Gran Sometta 3166 m
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È strano come per alcune escursioni ci si ricordi dei minimi particolari , di altre invece non ne rimane traccia….
Ecco, partiti di buon ora da Fiery in Val d’Ayas avevamo percorso il sentiero diretti alla Cime Bianche.
Rammento, poco prima di arrivare all’omonimo Colle, un gran bel lago presso il quale avevamo sostato e scattato qualche diapo: la giornata era fantastica.
Giunti lassù il cuore aveva cominciato a battere all’impazzata e il respiro farsi affannoso.
No, non era per la fatica e non era nemmeno per il vento teso e gelido che sferzava allegramente sui nostri visi pulviscolo impalpabile.
Era una commistione di emozioni e apparizioni: a 2980 m s.l.m. una landa deserta e ordinata di pietrisco ci aveva accolti – tenacemente piccole margherite e ranuncoli si ancoravano bene a terra per non essere strappati dal vento.
Di fronte a loro e ai noi, spettatori del creato, si ergeva il Cervino ancora un po’ imbiancato, mentre alla nostra destra scendevano verso valle ghiacciai gonfi di un candido manto bianco.
Uno sguardo verso Cervinia e la grande desolazione …..: piste da sci .
Procediamo e con cautela giungiamo su di una delle Cime Bianche dove è posta una rosa dei venti.
*** Terza settimana di Agosto 1996
21 luglio 2023
Una manciata di giorni in Valtournenche, sembra il tempo sia fantastico, ma non sarà propriamente così.
Anche se il meteo ci ha messo un po’ i bastoncini tra i piedi, abbiamo goduto di 3 belle escursioni e raggiunto 2 cime, una per nulla conosciuta, l’altra penso di sì…e capirete poi il perché.
Partiamo dal park di Cielo Alto (Cervinia)
Per un breve tratto il sentiero si intrufola nel bosco, poi, ahinoi, si attraversa la prima di una delle tante piste da sci e si percorrono “sentieri” dedicati al downhill….
.
E’ molto presto, la funivia che porta i rider in cima al Colle delle Cime Bianche non è ancora partita quindi non abbia il timore di essere travolti.
Il percorso fino al Colle è da dimenticare: tutto una pista, una terrificante pista da sci, solo il Lago Goillet ci sorride con il suo color turchese.
Nessun segnavia, anche se la direzione è intuibile, forse gli escursionisti non sono graditi.
Nel frattempo il cielo è diventato nero, venti soffiano rabbiosi e dopo circa 1 ora dalla partenza comincia a piovere.
Troviamo riparo sotto la tettoia di una casupola che custodisce attrezzature, intanto mezzi a quattro ruote salgono e scendono come se fossimo in pianura …che tristezza!
Spiove e riprendiamo il cammino.
Giunti al Colle ci affacciamo alla Val d’Ayas e ci guardiamo straniti: fatichiamo a capire se è proprio “Quel Colle, il Nostro Colle”!
Ma no, ci si dice, deve esserci un errore…non può essere…ma i punti di riferimento sono incisi nella nostra mente : si, questo è il Colle!
Ci è venuto da piangere, nulla di quanto ricordavamo di quell’agosto 1996 c’è più: non una margherita, non un ranuncolo, i ghiacciai si sono terribilmente ritirati e il Cervino si nasconde per la vergogna alla quale stiamo assistendo.
Dove allora c’era il sentiero che saliva dalla Val d’Ayas e che dolcemente ti depositava al colle, ecco altre piste da sci – nulla è più come allora.
Scendiamo la lunga e ripida pista da sci e risaliamo ad un altro colletto dove un'altra pista si butta sulla Valtournenche .
Da qui, una ripida traccia bollata ci porta in cima – fortunatamente questa salita ci fa “dimenticare” quanto lasciato alle spalle: 45 minuti e siamo su , noi 2 e la bella Madonnina!
Il tempo non migliora, il vento si fa sentire a tratti ma sostiamo quasi un paio di ore.
Scendiamo per la medesima traccia e poi, alla nostra dx il sentiero nr 20 porta a valle e lo percorriamo fino ad una malga dove magnifiche capre valdostane stanno pascolando.
Su di un grosso masso è indicato il sentiero 21 (in direzione della malga) – lo prendiamo e oltre la stessa e ad un impianto di risalita, attraversiamo un piccolo e tranquillo rio: ecco, stiamo per entrare nella vera Valle d’Aosta.
Percorriamo il sentiero 63, poi lo abbandoniamo e procediamo a “sensazioni” – arriviamo nei pressi della salita del Bec del Pio Merlo (salito nel 2019), poi risalutiamo la cappelletta di Sant’Anna ed infine percorriamo la decauville che ci porterà nei pressi di una delle piste da sci imboccata la stessa mattina.
Arriviamo al nostro van alle 21.30 quando la luce del giorno ha già lasciato spazio a quella della notte.
