rampanti; potrebbero tornare utili nella parte alta.
DIFFICOLTÀ.
PD (MS, secondo la classificazione CAI). L’itinerario si svolge principalmente su pendii aperti, con pendenza contenuta. Nella discesa bisogna superare un breve costone roccioso, con qualche passaggio obbligato. La difficoltà varia molto in base alle condizioni di innevamento.
Sulla vetta si sono formate delle ampie crepe nella roccia simili a crepacci, anche nel periodo invernale bisogna fare attenzione ad eventuali cadute.
QUOTA MASSIMA: m 2195, alla cima della Punta di Larescia.
QUOTA MINIMA: m 1225, a Camperio.
SVILUPPO: km 15.
TEMPO EFFETTIVO DI MARCIA: ore 5:35.
TEMPI PARZIALI:
TEMPO DI SALITA: ore 3:55;
TEMPO DI DISCESA: ore 1:40.
DESCRIZIONE PERCORSO.
Partiamo dalla stradina forestale che, con direzione di salita, si stacca sulla sinistra della strada principale, dopo avere superato l’ospizio, in corrispondenza di un’ampia curva. Oggi siamo fortunati, traviamo posto dove parcheggiare l’auto proprio all’imbocco della stradina, e mettiamo gli sci dopo pochi metri: appena superato il ponte.
Iniziamo una lunga e dolce salita lungo la strada battuta dal gatto delle nevi, in un piacevole ambiente boschivo. La percorriamo per ben 5 chilometri (alla fine diventa un po’ noiosa) fino ad arrivare a Piancassinella (m 1745, due ore per fare solo 500 metri di dislivello). Qui abbandoniamo la stradina e iniziamo, finalmente, la nostra escursione scialpinistica.
Per l’attacco alla vetta risaliamo valloncelli e dossi in un rado lariceto, con alcuni brevi tratti ripidi che, però, non creano difficoltà. Al di sopra della vegetazione pieghiamo ad ovest, e iniziamo un lungo traverso che ci porta sotto la cima, che raggiungiamo percorrendo un breve tratto di cresta. La cima è segnata da una croce in legno con la figura del Crista ricavata da una lamiera sagomata in acciaio inox; poco distante sorge un cubo metallico – il Nido d’Aquila: un piccolo ma funzionale ricovero d’emergenza, che sfruttiamo per uno spuntino.
Per la discesa, decidiamo di percorrere il vasto pendio sud, mantenendoci ad Ovest del costone percorso durante la salita. La neve non è delle migliori e la sciata è piacevole solo nella parte superiore; raggiunto il rado bosco … ci arrangiamo, fino a raggiungere la stradina battuta, a Ovest di Piancassinella, che raggiungiamo in breve. Da qui, è una discesa libera fino a Camperio.
NEVE.
Limite della neve intorno a quota 1200, praticamente dall’ospizio di Camperio. Comunque, abbiamo calzato gli sci fin dal parcheggio. In quota spessore di cm 80/100 e più.
Neve primaverile, non ancora trasformata, profonda tendente al pesante. Non piacevole da sciare.
METEO.
Cielo sereno. Vento a livello di brezza leggera presente solo in cima. Temperatura alla partenza 6°, in cima alla Punta 4°, al termine 3°; temperatura minima lungo l'itinerario 1°.
FREQUENTAZIONE. Incontrato qualche ciaspolatore diretto alla Capanna Gorda.
COMPAGNI: Andrea.
La Punta di Larescia, o Cima di Gorda (m 2195) costituisce l’estremità est della breve dorsale che si stacca, all’altezza del Pizzo Bareta (m 2501), dalla cresta che divide la Valle Levantina dalla Valle di Santa Maria. Sulla vetta sorge un piccolo ricovero d’emergenza, detto “Nido d’Aquila”: un cubo perfetto.
L’interesse dell’escursione è prevalentemente panoramico, per la stupenda vista che si gode dalla vetta, in particolare sulla Valle Blenio e sull’Adula.
È più adatta per una ciaspolata; con gli sci è un poco noiosa a causa del lungo tratto di stradina da percorrere.
