Perimetro per creste della Val Noci


Publiziert von cai56 , 16. April 2024 um 20:42. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Ligurien
Tour Datum:12 April 2024
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 6:45
Aufstieg: 1117 m
Abstieg: 1165 m
Strecke:Circolare 16,15 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Genova si segue la statale 45 (lungo il torrente Bisagno) fino a Struppa, dove si imbocca la provinciale 13. Superata Acquafredda e prima di Tre Fontane, si svolta a destra in direzione del Lago di Val Noci (indicazioni e strada strettissima). Ampio parcheggio alla base di una falesia attrezzata.

Il rifornimento idrico della città di Genova è assicurato da parecchi laghi artificiali sparsi nelle gole e nelle valli più isolate del versante settentrionale dell'Appennino ligure: per facilità di accesso, dopo aver visitato i Laghi del Gorzente (Monte delle Figne e Laghi del Gorzente [hikr.org]), studiata un po' l'orografia della zona, ci rechiamo a percorrere tutto il perimetro della Val Noci, che sul proprio fondo ospita l'omonimo bacino artificiale. La localizzazione dell'area è tale che, nella parte più meridionale dell'anello, sia possibile per lungo tratto procedere in vista della costa attorno a Genova; per il resto ci si trova immersi (o le si domina dall'alto del crinale) in fitte foreste di castagno e pino silvestre abbandonate a sè ormai da moltissimi anni. Pochi i residui di attività pastorale (cavalli e capre) e diversi i borghi ridotti in rovina e fagocitati da liane e sterpi. La presenza di sentieri è abbondantissima (segnati o meno), con la solita sovrapposizione di colori e simboli, ma rimane costante la precisa indicazione dell'Alta Via dei Monti Liguri (apparentemente l'unico tracciato con evidente attiva frequentazione). In corrispondenza del punto di partenza della gita troviamo la falesia attrezzata "Locus amoenus" (vari percorsi dal 3c al 7a) su di una parete di calcare compatto o a scaglie.


Dal parcheggio si torna per pochi passi lungo la strada di accesso, per svoltare subito a sinistra attraverso un cancelletto aperto che permette di scendere al coronamento della diga; attraversatolo completamente si segue per poche decine di metri il sentiero del "Giro del Lago", fino a trovare una scaletta di legno con ponticello che permette di scavalcare una condotta d'acqua. Una salita regolare attraverso un bosco muschiosissimo accompagna fino alle disordinate cascine di Sanguineto inferiore; passati accanto ad un paio di edifici e depositi di materiali disparati, ci si avvia, con scarse segnalazioni, a percorrere il fondo di un valloncello erboso e radamente boscoso, dove prevalentemente il sentiero si sovrappone ad un ruscello. Seguendo più che altro l'istinto nella ricerca dei passaggi, rapidamente si sbuca al valico della Gola di Sisa, punto di incontro con l'Alta Via dei Monti Liguri: svoltando - indicazioni - con curva a gomito, ci si appresta a ricalcarla per lungo tratto. In effetti le intenzioni del tracciato del trekking non si discostano dalle nostre, ma inspiegabilmente porterebbero ad aggirare due delle principali vette della giornata. Per questo, raggiunta la blandissima dorsale settentrionale dell'Alpesisa, ad un evidente bivio con opportuna freccia, si svolta nettamente a destra per seguirla completamente; il sentiero sale a svolte in un bosco sempre più fitto di ontano bianco (in quest'area, ombrosa ed esposta a nord, si sostituisce completamente al più ovvio faggio) sbucando per gli ultimi 100 metri di dislivello sui prati sommitali del crestone del Monte Alpesisa (nel punto culminante una croce formata da due fogli di balestra saldati, ornata da molte lapidi commemorative). Proseguendo in piano oltre la croce, si raggiunge il terrazzo terminale della dorsale, ma subito prima si volge a sinistra per intraprendere la linea retta per il Monte Lago: dapprima una discesa ripida nel pascolo, poi un avvallamento della cresta, un'anticima con qualche roccetta ed infine il dosso erboso della seconda cima della giornata. Scendendo quindi a margine di un folto bosco di erica arborea, si torna a raggiungere in corrispondenza della Colla est di Monte Lago  l'Alta Via; attraverso un rado bosco di ontani e betulle, sempre lungo la cresta, si scavalca l'anonima cima del Monte Lago Est, peraltro riconoscibile dal residuo basamento di una probabile indicazione. Segue un lungo tratto immerso nel bosco, dove la dorsale è molto ampia e si incontrano due bocchette: il Valico Amalia (o Amelia) con una diramazione del sentiero verso sud ormai quasi indistinguibile e la Porta del Fuoco, un poco rocciosa e con cancelli per il contenimento del bestiame al pascolo. La cosa, che qui appare piuttosto inverosimile, trova spiegazione poche centinaia di metri oltre, quando si raggiunge un ripido crinale pascolivo: a sud-est cascine, recinti e cavalli, a nord-ovest una fitta foresta di pini silvestri. Il sentiero, benchè poco visibile nell'erba, sale per la massima pendenza fino al dosso arrotondato del Monte Bastia Sud; proseguendo a margine del bosco si raggiunge il punto culminante dell'escursione, Monte Candelozzo, con vecchio basamento e croce policroma improvvisata. Proseguendo sulla cresta si scende fino ad un passo (apparentemente anonimo) dove si incrocia una strada sterrata: si tratta del lunghissimo accesso veicolare che, a partenza dall'abitato di Capenardo, permette una qualche forma di sopravvivenza al borgo di Noci. La carrozzabile si mantiene a sinistra del crinale, risultando parecchio monotona, mentre sul lato destro è possibile proseguire su sentiero, percorrendo un lunghissimo tratto assai selvatico che, scavalcato il Monte Carmo ed abbandonata l'Alta Via alla Sella del Carmo, si addentra in territori aridi e spesso sassosi. In corrispondenza della Sella di Noci, ancora all'aperto, si scorgono a valle le cascine e i piccoli appezzamenti di Noci, ma da qui in avanti il panorama sarà solo ostacolato dalla foresta di querce: si scavalcano il Monte Caricato ed il Monte Tacche, distinguibili solo per lo scambio salita-discesa del tracciato, e si raggiungono i ruderi delle Case Teitin. Si tratta solo di qualche residuo muro immerso nei rovi ed avvolto da liane, ma è evidente l'antica importanza del luogo per le caratteristiche del sentiero di accesso: muri di sostegno a terrapieno, muri di contenimento del pendio a monte, qualche tratto di acciottolato e sparsi terrazzamenti. Il versante, poco oltre, ospita le rovine ben più cospicue del villaggio di Brugosecco, con qualche edificio che conserva residui di copertura; una lunga discesa nel bosco, quasi sempre agevole, si conclude ai margini della "civiltà"  presso le Case Veixe (o Vexie, o Veixie...), dove le abitazioni abbandonate sono sì immerse nella vegetazione, ma ancora erette e con le coperture. Una strada sterrata raggiungeva la località, ma ormai risulta da tempo erosa dalle piogge e comunque, da pochi giorni, una grossa frana di massi è caduta ad interromperla per sempre. In pochi passi si scende alla frazione Caiasca, sempre abitata, e con poche curve sull'asfalto si rientra alla base del "Locus Amoenus". 

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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