Ecco, partiti di buon ora da Fiery in Val d’Ayas avevamo percorso il sentiero diretti alla Cime Bianche.
Rammento, poco prima di arrivare all’omonimo Colle, un gran bel lago presso il quale avevamo sostato e scattato qualche diapo: la giornata era fantastica.
Giunti lassù il cuore aveva cominciato a battere all’impazzata e il respiro farsi affannoso.
No, non era per la fatica e non era nemmeno per il vento teso e gelido che sferzava allegramente sui nostri visi pulviscolo impalpabile.
Era una commistione di emozioni e apparizioni: a 2980 m s.l.m. una landa deserta e ordinata di pietrisco ci aveva accolti – tenacemente piccole margherite e ranuncoli si ancoravano bene a terra per non essere strappati dal vento.
Di fronte a loro e ai noi, spettatori del creato, si ergeva il Cervino ancora un po’ imbiancato, mentre alla nostra destra scendevano verso valle ghiacciai gonfi di un candido manto bianco.
Uno sguardo verso Cervinia e la grande desolazione …..: piste da sci .
Procediamo e con cautela giungiamo su di una delle Cime Bianche dove è posta una rosa dei venti.
*** Terza settimana di Agosto 1996
21 luglio 2023
Una manciata di giorni in Valtournenche, sembra il tempo sia fantastico, ma non sarà propriamente così.
Anche se il meteo ci ha messo un po’ i bastoncini tra i piedi, abbiamo goduto di 3 belle escursioni e raggiunto 2 cime, una per nulla conosciuta, l’altra penso di sì…e capirete poi il perché.
Partiamo dal park di Cielo Alto (Cervinia)
Per un breve tratto il sentiero si intrufola nel bosco, poi, ahinoi, si attraversa la prima di una delle tante piste da sci e si percorrono “sentieri” dedicati al downhill….
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E’ molto presto, la funivia che porta i rider in cima al Colle delle Cime Bianche non è ancora partita quindi non abbia il timore di essere travolti.
Il percorso fino al Colle è da dimenticare: tutto una pista, una terrificante pista da sci, solo il Lago Goillet ci sorride con il suo color turchese.
Nessun segnavia, anche se la direzione è intuibile, forse gli escursionisti non sono graditi.
Nel frattempo il cielo è diventato nero, venti soffiano rabbiosi e dopo circa 1 ora dalla partenza comincia a piovere.
Troviamo riparo sotto la tettoia di una casupola che custodisce attrezzature, intanto mezzi a quattro ruote salgono e scendono come se fossimo in pianura …che tristezza!
Spiove e riprendiamo il cammino.
Giunti al Colle ci affacciamo alla Val d’Ayas e ci guardiamo straniti: fatichiamo a capire se è proprio “Quel Colle, il Nostro Colle”!
Ma no, ci si dice, deve esserci un errore…non può essere…ma i punti di riferimento sono incisi nella nostra mente : si, questo è il Colle!
Ci è venuto da piangere, nulla di quanto ricordavamo di quell’agosto 1996 c’è più: non una margherita, non un ranuncolo, i ghiacciai si sono terribilmente ritirati e il Cervino si nasconde per la vergogna alla quale stiamo assistendo.
Dove allora c’era il sentiero che saliva dalla Val d’Ayas e che dolcemente ti depositava al colle, ecco altre piste da sci – nulla è più come allora.
Scendiamo la lunga e ripida pista da sci e risaliamo ad un altro colletto dove un'altra pista si butta sulla Valtournenche .
Da qui, una ripida traccia bollata ci porta in cima – fortunatamente questa salita ci fa “dimenticare” quanto lasciato alle spalle: 45 minuti e siamo su , noi 2 e la bella Madonnina!
Il tempo non migliora, il vento si fa sentire a tratti ma sostiamo quasi un paio di ore.
Scendiamo per la medesima traccia e poi, alla nostra dx il sentiero nr 20 porta a valle e lo percorriamo fino ad una malga dove magnifiche capre valdostane stanno pascolando.
Su di un grosso masso è indicato il sentiero 21 (in direzione della malga) – lo prendiamo e oltre la stessa e ad un impianto di risalita, attraversiamo un piccolo e tranquillo rio: ecco, stiamo per entrare nella vera Valle d’Aosta.
Percorriamo il sentiero 63, poi lo abbandoniamo e procediamo a “sensazioni” – arriviamo nei pressi della salita del Bec del Pio Merlo (salito nel 2019), poi risalutiamo la cappelletta di Sant’Anna ed infine percorriamo la decauville che ci porterà nei pressi di una delle piste da sci imboccata la stessa mattina.
Arriviamo al nostro van alle 21.30 quando la luce del giorno ha già lasciato spazio a quella della notte.
Hike partners:
Emanuela
Communities: Hikr in italiano
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