LOCALITA' DI PARTENZA. Camperio (m 1225).
ATTREZZATURA.
Quella standard da scialpinismo. Non dimenticarsi dei dispositivi di sicurezza: ARTVA, pala e sonda. Meglio mettere nello zaino anche i rampanti; potrebbero tornare utili nella parte alta.
DIFFICOLTÀ.
PD (MS, secondo la classificazione CAI). L’itinerario si svolge principalmente su pendii aperti, con pendenza contenuta. Nella discesa bisogna superare un breve costone roccioso, con qualche passaggio obbligato. La difficoltà varia molto in base alle condizioni di innevamento.
Sulla vetta si sono formate delle ampie crepe nella roccia simili a crepacci, anche nel periodo invernale bisogna fare attenzione ad eventuali cadute.
QUOTA MASSIMA: m 2195, alla cima della Punta di Larescia.
QUOTA MINIMA: m 1225, a Camperio.
SVILUPPO: km 15.
TEMPO EFFETTIVO DI MARCIA: ore 5:35.
TEMPI PARZIALI:
da | Camperio | a | Piancassinella: | ore 2:05; |
da | Piancassinella | a | Punta di Larescia, cima: | ore 1:50; |
da | Punta di Larescia, cima | a | Gorda di Sopra: | ore 1:05; |
da | Gorda di Sopra | a | Camperio: | 35 minuti. |
TEMPO DI SALITA: ore 3:55;
TEMPO DI DISCESA: ore 1:40.
DESCRIZIONE PERCORSO.
Partiamo dalla stradina forestale che, con direzione di salita, si stacca sulla sinistra della strada principale, dopo avere superato l’ospizio, in corrispondenza di un’ampia curva. Oggi siamo fortunati, traviamo posto dove parcheggiare l’auto proprio all’imbocco della stradina, e mettiamo gli sci dopo pochi metri: appena superato il ponte.
Iniziamo una lunga e dolce salita lungo la strada battuta dal gatto delle nevi, in un piacevole ambiente boschivo. La percorriamo per ben 5 chilometri (alla fine diventa un po’ noiosa) fino ad arrivare a Piancassinella (m 1745, due ore per fare solo 500 metri di dislivello). Qui abbandoniamo la stradina e iniziamo, finalmente, la nostra escursione scialpinistica.
Per l’attacco alla vetta risaliamo valloncelli e dossi in un rado lariceto, con alcuni brevi tratti ripidi che, però, non creano difficoltà. Al di sopra della vegetazione pieghiamo ad ovest, e iniziamo un lungo traverso che ci porta sotto la cima, che raggiungiamo percorrendo un breve tratto di cresta. La cima è segnata da una croce in legno con la figura del Crista ricavata da una lamiera sagomata in acciaio inox; poco distante sorge un cubo metallico – il Nido d’Aquila: un piccolo ma funzionale ricovero d’emergenza, che sfruttiamo per uno spuntino.
Per la discesa, decidiamo di percorrere il vasto pendio sud, mantenendoci ad Ovest del costone percorso durante la salita. La neve non è delle migliori e la sciata è piacevole solo nella parte superiore; raggiunto il rado bosco … ci arrangiamo, fino a raggiungere la stradina battuta, a Ovest di Piancassinella, che raggiungiamo in breve. Da qui, è una discesa libera fino a Camperio.
NEVE.
Limite della neve intorno a quota 1200, praticamente dall’ospizio di Camperio. Comunque, abbiamo calzato gli sci fin dal parcheggio. In quota spessore di cm 80/100 e più.
Neve primaverile, non ancora trasformata, profonda tendente al pesante. Non piacevole da sciare.
METEO.
Cielo sereno. Vento a livello di brezza leggera presente solo in cima. Temperatura alla partenza 6°, in cima alla Punta 4°, al termine 3°; temperatura minima lungo l'itinerario 1°.
FREQUENTAZIONE. Incontrato qualche ciaspolatore diretto alla Capanna Gorda.
COMPAGNI: Andrea.
Tourengänger:
Alberto C.

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